Lavorare nell’accoglienza ha anche tanti aspetti positivi

Spesso si evidenziano solo i lati negativi delle professioni dell’accoglienza e della ristorazione, non dando risalto ai tanti aspetti positivi. Le testimonianze di alcune delle associazioni che compongono Solidus

11 giugno 2022 | 12:30
di Francesco Guidugli

I tanti articoli pubblicati e le discussioni che si sono aperte nelle scorse settimane sulla carenza di personale nelle strutture turistico alberghiere hanno destato un sentimento emotivo molto diffuso tra i professionisti dell’ospitalità nel nostro Paese. È pensiero di tutti che sono stati evidenziati solo i punti meno positivi delle professioni dell’accoglienza e della ristorazione, non dando risalto a quelli che sono i tanti aspetti positivi. Abbiamo ricevuto da parte di molti membri delle 8 associazioni che compongono Solidus alcune testimonianze che dimostrano l’immutata convinzione di esercitare i mestieri più belli del mondo, nonostante gli innegabili sacrifici, e il desiderio di far conoscere le tante opportunità e i lati positivi che le professioni sanno dispensare.

«Noi siamo artisti - spiega Sergio Seraffi, membro di Aira, Associazione italiana ricettività e accoglienza - accogliere, ospitare, servire è un’arte. Siamo sarti, cuciamo su misura il soggiorno del nostro ospite. Viaggi, tante conoscenze e amicizie, libertà di essere se stessi: anzi, più sei te stesso e più hai possibilità di fare carriera. Vince la meritocrazia, le raccomandazioni non servono».

«Quando fai questo lavoro - afferma Maurizio Dall’Osto, membro di Amira, Associazione maître italiani ristoranti e alberghi - vivi intensamente il rapporto con i colleghi. Il tuo superiore è un uomo che, per quanto inesperto tu sia, intuisce la tua passione, la tua generosità e il tuo sacrificio. Così si raggiungono gli obbiettivi. Il lavoro di sala è comunicazione e conoscenza della materia, e tutto questo si acquisisce con la volontà».

 

«Trovo tutto positivo nel nostro settore, perché la nostra è un’arte - sostiene Giulia Socia, membro di Abi Professional, Associazione barmen italiani - la nostra professione è sapersi adattare ad ogni situazione, conoscere persone provenienti da tutto il mondo, ascoltare il passato e il presente e proiettarsi nel futuro. È vero che stiamo in piedi per molte ore, ma i sorrisi della gente, la gentilezza e gli apprezzamenti che riceviamo ogni giorno ci gratificano più dello stipendio a fine mese!».

«Ritengo - evidenzia Dimitri Ciaschini, membro di Ada, Associazione direttori d’albergo - che la nostra professione, sicuramente fatta di sacrifici e privazioni di cui tanto si legge in questo ultimo periodo, restituisca soddisfazioni professionali impagabili. Siamo ambasciatori dell’ospitalità nel senso più ampio del termine, non solo per quanto riguarda la struttura presso la quale svolgiamo la nostra professione, ma anche relativamente al territorio in cui operiamo e nei confronti del nostro Paese. Tutto questo ci rende fieri ed orgogliosi».

Fieri ed orgogliosi, sì, e pronti a prendere per mano i futuri professionisti dell’ospitalità.

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Alberto Lupini


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