Estate, vacanze senza anziani Un’altra tegola per gli alberghi

Il direttore nazionale di Federalberghi Alessandro Nucara: «Dovremo fare a meno di questa fetta di mercato». E sulla nuova riorganizzazione, gli operatori del settore chiedono «poche regole e realizzabili»

22 aprile 2020 | 11:18
Le intenzioni del Governo sembrano chiare: sì a un allenamento delle misure restrittive contro il contagio, ma ponderate e graduali. E se da una parte gli obblighi di indossare le mascherine e di rispettare il distanziamento sociale sono di fatto già assodati, è probabile che il lockdown non finirà per tutti il 4 maggio, con gli anziani (si parla degli ultra 70enni) forse costretti a rimanere in casa ancora settimane, se non mesi.

Agli anziani sarà vietato andare in vacanza?

Una prospettiva che preoccupa, oltre i diretti interessati, anche il comparto del turismo, che più di altri sta pagando – e purtroppo continuerà a farlo – gli effetti di una situazione che tornerà alla normalità solo quando sarà stato trovato un vaccino contro il Covid-19. Con la stagione ormai alle porte, gli albergatori stanno facendo i conti con le mancate prenotazioni. Tradizionalmente, weekend e ponti a parte, gli anziani rappresentano una buona fetta di mercato, soprattutto nei primissimi mesi della stagione estiva. Un segmento che quest’anno rischia di comparire, creando ulteriori problemi alla categoria.

Alessandro Nucara

A porre questo tema è stato il direttore nazionale di Federalberghi, Alessandro Nucara, parlando di tutte le categorie più a rischio, dunque anziani e bambini: «I soggetti più sensibili all’infezioni – ha detto – sono quelli più anziani. Viene da pensare che, in una fase di transizione, per loro varranno sempre delle restrizioni. Quindi, per un tempo comunque ristretto, dovremo rinunciare a questa fetta di mercato».

C’è poi il tema delle dell’igiene e della prevenzione sanitaria, che varrà per tutti e per cui ancora non ci sono linee guida da seguire. A questo proposito, gli albergatori chiedono poche regole, concrete e attuabili. «Essere accolti all’arrivo in hotel da personale in divisa anti batteriologica – ricorda Nucara – sarebbe senza dubbio assurdo. Il cliente deve collaborare, nel suo interesse, seguendo le regole che può applicare. I lavoratori del settore ricevimento dovranno senza dubbio essere in grado di pulire nel migliore dei modi la loro postazione, a fine turno. Chi si occupa di pulizia in generale avrà compiti più complessi rispetto al prima. La gradualità sarà una caratteristica indispensabile per la riapertura degli alberghi. Arrivano già segnali importanti, con richieste di ospitalità da parte di alcune imprese del settore degli appalti stradali».

Il settore è in difficoltà ed è tra i primi ad aver risentito della battuta d’arresto e «come se non bastasse, forse, usciremo per ultimi da questa situazione. Non vogliamo campare di sussidi, ma possiamo superare l’attuale crisi solo con il lavoro». A dirlo è Tiziano Tempestini, direttore di Confcommercio Pistoia Prato nel corso di una videoconferenza organizzata su Facebook dalla sezione locale di Confcommercio, cui ha preso parte anche il direttore nazionale Nucara: «Viviamo in un momento complicato – ha detto – gli alberghi italiani e le altre imprese del settore turistico, a fine gennaio, hanno percepito i primi effetti della crisi. I cinesi, un segmento del mercato circoscritto ma importante, sono venuti a mancare all’improvviso. L’effetto è stato senza dubbio doloroso, ma contenuto nell’ambito relativo. A febbraio, i casi si sono allargati ad alcune regioni, fino ad arrivare al blocco di marzo. Gli alberghi non sono stati chiusi come altre attività, ma ci sono norme che impediscono di viaggiare».

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Alberto Lupini


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