Fase 2, Forte Hotels: Stop ai buffet e più cura nella pulizia delle camere
Rocco Forte pensa alla ripresa delle sue 12 proprietà in Italia e fuori e alle misure da adottare. «Puntiamo sul turismo interno, difficile che prima dell'autunno ce ne sia uno internazionale»
29 aprile 2020 | 13:55
Rocco Forte usa una frase ad effetto per descrivere la situazione in cui versa l'Italia di oggi - già frequentemente parafrasata in modi meno efficaci da tutti gli utenti dei diversi settori in crisi. «Ci sono due virus da combattere». Sì, il primo è quello del Covid-19, il virus vero e proprio, che ha messo a dura prova non solo le abitudini ma la vita stessa delle persone. Sir Rocco Forte, presidente e amministratore delegato di Rocco Forte Hotels, l'ha contratto ma ora sta bene, è guarito: «Sono state tre settimane dure, soprattutto durante la seconda mi sono sentito uno straccio - rivela in un'intervista al Corriere della Sera - avevo febbre a 38 e mezzo, mal di gola, era impossibile concentrarmi su qualsiasi cosa».
Ora sta bene, l'ad del gruppo alberghiero; ora può concentrarsi sull'altro virus da combattere, quello che ha fatto ammalare il settore dell'hotellerie e quello del turismo tutto: «Un fatto drammatico, soprattutto per l'Italia», spiega. Sì, perché la filiera genera il 13% del Pil, «toccando punte anche del 15%», ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa. E se lo descrive drammatico la guida del più grande operatore di hotel extralusso in Europa, con 12 proprietà a cinque stelle, a maggior ragione.
Rocco Forte ha i suoi hotel chiusi; non ha ancora quantificato la perdita, ma è abbastanza convinto che «alla normalità ci si tornerà solo a primavera del prossimo anno». «Nella mia storia di imprenditore - aggiunge - non mi era mai successo di avere un incasso pari a zero».
In una situazione del genere, la prima cosa da fare è arginare i danni nell'immediato. L'ad quindi si è subito attrezzato a dare delle garanzie ai suoi dipendenti: «Abbiamo subito voluto salvaguardarli attuando quello che i governi mettevano a disposizione nei vari Paesi. Oltre a integrare il contributo statale Fis per permettere ai dipendenti fissi di mantenere fino al 70% dello stipendio netto mensile». Gli occhi del sir sono ben puntati anche "dall'altra parte": «Stiamo anche parlando con la proprietà degli immobili in cui siamo in affitto per rivedere i costi». Si fa tutto quello che è possibile, ma la verità è che «se gli aiuti non arrivano velocemente si andrà in bancarotta».
Mentre si fa fronte al presente, inevitabile pensare anche al futuro, alle misure per la ripartenza. Ad esempio alla sicurezza degli ospiti, che si declina anche in operazioni che dopo questa crisi non saranno più considerate né banali né scontate. Un esempio? La pulizia della camera: «Normalmente dura una mezz'ora, adesso dovremo prevedere almeno il doppio del tempo». Quando poi l'ospite scenderà nella sala da colazione per mangiare, troverà una "sorpresa": «Il buffet non sarà più possibile». Infine, varierà anche il numero degli ospiti: «Ci abitueremo a hotel meno affollati, senza scordarci che un albergo è sostenibile se occupato al 50%».
Sicurezza per i clienti non solo con cambiamenti nella gestione della permanenza, ma anche in piccoli dettagli più "acclimatanti": «Abbiamo fatto realizzare mascherine con il logo dei nostri hotel per i dipendenti, che non "intimoriscano" gli ospiti».
Messe in atto queste "precauzioni", almeno nell'organizzazione per una ripartenza, si tratta di aspettare la "ripartenza" vera e propria. Quando sarà? Quest'estate? «Confidiamo nel turismo interno e abbiamo già qualche prenotazione per i nostri alberghi al mare». Per quanto riguarda invece il turismo straniero, «fino al prossimo autunno sarà difficile vedere la gente viaggiare. In questo momento insieme alla paura del virus c'è anche quella di trovarsi in un Paese straniero e non avere la possibilità di rientrare a casa».
Che i turisti prenotino o meno, la cosa però importante è una, e Sir Rocco Forte la dice chiaramente: «Da imprenditore non c'è dubbio, è meglio aprire prima che dopo. Ogni giorno in più è un ritardo per la ripartenza dell'economia». Una questione sollevata da buona parte del settore hotellerie e dalle associazioni di categoria, che si stanno facendo sentire presso le istituzioni.
Rocco Forte
Ora sta bene, l'ad del gruppo alberghiero; ora può concentrarsi sull'altro virus da combattere, quello che ha fatto ammalare il settore dell'hotellerie e quello del turismo tutto: «Un fatto drammatico, soprattutto per l'Italia», spiega. Sì, perché la filiera genera il 13% del Pil, «toccando punte anche del 15%», ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa. E se lo descrive drammatico la guida del più grande operatore di hotel extralusso in Europa, con 12 proprietà a cinque stelle, a maggior ragione.
Rocco Forte ha i suoi hotel chiusi; non ha ancora quantificato la perdita, ma è abbastanza convinto che «alla normalità ci si tornerà solo a primavera del prossimo anno». «Nella mia storia di imprenditore - aggiunge - non mi era mai successo di avere un incasso pari a zero».
In una situazione del genere, la prima cosa da fare è arginare i danni nell'immediato. L'ad quindi si è subito attrezzato a dare delle garanzie ai suoi dipendenti: «Abbiamo subito voluto salvaguardarli attuando quello che i governi mettevano a disposizione nei vari Paesi. Oltre a integrare il contributo statale Fis per permettere ai dipendenti fissi di mantenere fino al 70% dello stipendio netto mensile». Gli occhi del sir sono ben puntati anche "dall'altra parte": «Stiamo anche parlando con la proprietà degli immobili in cui siamo in affitto per rivedere i costi». Si fa tutto quello che è possibile, ma la verità è che «se gli aiuti non arrivano velocemente si andrà in bancarotta».
«Alla pulizia delle camere sarà dedicato almeno il doppio del tempo»
Mentre si fa fronte al presente, inevitabile pensare anche al futuro, alle misure per la ripartenza. Ad esempio alla sicurezza degli ospiti, che si declina anche in operazioni che dopo questa crisi non saranno più considerate né banali né scontate. Un esempio? La pulizia della camera: «Normalmente dura una mezz'ora, adesso dovremo prevedere almeno il doppio del tempo». Quando poi l'ospite scenderà nella sala da colazione per mangiare, troverà una "sorpresa": «Il buffet non sarà più possibile». Infine, varierà anche il numero degli ospiti: «Ci abitueremo a hotel meno affollati, senza scordarci che un albergo è sostenibile se occupato al 50%».
Sicurezza per i clienti non solo con cambiamenti nella gestione della permanenza, ma anche in piccoli dettagli più "acclimatanti": «Abbiamo fatto realizzare mascherine con il logo dei nostri hotel per i dipendenti, che non "intimoriscano" gli ospiti».
Messe in atto queste "precauzioni", almeno nell'organizzazione per una ripartenza, si tratta di aspettare la "ripartenza" vera e propria. Quando sarà? Quest'estate? «Confidiamo nel turismo interno e abbiamo già qualche prenotazione per i nostri alberghi al mare». Per quanto riguarda invece il turismo straniero, «fino al prossimo autunno sarà difficile vedere la gente viaggiare. In questo momento insieme alla paura del virus c'è anche quella di trovarsi in un Paese straniero e non avere la possibilità di rientrare a casa».
Che i turisti prenotino o meno, la cosa però importante è una, e Sir Rocco Forte la dice chiaramente: «Da imprenditore non c'è dubbio, è meglio aprire prima che dopo. Ogni giorno in più è un ritardo per la ripartenza dell'economia». Una questione sollevata da buona parte del settore hotellerie e dalle associazioni di categoria, che si stanno facendo sentire presso le istituzioni.
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Alberto Lupini
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