Legge contro il caporalato, Martina fiero «Tanti sviluppi sul lavoro in agricoltura»

05 luglio 2017 | 14:48
Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, si dice fiero della legge contro il caporalato: così si è pronunciato oggi a Pistoia durante il dibattito sui diritti in agricoltura, nell'ambito della Cgil Incontri. «Noi siamo orgogliosi di essere stati i promotori, come governo, della legge contro il caporalato, che dopo anni ha fatto emergere una grande novità dal punto di vista giuridico-legislativo, con la ridefinizione del reato e l'innalzamento degli strumenti di contrasto a questo fenomeno».


(foto: Unità)

«Sono orgoglioso - ha aggiunto - di poter dire che quella legge porta il nostro nome e che quella legge è stata votata in maniera molto ampia dal Parlamento in questa legislatura. Questo è un fatto di enorme portata per il settore agricolo, credo riconosciuto per fortuna in maniera molto ampia anche dalle organizzazioni sindacali che sono state parte fondamentale del lavoro che abbiamo fatto. Questo lavoro deve andare avanti, adesso noi siamo impegnati a sviluppare di più alcuni strumenti, penso in particolare alla rete del lavoro agricolo di qualità, ai piani di gestione del lavoro stagionale in alcuni territori, ad alcuni strumenti di contrasto».


Maurizio Martina

Nel contrasto al caporalato, il lavoro «va assolutamente continuato, sviluppato, però vorrei dire che in questi tre anni si sono compiute delle scelte di svolta in campo agricolo, sulla frontiera dei diritti del lavoro. Questa mattina una importante inchiesta in alcuni territori del Mezzogiorno ha consentito di poter sradicare il fenomeno e di potere intervenire in alcune situazioni molto problematiche. La settimana scorsa abbiamo conseguito un altro importante risultato e cioè la firma di un protocollo di lavoro con la grande distribuzione organizzata per vietare le aste a doppio ribasso, un altro grande tema che abbiamo gestito anche insieme alle organizzazioni sindacali. Noi stiamo lavorando tanto sulla frontiera dei diritti e concretamente».

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Alberto Lupini


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