L'area di Expo come un parco giochi Altro che cibo di qualità...
11 aprile 2016 | 17:27
Expo 2015 è finito ormai da mesi, e ciò che ne rimane, non la sua eredità ma la sua struttura, ecco, è ancora lì, intatta com’era, ma non per molto. Come è stato annunciato giorni fa, il sito espositivo riprenderà vita con ristoranti e attività di esercizi pubblici, a discapito però dei ristoratori milanesi, che ancora una volta si ritrovano al tappeto. Il merito? Tutto nelle mani della giunta regionale della Lombardia. Ma dopo le proteste dei ristoratori e il consenso per la posizione della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), illustriamo più nel dettaglio in che contesto si riapriranno questi ristoranti.
I padiglioni di Iran, Austria e Slovenia cominceranno a lasciare il posto ad una distesa di verde. Altre zone verranno adibite alla pratica di sport, dal calcio al basket fino al beach volley e alle pareti dove arrampicarsi. Ecco qui la novità, che va ad aggiungersi all’orto planetario con frutta e verdura coltivate e poi vendute a chilometro zero, alle mostre che la Triennale organizza, al teatro all’aperto in occasione di Europei e Olimpiadi.
Dulcis in fundo, riapre anche Palazzo Italia e si riaccende l’Alberto della vita. Intanto il Cardo ancora sarà calpestato da centinaia di migliaia di piedi, non più per visitare il mondo temporaneamente insediato in una strada, quanto per la sua nuova vocazione: quella di tempio dello street food. Il progetto sarà avviato il 27 maggio e durerà fino a metà ottobre.
«Quello che aprirà - spiega Giuseppe Bonomi, neo amministratore delegato di Arexpo, società proprietaria di questi terreni - sarà una sorta di parco attrezzato. Pensiamo alle famiglie, ai giovani, ma anche ai turisti internazionali». In sostanza una sorta di luna park, che rimarrà aperto nel periodo caldo dell’anno, tutti i weekend, probabilmente dalle 15.00 alle 23.00.
Il costo previsto per il pubblico? Nessuno. La riapertura dell'area sarà sostenuta dai 50 milioni di euro della Regione e dagli introiti delle attività di ristoro. Da una parte quindi agevolazioni per le imprese hanno già operato in Expo, dall'altra nessuna tutela per i ristoratori della città, che se con la chiusura di Expo avevano tirato un sospiro di sollievo, oggi con questa nuova iniziativa si rivedono tremare la terra sotto i piedi. Senza contare che il risultato sarà una sorta di mega parco giochi, che tutto può offrire tranne che cibo di qualità.
I padiglioni di Iran, Austria e Slovenia cominceranno a lasciare il posto ad una distesa di verde. Altre zone verranno adibite alla pratica di sport, dal calcio al basket fino al beach volley e alle pareti dove arrampicarsi. Ecco qui la novità, che va ad aggiungersi all’orto planetario con frutta e verdura coltivate e poi vendute a chilometro zero, alle mostre che la Triennale organizza, al teatro all’aperto in occasione di Europei e Olimpiadi.
Dulcis in fundo, riapre anche Palazzo Italia e si riaccende l’Alberto della vita. Intanto il Cardo ancora sarà calpestato da centinaia di migliaia di piedi, non più per visitare il mondo temporaneamente insediato in una strada, quanto per la sua nuova vocazione: quella di tempio dello street food. Il progetto sarà avviato il 27 maggio e durerà fino a metà ottobre.
«Quello che aprirà - spiega Giuseppe Bonomi, neo amministratore delegato di Arexpo, società proprietaria di questi terreni - sarà una sorta di parco attrezzato. Pensiamo alle famiglie, ai giovani, ma anche ai turisti internazionali». In sostanza una sorta di luna park, che rimarrà aperto nel periodo caldo dell’anno, tutti i weekend, probabilmente dalle 15.00 alle 23.00.
Il costo previsto per il pubblico? Nessuno. La riapertura dell'area sarà sostenuta dai 50 milioni di euro della Regione e dagli introiti delle attività di ristoro. Da una parte quindi agevolazioni per le imprese hanno già operato in Expo, dall'altra nessuna tutela per i ristoratori della città, che se con la chiusura di Expo avevano tirato un sospiro di sollievo, oggi con questa nuova iniziativa si rivedono tremare la terra sotto i piedi. Senza contare che il risultato sarà una sorta di mega parco giochi, che tutto può offrire tranne che cibo di qualità.
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Alberto Lupini
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