Mense dimenticate dalla “Manovra 2024”? L'allarme delle organizzazioni

Le organizzazioni del comparto hanno espresso preoccupazione per l'assenza di misure economiche atte a mitigare i danni causati dall'incremento dei prezzi degli alimenti, non riconosciuti dalle stazioni appaltanti pubbliche

31 ottobre 2023 | 17:32

Vista la bozza del nuovo Disegno di legge di bilancio, aka "Manovra 2024", le aziende dei servizi delle mense si preparano ad affrontare tempi estremamente difficili e una crisi inevitabile. Nonostante l'apprezzamento per le misure che riguardano la riduzione del cuneo fiscale, le principali organizzazioni industriali e cooperative del comparto - come Angem, Anir Confindustria, Confcooperative lavoro e servizi e Legacoop produzione e servizi - hanno espresso profonda preoccupazione per l'assenza di misure economiche atte a mitigare i danni causati dall'incremento dei prezzi dei generi alimentari, nonché di energia e trasporti, che non sono riconosciuti dalle principali stazioni appaltanti pubbliche.

Le mense chiedono di non essere discriminate sulla detassazione del lavoro notturno e festivo per i dipendenti di strutture

Sebbene si comprenda e si condivida l'obiettivo di finanziare la revisione dei prezzi per i lavori pubblici - scrivono le organizzazioni - con uno stanziamento di 200 milioni per il 2024 e ulteriori 100 milioni per il 2025, si nota che questa procedura è stata sviluppata esclusivamente per i lavori pubblici: una situazione che rappresenta una discriminazione insostenibile e palesa che il motivo per cui non si interviene sugli appalti dei servizi è una chiara scelta politica, al di là delle questioni di fondi. Analogamente, le organizzazioni delle mense chiedono di non essere discriminate anche riguardo alla detassazione del lavoro notturno e festivo per i dipendenti di strutture. Attualmente, questa misura riguarda solo gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, escludendo le mense.

Il settore dei servizi per la ristorazione collettiva da tempo chiede un adeguamento serio del codice degli appalti, specialmente per quanto riguarda il meccanismo di revisione dei prezzi. Nel settore agroalimentare, questi prezzi stanno aumentando ben oltre l'inflazione complessiva, mettendo a dura prova le risorse delle aziende. Queste imprese hanno dovuto affrontare la crisi sostenendo costi di produzione ed erogazione dei servizi aumentati di oltre il 20%. Le organizzazioni ritengono che a partire dalla prossima legge di bilancio del 2024 sia necessario introdurre misure di sostegno per le imprese e i lavoratori del settore, riconoscendo il contributo che hanno già dato. Queste misure dovrebbero mirare all'abolizione definitiva delle gare al massimo ribasso e, soprattutto, all'adeguamento automatico dei prezzi agli indici Istat. Questo è particolarmente importante in un settore che, per le sue caratteristiche strutturali, gode di margini di profitto molto ridotti, ben al di sotto della soglia del 5% prevista nel nuovo codice degli appalti, che consentirebbe una minima revisione dei prezzi.

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Alberto Lupini


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