Kryos 2.0: integrare anidride carbonica e azoto per rivoluzionare la vinificazione

Kryos 2.0 è una tecnologia avanzata per la refrigerazione del pigiato ideata da SIAD, utilizzando anidirde carbonica e azoto liquido. Garantisce una gestione ottimale delle uve, migliorando la qualità dei vini

14 marzo 2025 | 17:30

La refrigerazione del pigiato e la rimozione dell’ossigeno disciolto sono due aspetti cruciali nella vinificazione, poiché proteggono le uve da fattori esterni che potrebbero comprometterne la qualità. In particolare, l'innalzamento delle temperature causato dai cambiamenti climatici e la necessità di vendemmie anticipate hanno reso necessario l'uso di nuove tecnologie.

Nel settore vinicolo, la ricerca punta verso soluzioni innovative per rispondere alle sfide moderne, al fine di migliorare i processi e ottenere risultati superiori. Kryos, una tecnologia sviluppata da SIAD, rappresenta un esempio di evoluzione nel controllo della temperatura durante le lavorazioni prefermentative, utilizzando CO2 liquida per garantire un ambiente privo di ossigeno e ottimizzare la refrigerazione.

La sinergia tra SIAD e Diemme Enologia

L'unione tra SIAD e Diemme Enologia ha dato vita a una nuova versione della tecnologia Kryos, ancora più avanzata e progettata per soddisfare le nuove esigenze del mercato enologico. Kryos 2.0 si presenta come una soluzione evoluta, semplificata e ancora più performante, grazie all’introduzione dell’uso sia di anidride carbonica che di azoto liquido, utilizzabili simultaneamente nel processo di refrigerazione delle uve.

Il sistema Kryos è già stato impiegato con successo in numerosi test, riscontrando numerosi vantaggi nella macerazione a freddo di vini a base Cortese e nella valorizzazione dei rosati provenienti dalle aree mediterranee. I risultati positivi ottenuti durante le sperimentazioni hanno portato molte cantine ad adottare Kryos come elemento essenziale per una gestione ottimale dei processi di trasformazione delle uve.

Kryos 2.0: nuova versione e nuovi benefici

L'evoluzione della tecnologia Kryos non si è fermata ai risultati iniziali: grazie al continuo confronto con gli utilizzatori e alle esperimentazioni in campo, è stato sviluppato un impianto ancora più perfezionato. Kryos 2.0 rappresenta un passo avanti, con una nuova modalità di erogazione dei fluidi criogenici, che consente l'uso di azoto (N2) oltre alla tradizionale CO2.

Questo approccio si basa su studi sperimentali sulla criomacerazione dei vini rosati, che hanno messo in evidenza come la diversificazione dei gas criogenici possa influire positivamente sul profilo sensoriale dei vini, in particolare per quanto riguarda i descrittori olfattivi.

L’evoluzione del sistema di erogazione

Uno degli aspetti chiave di Kryos 2.0 è la sua capacità di distribuire in modo omogeneo il fluido criogenico nella massa del pigiato, garantendo uno scambio termico efficace senza causare repentini abbassamenti di temperatura. Questo è particolarmente importante, poiché l'uso dell'azoto, che ha una temperatura di -196°C rispetto ai -78°C della CO2, potrebbe causare danni alle bucce delle uve se non gestito correttamente.

Il nuovo sistema impedisce la formazione di agglomerati congelati e il rischio di ustioni da freddo, garantendo che il fluido criogenico venga erogato in modo tale da evitare effetti negativi sul funzionamento dell'impianto.

Kryos 2.0: compatto, evoluto e sostenibile

L'implementazione delle modifiche tecniche ha reso Kryos 2.0 una soluzione più compatta, semplice e sostenibile. Questo ha semplificato la struttura e ridotto il numero di componenti, portando a una diminuzione dei costi, una maggiore affidabilità del sistema e una riduzione delle operazioni di manutenzione. La modalità di erogazione dei fluidi criogenici e le modifiche all’impiantistica sono state oggetto di un brevetto, a testimonianza dell'innovazione e del continuo impegno di SIAD e Diemme Enologia nel migliorare la tecnologia per le cantine.

Kryos 2.0 rappresenta un’importante evoluzione nella tecnologia enologica per la refrigerazione del pigiato. La possibilità di utilizzare sia CO2 che azoto liquido consente alle cantine di ottimizzare i processi di vinificazione, migliorare la qualità dei vini e ridurre i rischi legati alla manipolazione del fluido criogenico. L’innovazione continua e la sinergia tra SIAD e Diemme Enologia sono destinati a rafforzare sempre più l’efficacia di questa tecnologia, rendendola un’opzione fondamentale per le cantine che vogliono affrontare con successo le sfide legate alla produzione vinicola moderna.

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Alberto Lupini


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