Gli istituti alberghieri, fucina del Made in Italy a tavola
La Rassegna dei cuochi andata in scena a Villa Santa Maria ha presentato un modello scolastico-educativo da esportare in tutta Italia. I cuochi studenti saranno i migliori ambasciatori della nostra cultura agroalimentare
Prendo spunto da una manifestazione storica per il mondo della cucina. Alcune settimane fa si è celebrata la 42ª edizione della Rassegna dei cuochi, un’iniziativa simbolo per la nostra professione. Si svolge a Villa Santa Maria, Comune in provincia di Chieti, dove anche il sindaco è un cuoco. Questa località è un po’ come la “patria” per noi cuochi; da qui partivano le possenti brigate che si facevano onore nei quartieri alti dell’hotellerie e qui nacque San Francesco Caracciolo, il patrono dei cuochi.
Le radici e la tradizione si sono innestate nel nuovo, rappresentato dall’Istituto alberghiero Giovanni Marchitelli, dove abbiamo incontrato gli studenti. Centinaia di giovani partecipi e determinati, grazie anche ad una struttura all’avanguardia che favorisce la pratica. Un impianto dove le nuove leve hanno davvero la possibilità di apprendere il mestiere mettendosi ai fornelli, cosa che per molti altri loro giovani colleghi resta purtroppo un miraggio.
Bene, le cucine del Marchitelli dovrebbero rappresentare la norma. I cuochi studenti, quando sono motivati, stimolati e messi alla prova e a confronto, non possono far altro che evolvere e, correggendo gli errori, affinare la loro (la nostra) arte. In questo modo saranno per vocazione naturale i più convincenti ambasciatori delle materie prime, delle filiere e della complessa e articolata cultura agroalimentare che determina i valori del territorio.
Si deve investire negli istituti alberghieri, che donano energie fresche alla ristorazione e favoriscono il rigenerarsi della tradizione. Il Made in Italy ha una valenza “centrifuga”, che per esportare con efficacia la cucina italiana in ogni continente spesso ha origine in un centro come Villa Santa Maria, che nel cuore dell’Abruzzo non raggiunge i 2mila abitanti. Euro-Toques per tre giorni ha toccato con mano un filone aurifero di futuri professionisti. Un vero giacimento e soprattutto un modello scolastico-educativo da esportare in tutta Italia per poi prendere il largo e comunicare al mondo quanto siamo bravi.
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Alberto Lupini