Il giovanissimo Stefano Cevenini campione mondiale dell'espresso
La competizione organizzata dall’Istituto espresso italiano ha visto la partecipazione di concorrenti da tutto il mondo. Nel nostro Paese il comparto, una delle eccellenze del Made in Italy, vale 4 miliardi di euro
21 ottobre 2019 | 12:09
È Stefano Cevenini il vincitore del Campionato mondiale di espresso italiano promosso dall’Istituto espresso italiano nell’ambito di Host. La premiazione si è svolta dopo due giorni di prove che il campione ha superato nel migliore dei modi secondo le giurie tecniche e sensoriali composte da esperti internazionali da tutto il mondo. Davanti a un foltissimo pubblico allo stand dell’Istituto Espresso Italiano (IEI), si sono sfidati in finale, oltre al vincitore assoluto, Anita Fava (Regno Unito), Satoshi Miyanishi (Giappone), Chiu Hsiu Kuei (Taiwan). I campioni hanno superato le fasi preliminari nei loro Paesi di appartenenza.
Bolognese, 20 anni appena compiuti, Stefano Cevenini fa il barista da quando ha 15 anni ed è il campione italiano in carica. «La ricetta migliore per l’espresso italiano - dice - è una miscela bilanciata che sappia rendere una tazzina complessa nei profumi e rotonda al palato, seguendo la tradizione di 25 ml circa in 25 s. Io ho lavorato molto sulla temperatura della macchina, ottenere un espresso rotondo ed equilibrato tra acidità e amaro».
A vincere in senso lato è stato tuttavia l’espresso italiano, che grazie all’Istituto Espresso Italiano, realtà che riunisce decine tra le più importanti case del settore, ha un marchio per riconoscere i migliori in tutto il mondo. Si tratta di un logo riconoscibile in tutto il mondo e in Italia, nei 700 esercizi pubblici, soprattutto bar, certificati dall’Istituto e negli oltre 20mila bar d’Italia che servono miscele certificate da IEI con l’obiettivo da un lato di garantire la qualità assoluta al consumatore, dall’altro di riconoscere al professionista l’eccellenza del caffè espresso italiano acquisita anche grazie a tanta formazione, oltre che all’utilizzo di miscele e macchine di primaria qualità.
«L’età media dei partecipanti ai nostri campionati è molto bassa e questo conferma come anche quella del barista sia una professione in divenire - commenta il presidente dell’Istituto Espresso Italiano, Luigi Morello - e questo afferma la fondamentale necessità di portare il know how italiano nel mondo, con un percorso di formazione che i nostri professionisti sono in grado di garantire, con l’obiettivo di rendere più preparati gli operatori e più consapevoli i consumatori».
L’industria italiana del caffè è uno dei settori industriali più brillanti del food & beverage del nostro Paese. In Italia, nel settore caffè, operano oltre 800 torrefazioni con circa 7mila addetti e un fatturato vendite 2017 di 3,9 miliardi di euro di cui 1,35 derivanti dall’esportazione. L’Italia rappresenta il terzo Paese al mondo (dopo la Germania e Belgio) per i volumi di esportazione di caffè in tutte le sue forme. Nel 2017 l’export di caffè torrefatto è arrivato, secondo i dati del Comitato Italiano Caffè, a 249 milioni di kg di caffè verde equivalente, con un aumento del 5% rispetto al 2016. Analizzando i dati storici del Comitato Italiano del Caffè negli ultimi 10 anni le esportazioni di caffè torrefatto si sono più che raddoppiate. L’export italiano di caffè torrefatto ha superato nel 2017 i 1.350 milioni di euro.
Luigi Morello premia Stefano Cevenini
Bolognese, 20 anni appena compiuti, Stefano Cevenini fa il barista da quando ha 15 anni ed è il campione italiano in carica. «La ricetta migliore per l’espresso italiano - dice - è una miscela bilanciata che sappia rendere una tazzina complessa nei profumi e rotonda al palato, seguendo la tradizione di 25 ml circa in 25 s. Io ho lavorato molto sulla temperatura della macchina, ottenere un espresso rotondo ed equilibrato tra acidità e amaro».
A vincere in senso lato è stato tuttavia l’espresso italiano, che grazie all’Istituto Espresso Italiano, realtà che riunisce decine tra le più importanti case del settore, ha un marchio per riconoscere i migliori in tutto il mondo. Si tratta di un logo riconoscibile in tutto il mondo e in Italia, nei 700 esercizi pubblici, soprattutto bar, certificati dall’Istituto e negli oltre 20mila bar d’Italia che servono miscele certificate da IEI con l’obiettivo da un lato di garantire la qualità assoluta al consumatore, dall’altro di riconoscere al professionista l’eccellenza del caffè espresso italiano acquisita anche grazie a tanta formazione, oltre che all’utilizzo di miscele e macchine di primaria qualità.
I finalisti del concorso
«L’età media dei partecipanti ai nostri campionati è molto bassa e questo conferma come anche quella del barista sia una professione in divenire - commenta il presidente dell’Istituto Espresso Italiano, Luigi Morello - e questo afferma la fondamentale necessità di portare il know how italiano nel mondo, con un percorso di formazione che i nostri professionisti sono in grado di garantire, con l’obiettivo di rendere più preparati gli operatori e più consapevoli i consumatori».
L’industria italiana del caffè è uno dei settori industriali più brillanti del food & beverage del nostro Paese. In Italia, nel settore caffè, operano oltre 800 torrefazioni con circa 7mila addetti e un fatturato vendite 2017 di 3,9 miliardi di euro di cui 1,35 derivanti dall’esportazione. L’Italia rappresenta il terzo Paese al mondo (dopo la Germania e Belgio) per i volumi di esportazione di caffè in tutte le sue forme. Nel 2017 l’export di caffè torrefatto è arrivato, secondo i dati del Comitato Italiano Caffè, a 249 milioni di kg di caffè verde equivalente, con un aumento del 5% rispetto al 2016. Analizzando i dati storici del Comitato Italiano del Caffè negli ultimi 10 anni le esportazioni di caffè torrefatto si sono più che raddoppiate. L’export italiano di caffè torrefatto ha superato nel 2017 i 1.350 milioni di euro.
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