Rider, sciopero a oltranza a Milano E Just Eat assume i suoi dal 2021

Fattorini in agitazione nel capoluogo lombardo per rivendicare paghe più alte e maggiori tutele. Mercoledì a Roma l'incontro con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo

09 novembre 2020 | 17:27
di Sergio Cotti
Stato di agitazione ad oltranza per i rider di Milano, che da quasi una settimana garantiscono un servizio a singhiozzo nel capoluogo lombardo. Il momento non è senz’altro dei più felici, con i ristoranti in lockdown totale da venerdì scorso e con la domanda di cibo a domicilio che è tornata a crescere proprio nel fine settimana. Mentre tanti locali stanno organizzandosi anche personalmente per accontentare i loro clienti, sono sempre più numerosi anche quelli che si affidano alle società di delivery presenti sul territorio e organizzate da anni nelle medie e grandi città come Milano.


Just eat promuove i suoi rider

Il motivo della protesta dei fattorini trae origine dall’accordo siglato nei giorni scorsi dall’Ugl con le società di delivery, che prevede paghe alla stregua del caporalato (una pratica per cui è stata commissariata Uber Italia) e nessuna tutela per i fattorini sulle due ruote.

Uno schiaffo all’intera categoria che arriva anche da coloro che dovrebbero tutelare i loro interessi. E così martedì scorso centinaia di lavoratori in forze nel capoluogo milanese hanno iniziato a organizzare scioperi selvaggi con cortei improvvisati volti a bloccare le strade e a sensibilizzare la cittadinanza. Iniziative di proteste a tratti molto forti, che sono andate a discapito non soltanto delle aziende, ma anche dei ristoranti e dei clienti finali. In molti casi, infatti i fattorini hanno accettato gli ordini delle consegne senza mai recapitarli, o hanno invitato gli utenti a non ordinare nulla in questo fine settimana per sostenerli nella protesta.

Uno stato di allerta che proseguirà anche nelle prossime ore, ma che ha sortito i primi effetti: mercoledì 11 novembre è previsto un tavolo di confronto tra il sindacato autonomo e i membri della rete nazionale #RiderXiDiritti insieme alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, nel quale saranno posti all’attenzione del Governo i problemi dell’intero settore.

Nel frattempo, una delle piattaforme più note in Italia, Just Eat, ha annunciato che nel 2021 assumerà i suoi fattori come lavoratori dipendenti, facendo dunque uscire dalla zona grigia di un lavoro pagato male e tutelato ancora peggio, centinaia di giovani rider.

Tutti i fattorini del progetto “Scoober” di Just Eat saranno dunque inquadrati come lavoratori dipendenti e quindi completamente tutelati e assicurati. Una decisione che si inserisce in un percorso che l’azienda segue da tempo volto a far crescere ed evolvere il mercato e a costruire un sistema sempre più al passo con le esigenze e le peculiarità del settore, migliorando il modello di business ma anche lavorando alla costruzione di un modello in grado di tutelare sempre di più anche i lavoratori.

«È da questo intento che nasce la volontà di integrare il business con ulteriori tutele per i rider – spiegano dall’azienda –  dopo gli obiettivi importanti già raggiunti nei mesi scorsi nell’ambito del lavoro autonomo. Come leader di mercato del digital food delivery, Just Eat vuole infatti offrire ai rider le migliori condizioni di lavoro, i migliori vantaggi e tutele possibili, e assicurare loro il miglior inquadramento occupazionale che può offrire al momento il panorama italiano. Un nuovo modello che punta a migliorare le tutele dei rider, contribuendo anche a garantire un miglior servizio e maggior valore a clienti e ristoranti».
 
Il modello “Scoober”, già attivo in altri paesi europei del gruppo, prevederà quindi per i rider di Just Eat un contratto in qualità di lavoratori dipendenti basato sulle linee guida internazionali di un accordo aziendale, adattate e in linea con la normativa e la legislazione italiana. Sarà possibile mantenere la flessibilità legata al tipo di attività in base alla tipologia di contratto, full time o part-time, e sarà introdotta una paga oraria, corrispondente quindi all’intero turno coperto dal rider e non in relazione alle singole consegne, sulle quali invece si valuterà un ulteriore bonus.

“Siamo contenti di introdurre nel 2021 il modello Scoober – spiega Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia - in linea con la strategia del Gruppo e con la nostra volontà di investire sempre di più sul mercato con una nuova soluzione che permetterà ai rider di operare in qualità di lavoratori dipendenti. Crediamo infatti che, dopo i passi avanti già fatti nei mesi scorsi, sia giunto il momento di proseguire con il nostro impegno nel fornire tutele e protezioni ai lavoratori della gig economy. Questo approccio consente a Just Eat di fornire un servizio e un'esperienza utente migliori sia per i nostri consumatori, sia per i ristoranti partner che per i rider stessi. Pensiamo sia un valore aggiunto avere rider che consegnino con noi come dipendenti e, soprattutto, completamente tutelati del punto di vista contrattuale».

Il progetto, tuttora in fase di sviluppo, sarà caratterizzato da differenti tipologie di attività sul territorio: nelle città più piccole i rider potranno operare con mezzi propri e una fornitura completa di dispositivi di sicurezza, oltre a indumenti brandizzati e zaino per le consegne forniti da Just Eat, nelle città più grandi, come ad esempio Roma e Milano, ma non solo, il progetto prevede veri e propri hub a copertura del cuore della città, ove per i rider sarà possibile ritirare e utilizzare, per il proprio turno di lavoro, solo mezzi sostenibili come scooter elettrici o e-bike di Just Eat, gli strumenti per le consegne come casco, giacca e zaino, e che potranno essere anche luoghi di scambio e incontro. Sempre nelle città più grandi il sistema sarà affiancato inoltre dalla soluzione con rider che operano con mezzi propri, soprattutto nelle aree fuori dal centro e con la possibilità di scegliere in fase di application.

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Alberto Lupini


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