La missione di Ais Marche: “Sommelier sempre più preparati”

Questo l’obiettivo prioritario di Stefano Isidori, rieletto presidente della sezione regionale dell’Associazione italiana sommelier, in vista delle nuove sfide che attendono la categoria

11 luglio 2022 | 11:30
di Vincenzo D’Antonio

Si sono appena concluse le elezioni dei Presidenti regionali Ais e nei prossimi giorni ci sarà l’elezione del presidente nazionale. Abbiamo incontrato Stefano Isidori, rieletto presidente Ais delle Marche, un sodalizio che oggi conta  oltre1.400 iscritti.

 

Stefano Isidori rieletto presidente di Ais Marche

Presidente, nella tornata delle elezioni per i vertici regionali dell'Ais, lei è un rieletto. Come lo spiega ?
Semplicemente perché ero l'unico candidato. Con i colleghi del consiglio direttivo regionale, ci siamo confrontati prima di presentare le candidature e in accordo, abbiamo condiviso l'idea di "riproporre" la mia candidatura per continuare il lavoro svolto nell'ultimo quadriennio e dare continuità alla vita associativa. Sicuramente questi accordi sono risultati proficui e hanno finalizzato l'obiettivo che ci eravamo posti. Non spaccarci, non creare diatribe e disagi che avrebbero portato a divisioni.

 

Nell'imminente scenario autunnale, da qualcuno definito da "tempesta perfetta", come evolverà la figura del sommelier ?
Si, sicuramente questa situazione avvantaggerà il "ruolo del sommelier" e quello della nostra Associazione. La clientela sempre più preparata (anche grazie all'immenso lavoro che svolge AIS sul territorio organizzando corsi e implementando la cultura del vino) chiederà professionisti altamente specializzati. Questo porterà inevitabilmente a migliorare il servizio ristorativo, obbligherà il ristoratore a perfezionare l'offerta, sarà costretto a preparare una "carta dei vini" insuperabile, dovrà affiancarsi da personale competente che possa soddisfare le maggiori esigenze del cliente.

Intravede, pertanto, una sorta di selezione naturale?
Sì, sono convinto che chi saprà migliorarsi, anche a scapito di vendere a prezzi più alti, avrà maggiore successo di chi rimarrà nella mediocrità di un'offerta banale.

 

 

Le Marche, unica regione al plurale, è plurale anche nella diversità dei vigneti e dei vini. Quali sono i vini marchigiani emergenti ?
Si, le Marche stanno finalmente emergendo, da tutti i punti di vista. Siamo riusciti, anche grazie al lavoro svolto da questa giunta regionale, a progettare interventi sul territorio volti a far vedere le Marche al di fuori del contesto regionale. Un grande supporto a questa visibilità lo dobbiamo al comparto enologico. Regione al plurale e pluralità nella scelta dei vini. Indubbiamente il traino è legato al Verdicchio nelle sue due espressioni (non poteva essere altrimenti in una regione plurale) Matelica più aureo, Jesi più tonico. Ora sono emersi anche tutti gli altri, ancora i bianchi da uva pecorino proposti nel Piceno e il bianchello (o biancame) dalla provincia di Pesaro, il maceratino e la passerina; il rosso da uva Lacrima (in quel di Morro d'Alba), versatile come non mai, che regala fragranti spumanti e vini rossi dagli intensi profumi. La briosa Vernaccia di Serrapetrona, purtroppo (o per fortuna) prodotta in piccole quantità che ci viene invidiata da moltissime regioni. Poi i grandi rossi da aleatico, sangiovese e montepulciano. Ciò che maggiormente richiama l'attenzione del pubblico, in questo istante, sono i bianchi. Forse ciò è dovuto alle temperature roventi !

Presidente, quanti sono gli iscritti Ais Marche?
In questo istante, controllando sul gestionale, 1.489 soci hanno rinnovato la tessera. Non male per una piccola regione.

Ecco, e se ampliamo il censimento, lavorando necessariamente non sulle anagrafiche ufficiali, ma sulle sensazioni che il Suo osservatorio Le consente, a quali generazioni appartengono gli appassionati marchigiani?
Sa, sono relatore ai corsi e continuamente sono in contatto con i soci che si iscrivono in Ais e frequentano i corsi. Nell'ultimo periodo è cresciuta notevolmente la percentuale dei giovani (dai 20 ai 30 anni) che cercano, non solo una maggiore e migliore cultura enologica, ma vedono il percorso Ais anche come possibilità di impiego nel futuro. E le giuro che trovano lavoro subito, anche per quanto ci siamo detti prima. Altra grande percentuale sono i "professionisti" cioè .. camerieri, barman, enotecari che, come già le ho detto,  devono migliorare la loro preparazione. Gli "over fifty”, comunque presenti, sono sempre una fascia più ristretta.

Bene, Presidente. Concludiamo con un giochino incrociato. Io Le dico un vino marchigiano e Lei mi individua il miglior abbinamento con un cibo NON marchigiano. Mi dica, allora: Verdicchio di Matelica Riserva Docg?
Canederli

Ah, bene! E adesso il reciproco. Le dico una Dop marchigiana e Lei mi individua l'abbinamento con un vino NON marchigiano. Stiamo parlando della Casciotta d'Urbino DOP
Lugana nella versione base. La Casciotta d'Urbino è decisamente a tendenza dolce e grassa, con note aromatiche lattee, ha bisogno di un gioviale e fresco vino bianco con un discreto grado alcolico e profumi decisamente vegeto-floreali.

Presidente Isidori, a momenti AIS avrà il nuovo Presidente nazionale. Quale consiglio, uno solo, gli vuole dare?
Essere disponibile al dialogo, ascoltare tutti, condividere i pensieri. L'Ais è un "esercito" di sommelier e il comandante deve avere capacità organizzative, diplomatiche, gestionali di grandissimo valore.

So che Lei è in partenza per Matelica, dove a Tipicità parlerà dei vini marchigiani. La ringrazio per il tempo che ha voluto dedicarci e Le auguro buon lavoro.
Il compito di noi Presidenti Regionali Ais è complesso, ma dà grandissime soddisfazioni quando i soci e i produttori ci riconoscono il ruolo di comunicatori e ambasciatori del meraviglioso mondo del vino italiano. A presto.

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