Uscire a mangiare non è solo ristoro, la qualità del cibo è importante ma non sufficiente: l'ospite vive l'uscita al ristorante come intrattenimento, ed è qui che entrano in gioco altri fattori
04 maggio 2021 | 08:00
“Ciao Giorgio, domani sera sono libero: ci sei, usciamo a mangiare in qualche posto?”. Questo è probabilmente uno dei testi più comuni che ai nostri tempi viaggiano tra uno smartphone e l’altro! Potrebbe sembrare qualcosa di scontato, ma non lo è affatto. Soffermandoci qualche secondo in più su questo messaggio possiamo “tirar fuori” un’infinità di concetti e attributi che caratterizzano la
ristorazione e le nostre esigenze più attuali.
Uscire a cena, un concetto oltre il semplice ristoro
Prima di tutto vanno sottolineate le azioni temporali riportate nella frase scritta, e cioè: “Io ti chiamo oggi, per andare a mangiare domani”. È chiaro fin da subito che decade il modello antico, primordiale di ristorazione, e quindi di “
ristoro” nell’immediato, per necessità di riempire il nostro stomaco che brontola affamato. Il seguito della conversazione poi è chiaramente scontato, lo conosciamo tutti: entra in gioco la “
scelta”, e la nostra
comunicazione iniziale avrà come seguito un tam-tam telefonico per accordarsi sul posto più “giusto” ai nostri intenti.
Quali criteri per scegliere il ristorante?
Eccoci allora, siamo arrivati al punto della questione; quali sono questi intenti? O perlomeno, quali i più comuni?. La risposta è la stessa di un’altra domanda più frequente, che attanaglia imprenditori e ristoratori: “Come si sceglie un ristorante? Quali caratteristiche deve avere per essere di
successo?”. Ovviamente c’è possibilità di scrittura tendente all’infinito a riguardo, ma sintetizzare è comunque sempre possibile e cercherò, seppure con uno svolgimento basico, di essere il più chiaro immaginabile.
La qualità è fondamentale, ma non basta
Prima di tutto si va al ristorante per
mangiare bene: tutti d’accordo? Per fortuna in un’epoca dove tutto è digitalizzato, la “qualità” è l’elemento vincente di un settore dove si valorizzano
materie prime e operato artigianale di tantissimi eccellenti cuochi. Ma questo basta? No! Seppur elemento di successo e parte di un motore che alimenta molta clientela abituale, la
cucina da sola non può farcela.
Una serata a cena è intrattenimento e divertimento
Il pubblico interpreta sempre di più la ristorazione come elemento di
svago nella propria vita. Soggiornare in un ristorante assume sempre più quel valore artistico-sociale proprio dell’
intrattenimento, alla stregua di cinema e teatri ad esempio. Ecco quindi entrare in gioco “lo spettacolo della ristorazione”, un mondo fatto di attori professionisti, di effetti scenici, di momenti che sollecitano i nostri sensi animando la voglia di ripetere il prima possibile l’
esperienza.
Lo svago va poi di pari passo col
divertimento: sì, abbiamo tutti voglia di divertirci, concetto applicabile in qualsiasi forma di ristorazione. Allora via alle danze: apparecchiamo in modo “fresco” ma vivace le nostre tavole e
arrediamo con gusto le nostre sale.
Affidiamoci a collaboratori di sala per cui il
sorriso rappresenta
il “mood” delle proprie esistenze. Torniamo a
stupire il cliente recuperando quei “servizi” al tavolo scenografici, retaggio di tempi passati, adattandoli alla contemporaneità. Allestiamo il “set” scegliendo
abbigliamento e movenze tipiche di un palcoscenico e mettendo in bella mostra i nostri prodotti migliori. Ricostruiamo quello “
show” bellissimo che fa tanto bene alla società, e a noi stessi, in quello che è il mestiere più bello del mondo.