Food safety culture, ora tocca agli operatori
Il sistema attuale non è sufficiente per combattere le malattie trasmesse degli alimenti; è necessario cambiare atteggiamento mentale ed alimentare consapevolezza negli operatori e negli alimentaristi
09 giugno 2021 | 08:00
di Serena Pironi
Siamo in grado di unire le definizioni e comprendere cosa possa voglia dire “Food safety culture”; in realtà lo fecero alcuni studiosi nel 2010 indicandola come “l’insieme di credenze, valori e atteggiamenti dominanti e relativamente costanti che vengono appresi e condivisi, che contribuiscono ai comportamenti di igiene alimentare praticati in un ambiente (organizzazione) in cui avviene la manipolazione alimentare” (Griffith, C. J. 2010).
Malattie alimentari nel mondo e in Italia
Nonostante i miglioramenti nel gestire i prerequisiti igienico sanitari, tanti soldi spesi in ricerca e controlli, la sicurezza alimentare rimane un problema di salute pubblica mondiale. Pensate che ancora oggi sono stimate numerosissime le malattie trasmesse dagli alimenti nel mondo: “Ogni minuto, 44 persone - più di 23 milioni all’anno - si ammalano per aver mangiato cibo contaminato e circa 4.700 all’anno perdono la vita”, così cita il rapporto “Il peso delle malattie alimentari nella regione europea” dell’Oms del 2019.Dunque il sistema attuale non è sufficiente per combattere le malattie trasmesse degli alimenti; è necessario cambiare atteggiamento mentale ed alimentare consapevolezza negli Osa (operatori del settore alimentare) e negli alimentaristi. Troppo spesso le attività formative obbligatorie (quelle che sostituiscono gli oramai obsoleti libretti sanitari) e quelle di aggiornamento eseguite nell’ambito dell’autocontrollo non vengono svolte con serietà e non mirano realmente a comprendere se i discenti abbiano fatto propria la materia.
Un piano migliorativo per Osa e Fbo
Nell’autunno 2020 la Fao ha diffuso l’aggiornamento del documento “General principles of food hygiene Cxc 1-1969” ed ha introdotto la Food safety culture, specificando che gli Fbo (Food business operator, ovvero produttori primari, importatori, produttori/trasformatori, magazzinieri/operatori logistici, operatori di servizi di ristorazione, dettaglianti e commercianti) devono garantire pratiche di igiene alimentare efficaci, fondamentali per evitare le conseguenze negative per la salute umana e le conseguenze economiche di malattie di origine alimentare, lesioni di origine alimentare e deterioramento del cibo.Al fine di creare una buona cultura della sicurezza alimentare occorre lavorare sui seguenti elementi:
• Impegno della direzione e di tutto il personale per la produzione e la manipolazione di alimenti sicuri;
• Leadership per impostare la giusta direzione e coinvolgere tutto il personale nelle pratiche di sicurezza alimentare;
• Consapevolezza dell’importanza dell’igiene alimentare da parte di tutto il personale del settore alimentare;
• Comunicazione aperta e chiara tra tutto il personale del settore alimentare, compresa la comunicazione di deviazioni e aspettative;
• La disponibilità di risorse sufficienti per garantire l’efficace funzionamento del sistema di igiene alimentare.
Osa ed Fbo devono dunque:
• Garantire che ruoli, responsabilità e autorità siano chiaramente comunicati nel settore alimentare;
• Mantenere l’integrità del sistema di igiene alimentare quando i cambiamenti sono pianificati e implementati;
• Verificare che i controlli siano effettuati e funzionanti e che la documentazione sia aggiornata;
• Garantire che siano in atto la formazione e la supervisione appropriate per il personale;
• Garantire la conformità ai requisiti normativi pertinenti;
• Incoraggiare il miglioramento continuo, se del caso, tenendo conto degli sviluppi della scienza, della tecnologia e delle migliori pratiche.
Tali concetti hanno trovato applicazione nella norma dell’igiene degli alimenti ovvero nel Reg. UE 382/21, che è andato ad aggiornare il Reg. CE 852/04.
Obiettivi per il futuro
All’estero la cultura della sicurezza alimentare prevede un percorso costante volto a cambiare il pensiero e il coinvolgimento di tutti coloro che operano nell’organizzazione, attraverso questionari mirati ad individuare i concetti non compresi e le aree di debolezza, per poi eseguire riunioni, formazioni mirate in queste aree, nonché attività di reale verifica sul campo al fine di appurare se i concetti siano stati recepiti nel concreto. Il tutto con una metodologia non solo qualitativa, ma secondo criteri corredati di quantificazione in grado di misurare e quindi monitorare le competenze dei propri operatori.Per informazioni: www.pigaservice.it
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