Uno sfizioso spuntino, un dolce piacere dopo cena, un pretesto per riunirsi con gli amici e condividere racconti sulle vacanze. Il gelato rappresenta uno dei simboli dell'estate e, grazie alla crescente attenzione verso intolleranze, allergie e diverse pratiche alimentari, oggi esistono opzioni adatte a quasi tutti i gusti e le esigenze individuali. Tuttavia, durante un periodo di inflazione in rapido aumento, persino i prezzi dei coni e delle coppette di gelato hanno subito incrementi. Questo ha portato a situazioni in cui una famiglia composta da quattro persone, in ambito urbano, potrebbe spendere oltre 10 euro per gustarsi un gelato.
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La spesa per la bolletta è decisiva per il prezzo del gelato
Ma perché il prezzo è salito così tanto? A darci una risposta chiara e lampante è stato Vetulio Bondi, proprietario dell'omonima gelateria a Firenze: «Per la bolletta della luce. Perché la gelateria è onnivora di energia». Una frase che, come si suol dire, non fa una piega e che dimostra come la bolletta sia un player decisivo nel costo finale di un cono o di una coppetta di gelato. «Avevamo già il sentore di un rincaro già dallo scorso anno: alcuni ingredienti, infatti, avevano raddoppiato il pezzo, come per esempio lo zucchero».
Una politica amministrativa differente, quella di Bondi, e visionaria, perché nel 2022, con circa 13-14 mesi di anticipo rispetto ai colleghi, «avevamo fatto delle valutazioni e a luglio avevamo deciso di cambiare i prezzi. Vedevamo che i costi nel mondo delle materie prime stavano rimbalzando. I coni stessi, ad esempio, sono aumentati del 35%. Anche per il packaging, naturalmente, ci sono stati dei rialzi. Così come c’è stata un po’ di cecità da parte del settore». Ma i prezzi, nel 2024, torneranno a essere più bilanciati rispetto alla possibilità di spesa degli italiani? Per Bondi è un «no» categorico. «Quando aumentano i pezzi è raro vederli poi scendere. E poi in Italia siamo in una situazione difficile».
Ritoccare il costo del gelato per sopravvivenza, non per aumentare i ricavi
Una situazione difficile che è stata rimarcata anche da Marco Radicioni, proprietario delle due gelaterie Otleg a Roma. «L'aumento del costo dell'elettricità e quello dell'acqua sono stati una combinazione drammatica - ci ha raccontato. Gli aumenti - sia di prodotti alimentari che di bollette - erano continui, quindi, dopo aver fatto un calcolo medio, abbiamo deciso di aumentare anche il prezzo del gelato. E non lo abbiamo fatto per aumentare i nostri ricavi, bensì per sopravvivenza».
Radicioni, come dicevamo, è proprietario di due locali nella capitale: il primo si trova a Trastevere, dunque una zona popolata quotidianamente da turisti, mentre il secondo nel quartiere di Monteverde. «Parliamo quindi di due situazioni diverse. A Trastevere il turista, visti anche i prezzi che ci sono all'estero, non l'ha percepito come un aumento significativo. In quartiere, invece, le famiglie ne hanno diminuito il consumo: se fino a qualche anno fa venivano quattro volte a settimana, ora si fermano a due-tre. Ma sottolineo che non c'è mai stata una lamentela diretta da parte dei clienti». Anzi, il popolo ha capito le difficoltà.
Il gelato confezionato ormai costa più di quello artigianale
Il tema turisti ed estero torna anche nel discorso che ci ha fatto Alberto Marchetti, proprietario di diversi punti vendita omonimi tra le metropoli di Torino e Milano, che ci ha rivelato come il gelato avesse «bisogno di un leggero ritocco. Anche perché, rispetto ai prezzi in Europa, eravamo sotto mercato. I costi, poi, erano un po' fermi da qualche anno e comunque sarebbe stato fisiologico l'aumento. Ma purtroppo è cresciuto un po' di più di quelle che dovevano essere le attese... tra pandemia, caro corrente e caro prezzi».
«Io ho cercato di contenere i prezzi - ha proseguito Marchetti - nonostante il costo delle materie prime sia quasi raddoppiate o addirittura triplicato come nel caso dello zucchero». E poi una conclusione che fa riflettere: «Tutto il mondo del gelato è aumentato nello scontrino, anche quello confezionato che ormai costa più dell'artigianale. E pensare che prima costava meno...».
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Alberto Lupini
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