Lo sa la mano sinistra cosa sta facendo la destra?
Un tesserato Fic ha preso parte alla Festa nazionale del cuoco e, dopo oltre 40 giorni, si è visto recapitare una sanzione per aver violato la Ztl. Perché, invece di sanzionare, non si aiuta chi porta lustro alla città?
È un’espressione tratta dal “Vangelo secondo Matteo” e che potrebbe ricondurre a quanto segue. Ebbene un nostro tesserato di Padova, che ha preso parte lo scorso 13 ottobre a Brescia alla “Festa nazionale del Cuoco”, si è visto recapitare, dopo oltre 40 giorni, una sanzione pecuniaria del Comando di Polizia Locale del comune bresciano, per aver violato la “Ztl - Zona a traffico limitato” (di soli pochi metri) della centralissima Piazza Vittoria, luogo dell’ evento, e dove doveva scaricare parecchio materialmente pesante dalla sua auto. Essendo presente in auto anche sua moglie (con disabilità “certificata”), l’autoveicolo sarebbe stato, quindi, autorizzato per legge all’accesso. Nessuno degli addetti dell’ordine pubblico in quel contesto, pochi ma presenti, ha contestato direttamente alcuna violazione.
Il nostro socio, così mi ha riferito, una volta notificata la violazione e la relativa sanzione pecuniaria, subito si è attivato, tramite il numero verde indicato nel verbale, per fare ricorso. L’interlocutore telefonico in prima istanza, resosi conto nella “buona fede” del sancito e della assurdità della violazione, ha consigliato di scrivere direttamente al Comando. La loro risposta categorica è stata che il conducente dell’autoveicolo avrebbe dovuto richiedere autorizzazione preventiva al Comando oppure presentare, a sua discolpa, ricorso con documentazione entro i due giorni, naturalmente non dalla notifica, ma bensì dalla violazione. Il non conoscere le varie aree Ztl ubicate in una città, dove mai aveva messo piede prima, e il portarsi in prossimità alla piazza di soli cinque metri non per piacere, ma per lavorare in occasione dell’evento, nulla ha valso per l’Ufficio ricorsi della Polizia locale; sta di fatto che il malcapitato, consapevole che la legge non ammetta ignoranza, (a chi fa comodo, a detta mia), a malincuore ha pagato, evitando così il ricorso alla Prefettura o Giudici di Pace ed eventuali e ulteriori esborsi economici e, soprattutto, perdite di tempo.
Non voglio entrare nel merito “tecnico e giuridico” della questione, ma conoscendo la correttezza della persona penalizzata, mi permetto di fare alcune lecite considerazioni , come presidente, e come gesto solidale verso quel cuoco che, a sue spese e a titolo gratuito, era presente assieme a noi di Fic per dare lustro anche alla amministrazione della città di Brescia. Come tutti sanno vi sono diversi entità funzionarie pubbliche e soggetti politici che amministrano che in diverso modo sono coinvolti sullo stesso “oggetto”: il territorio, comune, provincia o altro che sia. Spesso accade che certe strutture amministrative sanciscano la loro gestione da un “foglio formale” dove gerarchie, comandi, attinenze e reparti sono silos dai settori stagni tra loro, soprattutto non comunicanti, dove tutti, dal loro esterno, osservano lo sviluppo e l’imperare della massima complicazione, senza che, alcuno di questi amministratori, si ponga il problema di capire in profondità i danni che essa produce.
Per l’evento di Brescia opportuno sarebbe stato da parte dello stesso Comune (attraverso il sindaco) una consapevolezza maggiore di eventuali disagi incorsi nei due giorni da parte dei numerosi cuochi della Federazione Italiana Cuochi (circa 700), provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, dove la non conoscenza di strade e viabilità del centro storico hanno creato a loro senz’altro disagi e difficoltà. Sarebbe stato utile un maggiore coordinamento e comunicazione con amministrazione e polizia locale, forse anche una maggiore loro presenza, non per multare, ma a supporto di questo insolito flusso e con un minimo di giustificata tolleranza per delle eventuali problematicità. A differenza della Fic, come spesso succede in tanti casi meglio non pianificare, prevenire e tanto meno risolvere. Comunicare e confrontarsi tra amministratori? Anche no, ne va della loro autorevolezza e autostima, e come cita il Vangelo: “La mano sinistra non deve sapere quello che fa la mano destra”.
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Alberto Lupini