#pizzaUnesco sempre più lanciata Le firme arrivano a 1,5 milioni
20 giugno 2017 | 17:48
#pizzaUnesco festeggia al Napoli Pizza Village il traguardo storico di 1,5 milioni di firme da 80 Paesi del mondo. Ad annunciarlo è il presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro delle Politiche agricole e dell'ambiente, promotore della epocale petizione che punta a favorire la travolgente corsa dell'Arte dei pizzaiuoli napoletani a Patrimonio culturale immateriale dell'Unesco.
«Napoli - commenta Pecoraro Scanio - è la culla della pizza, il prodotto gastronomico più diffuso al mondo ma pochi conoscono l'arte, la storia, la tradizione dietro quel disco di pasta farcito È un patrimonio di saperi intimamente legato a questa comunità che affonda le radici nel lavoro dei pizzaiuoli, veri presidi culturali. Il riconoscimento della candidatura permetterebbe di tutelare dalla globalizzazione industriale una professione e una professionalità che ci appartengono e che distinguono la nostra cultura artigianale locale dalle altre. Se così non fosse, rischieremmo di perdere la storia del nostro Paese, per questo sono convinto che l'Unesco vorrà registrare l'Arte dei pizzaiuoli napoletani nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell'Umanità. Un milione e mezzo di firme sono la conferma del radicamento a Napoli, in Italia e nel mondo di questa tradizione che è davvero rappresentativa».
Promuovere la candidatura italiana significa aprirsi a tutte le realtà culturali, continuare a dare impulso all'immagine e ai valori dell'arte dei pizzaiuoli napoletani nel mondo. Lo conferma S.E. Albert Tshiseleka Felha, ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo e decano degli Ambasciatori d’Africa in Italia, ieri ospite d'onore: «Ringrazio il presidente di UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio per avermi presentato la petizione #pizzaUnesco che ho firmato con gioia. Sosterrò il messaggio di conoscenza di questa arte tradizionale napoletana attraverso progetti pilota in Congo, in particolare, e in Africa, in generale». Al Decano, che ha difeso il valore delle tradizioni popolari, è stato tributato un lungo e caloroso applauso dal numeroso pubblico presente.
La lunga cavalcata della campagna mondiale è stata ripercorsa a partire dalla presentazione della nuova edizione del libro #pizzaUnesco: patrimonio dell'Umanità. Orgoglio italiano nel mondo, realizzato dalla Fondazione UniVerde e curato da Massimo Boddi (edito da Aracne). Il volume è il racconto illustrato della mobilitazione planetaria, lanciata nel 2014 proprio al Napoli Pizza Village, che chiede questo ambito riconoscimento.
Prosegue l'impegno deciso di Coldiretti, «un passaggio fondamentale per la cultura e la tradizione della nostra gastronomia ma anche per l'importanza storica del legame tra cucina e ingredienti, quindi la nostra agricoltura - dichiara il presidente nazionale Roberto Moncalvo - occorre, in questi ultimi mesi di campagna, una sfida completa del sistema Paese che coinvolga la società civile, le associazione che fin dall'inizio hanno sostenuto il percorso della candidatura, ma anche un impegno sostanziale dei ministeri coinvolti».
#pizzaUnesco è dunque giunta a quota 1,5 milioni, numeri che la confermano come la più imponente campagna a sostegno di una candidatura Unesco della storia. Nel corso del convegno di ieri sono state consegnate da Coldiretti Campania ulteriori 50mila firme, utili al taglio del nuovo traguardo. David Granieri, presidente di Unaprol, la più grande associazione olivicola italiana, ha inoltre confermato la raccolta di 100mila adesioni, già annunciate a maggio a TuttoFood Milano.
Si sono stretti intorno alla petizione promossa dal Presidente Pecoraro Scanio anche i rappresentanti dei ministeri degli Esteri e dell'Agricoltura, di ambasciate e consolati italiani nel mondo, di Regione e Comune, e i supporters della campagna presenti al convegno. Tutti uniti verso l'obiettivo di 2 milioni di sottoscrizioni da 100 Paesi che si prevedono di raggiungere nel mese di novembre, nel corso della Seconda Settimana della Cucina italiana nel mondo. Rush finale per puntare alla vittoria a Seoul, vale a dire quando i Paesi membri del Comitato Intergovernativo Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale si riuniranno a dicembre per decidere le sorti dell'Arte dei pizzaiuoli napoletani.
«Anche noi mandolinisti, con passione e dedizione artistica, abbiamo deciso di sostenere questo importante progetto con Pizza&Mandolin - commenta il Maestro mandolinista Mauro Squillante, promotore dell'iniziativa culturale insieme a Mimmo Ceccaroli - perché pizza e mandolino, insieme, sono un’arte unica al mondo e rappresentano le più vive e attuali espressioni del buono e del bello che la città di Napoli esprime». Al Napoli Pizza Village, tutte le sere dalle 18.00 alle 19.30 presso lo stand #pizzaUnesco, i mandolinisti metteranno a disposizione la loro arte con esibizioni e lezioni gratuite aperte a tutti, attingendo dai brani della tradizione classica partenopea.
A suggellare l'unione artistica di questi due simboli della cultura napoletana, il maestro pizzaiuolo Fabio Cristiano, titolare della pizzeria Da Gennaro a Bagnoli, recente ambasciatore di #pizzaUnesco a Tel Aviv, ha realizzato per l'occasione una speciale pizza a forma di mandolino. Infine, i mandolinisti hanno allietato il pubblico facendo rivivere, attraverso esecuzioni piene di passione, lo spirito, le emozioni e i colori della canzone napoletana.
«Napoli - commenta Pecoraro Scanio - è la culla della pizza, il prodotto gastronomico più diffuso al mondo ma pochi conoscono l'arte, la storia, la tradizione dietro quel disco di pasta farcito È un patrimonio di saperi intimamente legato a questa comunità che affonda le radici nel lavoro dei pizzaiuoli, veri presidi culturali. Il riconoscimento della candidatura permetterebbe di tutelare dalla globalizzazione industriale una professione e una professionalità che ci appartengono e che distinguono la nostra cultura artigianale locale dalle altre. Se così non fosse, rischieremmo di perdere la storia del nostro Paese, per questo sono convinto che l'Unesco vorrà registrare l'Arte dei pizzaiuoli napoletani nella Lista dei patrimoni culturali immateriali dell'Umanità. Un milione e mezzo di firme sono la conferma del radicamento a Napoli, in Italia e nel mondo di questa tradizione che è davvero rappresentativa».
Promuovere la candidatura italiana significa aprirsi a tutte le realtà culturali, continuare a dare impulso all'immagine e ai valori dell'arte dei pizzaiuoli napoletani nel mondo. Lo conferma S.E. Albert Tshiseleka Felha, ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo e decano degli Ambasciatori d’Africa in Italia, ieri ospite d'onore: «Ringrazio il presidente di UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio per avermi presentato la petizione #pizzaUnesco che ho firmato con gioia. Sosterrò il messaggio di conoscenza di questa arte tradizionale napoletana attraverso progetti pilota in Congo, in particolare, e in Africa, in generale». Al Decano, che ha difeso il valore delle tradizioni popolari, è stato tributato un lungo e caloroso applauso dal numeroso pubblico presente.
La lunga cavalcata della campagna mondiale è stata ripercorsa a partire dalla presentazione della nuova edizione del libro #pizzaUnesco: patrimonio dell'Umanità. Orgoglio italiano nel mondo, realizzato dalla Fondazione UniVerde e curato da Massimo Boddi (edito da Aracne). Il volume è il racconto illustrato della mobilitazione planetaria, lanciata nel 2014 proprio al Napoli Pizza Village, che chiede questo ambito riconoscimento.
Prosegue l'impegno deciso di Coldiretti, «un passaggio fondamentale per la cultura e la tradizione della nostra gastronomia ma anche per l'importanza storica del legame tra cucina e ingredienti, quindi la nostra agricoltura - dichiara il presidente nazionale Roberto Moncalvo - occorre, in questi ultimi mesi di campagna, una sfida completa del sistema Paese che coinvolga la società civile, le associazione che fin dall'inizio hanno sostenuto il percorso della candidatura, ma anche un impegno sostanziale dei ministeri coinvolti».
#pizzaUnesco è dunque giunta a quota 1,5 milioni, numeri che la confermano come la più imponente campagna a sostegno di una candidatura Unesco della storia. Nel corso del convegno di ieri sono state consegnate da Coldiretti Campania ulteriori 50mila firme, utili al taglio del nuovo traguardo. David Granieri, presidente di Unaprol, la più grande associazione olivicola italiana, ha inoltre confermato la raccolta di 100mila adesioni, già annunciate a maggio a TuttoFood Milano.
Si sono stretti intorno alla petizione promossa dal Presidente Pecoraro Scanio anche i rappresentanti dei ministeri degli Esteri e dell'Agricoltura, di ambasciate e consolati italiani nel mondo, di Regione e Comune, e i supporters della campagna presenti al convegno. Tutti uniti verso l'obiettivo di 2 milioni di sottoscrizioni da 100 Paesi che si prevedono di raggiungere nel mese di novembre, nel corso della Seconda Settimana della Cucina italiana nel mondo. Rush finale per puntare alla vittoria a Seoul, vale a dire quando i Paesi membri del Comitato Intergovernativo Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale si riuniranno a dicembre per decidere le sorti dell'Arte dei pizzaiuoli napoletani.
«Anche noi mandolinisti, con passione e dedizione artistica, abbiamo deciso di sostenere questo importante progetto con Pizza&Mandolin - commenta il Maestro mandolinista Mauro Squillante, promotore dell'iniziativa culturale insieme a Mimmo Ceccaroli - perché pizza e mandolino, insieme, sono un’arte unica al mondo e rappresentano le più vive e attuali espressioni del buono e del bello che la città di Napoli esprime». Al Napoli Pizza Village, tutte le sere dalle 18.00 alle 19.30 presso lo stand #pizzaUnesco, i mandolinisti metteranno a disposizione la loro arte con esibizioni e lezioni gratuite aperte a tutti, attingendo dai brani della tradizione classica partenopea.
A suggellare l'unione artistica di questi due simboli della cultura napoletana, il maestro pizzaiuolo Fabio Cristiano, titolare della pizzeria Da Gennaro a Bagnoli, recente ambasciatore di #pizzaUnesco a Tel Aviv, ha realizzato per l'occasione una speciale pizza a forma di mandolino. Infine, i mandolinisti hanno allietato il pubblico facendo rivivere, attraverso esecuzioni piene di passione, lo spirito, le emozioni e i colori della canzone napoletana.
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Alberto Lupini
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