La giovane ristoratrice e lady chef Maria Cristina Bellelli, è l’anima del Caffè Città Desenzano, molto amato dai vip, si trova nel cuore del piccolo centro omonimo affacciato sulle sponde del Lago di Garda. Classe 1987, dinamica e intraprendente, la sua non è una cucina fine dining, ma tradizionale italiana, attenta alle materie prime con un tocco di creatività, di cui le famose cene eretiche sono un esempio. La chef ambasciatrice di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, per l’occasione ha proposto un menu ispirato ai piatti che si consumavano nel territorio nel 1200, legati al credo dei catari, movimento ereticale cristiano diffuso ai tempi in diverse zone dell’Europa durante il Medioevo. Chef Bellelli sta seguendo con attenzione quello che sta accadendo nel fine dining: «Assolutamente non è finita l’Alta ristorazione, ma tutt’altro. Questa è solamente una bufera passeggera che si dimenticherà molto presto» commenta senza esitazione alcuna.
La crisi riguarda tutti noi, il resto è gossip
Consulente e opinionista, la lady chef ha le idee chiare in merito agli attacchi che stanno piovendo sull’Alta Cucina: «Stiamo parlando di un argomento che in realtà dovrebbe interessare soprattutto le persone del settore, e invece sta facendo molto scalpore perché riguarda Carlo Cracco di per sé, e alla gente piace attaccare lui. Mi è piaciuto il fatto che lo chef Giancarlo Morelli sia intervenuto e che gli abbia dato una mano, però secondo me l’affermazione che ha fatto non era propriamente giusta, è stato detto che “gli italiani non sanno mangiare”: ho apprezzato tantissimo quello che ha detto, però a proposito di questa frase non sono d’accordo, perché gli italiani sanno mangiare, è nella nostra cultura. La cosa che ho apprezzato comunque tantissimo è che un amico e collega sia andato in soccorso allo chef Cracco, un gesto che è importante soprattutto nel nostro settore, è bello essere coesi, darsi una mano l’uno con l’altro» spiega la chef che sottolinea: «Dietro l’alta ristorazione c’è un grande lavoro, stiamo parlando di un’esperienza sensoriale, Cracco rappresenta l’eccellenza italiana e rappresenta anche tutti noi ristoratori».
Ora si fanno i conti con il Covid: «Ha creato voragini a livello finanziario»
«L’alta ristorazione rappresenta sacrificio lavoro, costi altissimi che sono anche difficili da mantenere – continua Bellelli -, i problemi che ha avuto Cracco, non sono legati al fatto che la gente non sa mangiare, ma a quello che abbiamo trascorso negli ultimi anni, una cosa di cui non si parla più, ma è quello che ha colpito veramente la ristorazione: il Covid. Quello della ristorazione è il settore che in assoluto è stato più colpito, molte attività non sono nemmeno riuscite a riaprire a causa della pandemia, lo abbiamo già dimenticato? Non abbiamo avuto gli aiuti necessari e questo ha creato delle voragini a livello finanziario. Io sono una ristoratrice e lo so quello che abbiamo passato, lo so in prima persona, c’era solo da tirarsi su le maniche e vedere quello che si poteva fare. Secondo il mio parere quanto sta accadendo è dovuto ad altro e non perché alle persone non piace il fine dining. L’alta ristorazione esiste, esisterà sempre e sarà sempre più di spicco».
D’obbligo tornare con la mente al periodo del lockdown, delle restrizioni e rendersi conto che è vero, lo abbiamo già dimenticato? Tre anni di pandemia, di aperture a singhiozzo, di distanziamenti e – soprattutto per la ristorazione – di numeri dimezzati dei clienti per i locali che per mesi hanno visto gli incassi crollare, sono già un ricordo? Com’è possibile pretendere che il buco nei conti di tantissime attività lasciato dalla pandemia sia già stato ripianato da tutti? Eppure, come ben fa capire chef Bellelli, in molti lo danno per scontato, per questo non è Cracco continua la chef: «è tutto il settore che sta affrontando queste difficoltà, che sia un ristorante di fine dining o una trattoria, grande o piccolo».
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Gli chef: come dei pittori che dipingono su una tela e ne fanno un capolavoro
Il senso di appartenenza alla categoria degli chef si sente con forza nelle parole di Maria Cristina Bellelli: «Ci saranno sempre dei ristoranti bellissimi che rappresenteranno l’eccellenza italiana e ne nasceranno ancora di più, non è vero che è finito, tutt’altro. Tutti noi ristoratori siamo coesi e d’accordo che esisterà sempre l’alta ristorazione, non è nemmeno da mettere in discussione. Quando vado a mangiare nei ristoranti fine dining mi piace moltissimo, poi conoscendo i retroscena, so il grande lavoro che c’è dietro, perché rappresenta un’esperienza sensoriale: un piatto rappresenta una grande creazione, gli chef sono come dei pittori che dipingono su una tela e ne fanno un capolavoro. Io – conclude la chef del Caffè Città Desenzano - passo 15 ore al giorno in cucina e c’è da dare tanto merito agli chef stellati».
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Caffè Città Desenzano
P.za Giuseppe Malvezzi, 2, 25015 Desenzano del Garda BS
Tel 3271118777
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Alberto Lupini
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