Per attrarre i giovani serve ridare ascolto a passione e sentimenti
Il mondo della ristorazione e del turismo è chiamato a dare risposta a nuove priorità avendo il coraggio di ripensare il modello di offerta e di servizio per far ripartire l’entusiasmo che c’è dentro ogni ragazzo
La consapevolezza di essere legati alla propria città, al proprio Paese, alla sua storia, alla sua gente, alla sua economia ed alle sue tradizioni, ci porta a questi momenti di profonda riflessione dove, comunque e sempre, prevale il senso di appartenenza. La cultura attiene ad una visione della vita, ai sentimenti delle persone, essa è uno straordinario veicolo di pace e promuovere e condividere valori e solidarietà tra persone, popoli e generazioni.
Ritengo che occorra ripartire da qui per comprendere quello che sta accadendo nella nostra società post pandemia. Dobbiamo ritornare a coltivare umanità, relazioni sociali, aspetti fondamentali per vivere e crescere in una società migliore e più giusta. La società contemporanea, infatti, non risponde più alle aspettative delle giovani generazioni ed è come se si fosse rotto quel patto che sosteneva in qualche modo il passaggio generazionale nel modello lavorativo, imprenditoriale, organizzativo ed economico e, sinceramente, non si può dare a loro la colpa di non rispettare le aspettative degli adulti!
I nostri ragazzi, quindi i nostri figli, è come se non accettassero più quanto il mondo degli adulti ha riservato per loro sia come lavoro che come prospettive. Non accettano di mantenere in piedi un modello produttivo e distributivo che non è il loro e che subiscono e nel quale hanno la percezione di essere solo dei numeri. Delle pedine all’interno di processi produttivi e organizzativi. Occorre, quindi, come imprese interrogarsi su come le nuove generazioni immaginino o vorrebbero il loro futuro, come si riuscirebbero a identificare con il lavoro e come si sentirebbero coinvolti. Il problema che il lavoro di oggi così com’è configurato non riesce a garantire una forte risposta identitaria da parte dei ragazzi. Questa è la vera sfida che dobbiamo rilanciare tutti, perché servono nuovi stimoli ed è necessario trovare nuovi modelli dove la flessibilità, le competenze, gli obbiettivi diventino la nuova realtà e non più il fattore tempo con il quale tutto il nostro sistema organizzativo della nostra società ha funzionato sino a ieri.
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Occorre rimettere al centro nuove modalità ed approcci che possano coinvolgere e far ripartire l’entusiasmo, la creatività ed il sogno che c’è dentro ogni ragazzo. Occorre valutare l’individuo in base alle sue competenze ed in funzione del contributo che è in grado di dare nell’innovare e migliorare le performance aziendali. Oggi non servono manager con la capacità di comandare, ma con la capacità di saper motivare e creare un gioco di squadra rispetto ad obbiettivi e progetti condivisi. Occorre essere consapevoli che sono cambiati profondamente valori, aspettative, aspirazioni e priorità da parte dei giovani con evidenti effetti sul lavoro e la stessa produttività. Il mondo della ristorazione e del turismo è chiamato a dare una risposta a queste nuove priorità, avendo il coraggio di ripensare il modello di offerta e di servizio perché, forse, abbiamo rincorso troppo un’economia malata e la pandemia, facendoci fermare per un attimo, ci ha fatto comprendere come correre senza meta significa bruciare energie inutilmente e perdere l’orientamento. Il vero rinnovamento, oggi, è ridare ascolto alla passione ed ai sentimenti delle persone, ricostruendo una visione unitaria sui veri valori della vita!
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Alberto Lupini