Forza, coraggio e progettazione. Matteo Metullio indica la via per rinascere dalla crisi

In gara nel 2° turno del sondaggio Personaggio dell'anno, è il più giovane chef ad aver conquistato le stelle Michelin. Ottimista ma realista per superare la pandemia invita ad andare avanti con coraggio

19 gennaio 2021 | 12:57
di Stefano Nico
In gara nel secondo turno del sondaggio Personaggio dell’Anno dell’enogastronomia (per votare clicca qui), Matteo Metullio, classe 1989, è il più giovane chef ad aver conquistato le stelle nella guida Michelin. Umile e sempre con i piedi per terra si contraddistingue per l’amore e il rispetto per gli ingredienti che utilizza nelle sue creazioni. Dopo la decisione forte di lasciare il ristorante “La Siriola” in Alta Badia, nel punto più alto del successo, Metullio è tornato nella sua Trieste, non solo dove ci sono i suoi genitori ma anche la sua nuova famiglia: «Torno a fare il papà!», aveva detto.


Matteo Metullio (Fonte: finedininglovers)

Ma le sue ambizioni, così come quelle del suo gruppo, non sono cambiate e sono di raggiungere l'eccellenza. E proprio in questo Metullio ha le idee ben chiare tanto che continua nella sua ricerca e dedizione al ristorante Harry’s Piccolo, al fine di raggiungere la sua massima espressione. Il riconoscimento di questo lavoro è arrivato il 25 novembre quando gli viene conferita la seconda stella Michelin e la sua commozione conquistò tutti gli appassionati e addetti ai lavori.

Come ti descrivi in tre parole?
Ambizioso, generoso, leale.

Cos’è per te la cucina e cosa dovrebbe rappresentare il tuo piatto?
Per me la cucina è stare assieme, condividere e divertirsi. Spero che la mia cucina emozioni.

Quanto sono importanti il territorio e gli ingredienti che selezioni per le tue creazioni?
Il territorio è fondamentale, soprattutto, se come lo vedo io per territorio si intende Italia e qualche passaggio fuori, la filosofia del “km-vero” insomma la qualità senza limiti territoriali.

Pensieri che illustro nel mio Spaghetto freddo a km 4.925, il cui nome riassume la distanza tra il mio ristorante e le aziende che mi riforniscono le materie prime. Ho e abbiamo la fortuna di fare un mestiere creativo, e per questo non ci devono essere né vincoli né schemi. Dev’essere libero.

Qual è il piatto che più ti rappresenta?
Dire un piatto che più mi rappresenta è difficile, sicuramente ce ne sono una serie che mi portò dietro e che hanno fatto parte del mio percorso. Ma se proprio dovessi scegliere un piatto forse gli spaghetti al pomodoro sono la cosa con cui mi emoziono sempre e mi piace far emozionare.

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, che consiglio ti senti di dare ai giovani emergenti?
Sono un ragazzo positivo, ma allo stesso tempo realista. La situazione alberghiera e ristorativa che andremo ad affrontare presenterà molti ostacoli, anche se in condizioni diverse, credo che le parole d’ordine siano: forza, coraggio e progettazione. Mai mollare!

Se potessi regalarti del tempo, come lo spenderesti
Sicuramente per girare il mondo con la mia famiglia.

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Alberto Lupini


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