Locali, blitz contro il lavoro nero in Lombardia. Fipe: Tolleranza zero

La Guardia di Finanza di Brescia ha scoperto 250 lavoratori in nero nel settore della ristorazione: una Onlus li metteva a disposizione a basso costo a 22 attività di tutta la Lombardia . La Federazione italiana pubblici esercizi è intervenuta duramente per commentare questa piaga

20 gennaio 2020 | 15:03
Un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Brescia denominata “Master black” ha portato alla luce il lavoro illecito di un'associazione impegnata nel campo della ristorazione definito dagli inquirenti “ingannevole, spregiudicato e idoneo ad alterare la leale concorrenza”. Tra i lavoratori in nero (250 quelli scoperti), 13 percepivano l’indennità di disoccupazione. Un'altra operazione contro il lavoro sommerso, sempre nelle ultime ore, è stata messa a segno a Cuneo: scoperti 50 irregolari in 23 aziende.

Le Fiamme gialle hanno scovato 250 lavoratori in nero

All’associazione sono stati contestati sia l’utilizzo di lavoratori in nero sia l’illecita somministrazione di manodopera - è stata disposta una sanzione amministrativa per oltre 500mila euro - e l’evasione dei contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi. Oltre che aggirare le norme in materia di lavoro, legislazione sociale, previdenziale e assistenziale a tutela dei diritti dei lavoratori, la onlus coinvolta avrebbe consentito alle imprese utilizzatrici di disporre di manodopera a costi più bassi.

«Quella del lavoro nero - spiega Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe - è una piaga che purtroppo affligge l’intera economia italiana e anche la ristorazione. La Federazione tutta ribadisce la propria ferma condanna a qualunque tipo di irregolarità che coinvolga il suo settore di riferimento. «Operazioni come quelle di oggi sono fondamentali: non bisogna mai abbassare la guardia. Fare controlli e tutelare il lavoro è doveroso, anche nel rispetto di quella stragrande maggioranza di imprenditori che applicano correttamente il contratto nazionale di lavoro di cui siamo stati i primi ideatori e firmatari.

Lino Stoppani

È però altrettanto importante capire le cause, che se non gestite contribuiscono ad alimentare il fenomeno del lavoro nero, e cercare di porvi rimedio. Quello della ristorazione è un settore che, dovendo fare i conti con una domanda fortemente stagionale e a flussi di domanda talvolta difficilmente prevedibili, ha bisogno di maggior flessibilità per quanto riguarda i contratti dei dipendenti. Una strada potrebbe essere quella di reintrodurre i voucher, abbandonati troppo in fretta e senza un adeguato approfondimento. Da parte nostra assicuriamo il massimo impegno nella sensibilizzazione degli associati nei confronti di un tema così delicato, allo stesso tempo ci auguriamo un rapido intervento da parte delle istituzioni per aiutarci a tutelare sia i lavoratori che gli imprenditori onesti, che finiscono poi per pagare più di altri la concorrenza sleale di chi impiega in nero i lavoratori».

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Alberto Lupini


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