Il personale alberghiero scarseggia, bisogna investire sui giovani
In ristoranti, bar e hotel il personale è diventato ormai merce rara. Bisogna modificare radicalmente il sistema di insegnamento presso le scuole alberghiere dando più spazio alle ore di pratica
Le attività anche con mille problemi sono ripartite, hanno riaperto le strutture ricettive e i ristoranti, i clienti sono tornati nei locali. Il segnale negativo è stato però la mancanza del personale per svolgere le mansioni principali presso ristoranti, bar e hotel. Erano e sono ancora tutti impegnati nella ricerca di personale. In Amira il telefono suona tutti i giorni e la domanda è sempre la stessa: “Cerchiamo figure per la sala, avete qualcuno da mandarci?”. Si potrebbe dire che il personale è diventato ormai merce rara. La chiusura di molti mesi ha comportato un allontanamento del personale e, non potendo continuare, molti hanno ripiegato su altri tipi di entrate economiche. Tanti professionisti si sono trasferiti all’estero per cominciare un nuovo lavoro maggiormente garantito.
Le polemiche di molti proprietari riguardano la disponibilità dei bonus dello Stato come alternativa al lavoro. C’è chi sostiene che questo scenario sia inevitabile, visto quali sono le condizioni di lavoro e i salari che molto spesso vengono offerti dagli imprenditori. Ricordiamo che per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono stati stanziati 40 miliardi di euro per il 2021 con l’obiettivo di modernizzare i processi e introdurre nuovi progetti per le Regioni italiane. Gli investimenti non sono pochi e quello che il Governo Draghi ha sottolineato è anche l’importanza di trasmettere all’estero l’immagine di un’Italia che riparte con convinzione dopo la pandemia.
Sicuramente si aprono nuove prospettive per chi vuole iniziare a lavorare in questo settore nei mesi a venire. Il settore ha ancora tante carte da giocare, bisogna investire sui giovani, modificare radicalmente il sistema di insegnamento presso le scuole alberghiere dando più spazio alle ore di pratica, non tanto per insegnargli a portare un piatto ma per farli innamorare della professione. Solo così riusciremo a non fargli cambiare rotta dopo poco tempo che si sono diplomati... Ma poi spetta ad ogni singolo ristoratore cambiare gioco e tornare a vincere. Come dice Antoine de Saint-Exupéry: «Per quanto riguarda il futuro, non si tratta di prevederlo, ma di renderlo possibile».
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Alberto Lupini