Quando gli errori sono un successo Il cocktail sbagliato di Davide Pinto

L’Americano sbagliato, frutto di una svista del noto barman e titolare dell’Affini di Torino che usò un rosso, il Freisa vivace di Chieri, al posto del bianco, è stato inserito nel libro Serendipity di Oscar Farinetti

Antropologia liquida di Davide Pinto, titolare e anima pensante del locale Affini di Torino, è una delle 50 Serendipity del libro di Oscar Farinetti, edito da Slow Food Editore. Serendipity, ovvero una scoperta nata per caso quando stavi cercando qualcos’altro, è un termine antico coniato nel Settecento dallo scrittore inglese Horace Walpole prendendo spunto da un’antica favola persiana.



«Dopo tanti anni in cui il vino non veniva più utilizzato nella miscelazione - racconta Pinto - abbiamo deciso di sostituire lo spumante usato da Stocchetto con un vino bianco della provincia di Torino, l’Erbaluce. Una sera, per errore, invece del vino bianco, ho usato un rosso, il Freisa vivace di Chieri creando un diverso gusto e cromatismo». Nasce così l’Americano sbagliato, signature drink della casa che ha conquistato anche i clienti del bar ristorante Manzo di New York.

Serendipity, Il libro di Farinetti, arrivato alla seconda edizione, raccoglie 50 storie stuzzicanti di cui 46 di cibo, dal brodo di giuggiole alla farinata per citare prodotti meno conosciuti. Le altre sono piacevoli conversazioni di altre vicende che non toccano il cibo: il sigaro toscano con Roberto Vecchioni; il verderame, quella poltiglia blu che si spruzza sulle viti come prevenzione e cura di alcune malattie con Attilio Scienza; il Viagra con Vittorio Sgarbi e quella che Farinetti considera la serendipity “assoluta” ovvero l’uomo e ne parla con Telmo Pievani, filosofo e storico della biologia ed esperto di teoria dell’evoluzione. 

La presentazione torinese del libro ha avuto luogo nella sede della Portineria di comunità "Lo Spaccio di cultura” ex edicola-chiosco di Porta Palazzo a Torino, prima in Italia ispirata sul modello francese di Lulù dans ma rue. Si tratta di un punto di riferimento per la comunità, nato grazie all’intuizione della Rete italiana di cultura popolare. Il suo scopo è mettere in contatto persone che vivono nello stesso quartiere rendendo possibile l’incontro e lo scambio tra competenze e bisogni, facendo in modo che chi ha necessità possa essere aiutato nelle piccole e grandi faccende quotidiane.