Non è tutto oro quel che luccica... nemmeno se sono banane
Dietro la Super Banana Ogm su cui sta investendo la fondazione benefica che fa capo a Bill Gates per la lotta alla denutrizione in molti Paesi africani si scatenano le polemiche
È notizia recente che la fondazione benefica che fa a capo a Bill Gates ha deciso di investire 15 milioni di dollari nello sviluppo di una super “banana transgenica” ad alto contenuto nutrizionale, e ricca delle maggiori vitamine e sali minerali per il buon funzionamento dell’organismo umano. Obiettivo: lottare contro la denutrizione della popolazione infantile di un gran numero di Paesi africani. Detto questo, chiunque potrebbe pensare che è una buona iniziativa filantropica e degna di lode. Però non sono mancate le polemiche, specie da parte delle stesse autorità africane e del loro indotto locale, in particolare ugandesi, asserendo che la “Super Banana Ogm” è un insulto al loro cibo e alla loro cultura: le loro banane autoctone sono perfette e sono secoli che le coltivano e si alimentano di esse.
Sempre a detta loro, diverso invece l’obiettivo e non a fine di bene per i bimbi d’Africa; bensì si tratta del piano che le grandi multinazionali della biotecnologia hanno stabilito per continuare l’espansione delle loro coltivazioni Ogm. Dopo i passati fallimenti di poter introdurre in Ue “prodotti” e colture transgeniche, ora puntano sull’Africa, la nuova cosiddetta “El Dorado” di territori da sfruttare. E la scusante si chiama …….. “fame”.
La questione a detta mia è molto contorta e comporta vari aspetti che vanno addirittura in contrapposizione l’uno con l’altro. Il nostro Ente, la Federazione Italiana Cuochi che rappresento, poco cerca di entrare in dibatti cui obbligatoriamente si sviluppano dinamiche politiche e grossi interessi di lobby dove, si sa, si movimenta una enorme quantità soldi,che di riflesso crea posti di lavoro, anche a discapito dell’ etica e della morale. Quello che voglio rimarcare non è in sé la coltivazione di queste “super” banane o l’opportunità della sperimentazione, la questione tocca e riflette argomenti come l’accesso al cibo, la povertà e la distribuzione della ricchezza. E soprattutto l’eventuale e possibile consumo di un prodotto Ogm, che a distanza di tempo non si sa che effetti possa avere sull’organismo umano.
La Federcuochi non può astenersi dal condannare apertamente l’intera faccenda, in quanto tratta un prodotto alimentare, anche se di un frutto esotico, quale la super banana, coltivato lontano dai nostri territori e non commerciabile nel mercato europeo. Il cibo non si tocca qualunque esso sia! Colture e altri prodotti, dediti al consumo alimentare, non vanno artificiosamente né geneticamente “manipolati”; ricerca e sperimentazione scientifica è consona e corretta anche dal mio punto di vista di cuoco, ma solo per approfondire conoscenze e consapevolezze sulla materia. Gestire “progetti” con fini monetari, avvolgendosi nella bandiera del bene collettivo, richiamando concetti come la fame del mondo o la salvaguardia dell'ambiente (vedi la carne in vitro) sono da condannare totalmente, come mettere al bando certi investitori che si celano nelle vesti di benefattori; le loro smisurate disponibilità economiche le dovrebbero davvero mettere a disposizione in contesti umanitari e di lotta alla povertà, anziché in celate spoglie filantropiche per creare senza scrupoli ulteriori profitti.
© Riproduzione riservata
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini