Luigi Bormioli e l’arte della mixology
Lo storico brand parmense sviluppa una nuova collezione di prodotti e di strumenti pensati per valorizzare l’arte della miscelazione e amplificare l’esperienza della degustazione
14 giugno 2018 | 09:31
La storia d’Italia è la storia di alcune delle sue famiglie più celebri che hanno saputo contribuire, con il loro lavoro, a definire quello stile “Made in Italy” rinomato nel mondo. Generazioni di padri e di figli che, mantenendosi fedeli alla cultura delle proprie origini, hanno progressivamente trasformato piccole botteghe di stampo artigianale in aziende internazionali, capaci di dettare regole sul mercato prevedendone le evoluzioni e interpretandone i bisogni.
Luigi Bormioli, “magister vitriorum” alle origini della sua stirpe e stilista del vetro in età contemporanea, ne è una delle massime espressioni. Nel nome di creatività, gusto, ricerca e sperimentazione, il marchio si è evoluto di stagione in stagione, ritagliandosi un ruolo di primo piano nella produzione vetraria internazionale forte della sua visione proattiva («L’innovazione è uno stato mentale che si vive giorno per giorno: vogliamo imparare, cambiare, superare i nostri limiti. Questa infatti è una condizione indispensabile per garantire lunga vita all’azienda: restare sempre giovani e rinascere ogni giorno») di un “saper fare” e di un tocco inconfondibilmente italiani. Gli stessi che si leggono nella nuova collezione “Barware & Cocktail making equipement” sviluppata per la mixology.
Da semplice trend di inizio millennio, la miscelazione è oggi infatti diventata una forma d’arte che, come spiega Yuri Gelmini, head barman del Surfer’s Den di Milano e collaboratore nella realizzazione della nuova linea del brand, è frutto dell’interazione tra abilità ed estetica, tecnica e fantasia. «La mixology - aggiunge Gelmini - richiede attenzione a diversi aspetti di cui il drink è solo una parte, anche se tutto inizia da lì. La preparazione del cocktail avviene sotto gli occhi del cliente quindi gli strumenti sono importanti quanto l’abilità del barman per creare un momento di magia. Servire la realizzazione in un bicchiere che la renda preziosa significa valorizzarla ulteriormente. Tutte le volte che propongo un drink in un bicchiere “Luigi Bormioli”, sia io che i miei clienti godiamo di una brillantezza e di un design superiori. Quello che mancava era una linea di attrezzature che impreziosisse anche il mio lavoro».
Da questa intuizione nasce una collezione articolata in una serie di prodotti funzionali sia all’operatività che al servizio: dalle “Dash” e “Bitter Bottles” ai mixing glass, dai decanter ai bicchieri sino a set “5 pieces”, nella linea “Barware & Cocktail making equipement” tutto parla la lingua della mixology, affiancando il bartender nella fase di preparazione e accompagnando il cliente nella degustazione.
«Fusione di design, ricercatezza delle linee e qualità dei materiali - spiega Antonella Giupponi, responsabile comunicazione di Ros - la collezione “made in” Luigi Bormioli contribuisce a fare dell’assaggio un’esperienza ad alto tasso di coinvolgimento sia per il professionista, che per può contare su strumenti performanti e dal forte appeal, sia per il cliente i cui sensi, tattili e visivi in primis, vengono sollecitati».
Mai sottovalutare infatti il potere del vetro per creare suggestioni che vanno oltre il gioco delle trasparenze. “The miracle of glass” by Luigi Bormioli ne è la quintessenza. Vetro sonoro superiore soffiato high-tech, il materiale sviluppato dall’azienda parmense, ma con filiali anche in Francia e Usa, oltre ad essere fortemente innovativo, è un miracolo “ultra clear” di brillantezza, di resistenza (un innovativo trattamento antiabrasione Titanium Reinforced® applicato sullo stelo dei calici ne diminuisce infatti del 140% i rischi di rottura, ndr) e attenzione all’ambiente, complice la produzione effettuata con basse emissioni di anidride carbonica e in assenza di piombo e altri metalli. La mixology nasce qui.
Per informazioni: www.ros.bergamo.it
Luigi Bormioli, “magister vitriorum” alle origini della sua stirpe e stilista del vetro in età contemporanea, ne è una delle massime espressioni. Nel nome di creatività, gusto, ricerca e sperimentazione, il marchio si è evoluto di stagione in stagione, ritagliandosi un ruolo di primo piano nella produzione vetraria internazionale forte della sua visione proattiva («L’innovazione è uno stato mentale che si vive giorno per giorno: vogliamo imparare, cambiare, superare i nostri limiti. Questa infatti è una condizione indispensabile per garantire lunga vita all’azienda: restare sempre giovani e rinascere ogni giorno») di un “saper fare” e di un tocco inconfondibilmente italiani. Gli stessi che si leggono nella nuova collezione “Barware & Cocktail making equipement” sviluppata per la mixology.
Da semplice trend di inizio millennio, la miscelazione è oggi infatti diventata una forma d’arte che, come spiega Yuri Gelmini, head barman del Surfer’s Den di Milano e collaboratore nella realizzazione della nuova linea del brand, è frutto dell’interazione tra abilità ed estetica, tecnica e fantasia. «La mixology - aggiunge Gelmini - richiede attenzione a diversi aspetti di cui il drink è solo una parte, anche se tutto inizia da lì. La preparazione del cocktail avviene sotto gli occhi del cliente quindi gli strumenti sono importanti quanto l’abilità del barman per creare un momento di magia. Servire la realizzazione in un bicchiere che la renda preziosa significa valorizzarla ulteriormente. Tutte le volte che propongo un drink in un bicchiere “Luigi Bormioli”, sia io che i miei clienti godiamo di una brillantezza e di un design superiori. Quello che mancava era una linea di attrezzature che impreziosisse anche il mio lavoro».
Da questa intuizione nasce una collezione articolata in una serie di prodotti funzionali sia all’operatività che al servizio: dalle “Dash” e “Bitter Bottles” ai mixing glass, dai decanter ai bicchieri sino a set “5 pieces”, nella linea “Barware & Cocktail making equipement” tutto parla la lingua della mixology, affiancando il bartender nella fase di preparazione e accompagnando il cliente nella degustazione.
«Fusione di design, ricercatezza delle linee e qualità dei materiali - spiega Antonella Giupponi, responsabile comunicazione di Ros - la collezione “made in” Luigi Bormioli contribuisce a fare dell’assaggio un’esperienza ad alto tasso di coinvolgimento sia per il professionista, che per può contare su strumenti performanti e dal forte appeal, sia per il cliente i cui sensi, tattili e visivi in primis, vengono sollecitati».
Mai sottovalutare infatti il potere del vetro per creare suggestioni che vanno oltre il gioco delle trasparenze. “The miracle of glass” by Luigi Bormioli ne è la quintessenza. Vetro sonoro superiore soffiato high-tech, il materiale sviluppato dall’azienda parmense, ma con filiali anche in Francia e Usa, oltre ad essere fortemente innovativo, è un miracolo “ultra clear” di brillantezza, di resistenza (un innovativo trattamento antiabrasione Titanium Reinforced® applicato sullo stelo dei calici ne diminuisce infatti del 140% i rischi di rottura, ndr) e attenzione all’ambiente, complice la produzione effettuata con basse emissioni di anidride carbonica e in assenza di piombo e altri metalli. La mixology nasce qui.
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Alberto Lupini
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