Ci ha lasciati il Divino Gualtiero Marchesi muore a Milano

Il più famoso cuoco italiano, il Maestro della Cucina è morto oggi pomeriggio nella sua casa di Milano. A 87 anni il Divino non aveva abbandonato il suo lavoro, ma stavolta il cuore non lo ha sorretto . Unanime il cordoglio del mondo dell’enogastronomia italiana di cui è stato un punto di riferimento insostituibile ed una guida per il gusto e lo stile

26 dicembre 2017 | 19:36
Gualtiero Marchesi (Milano, 19 marzo 1930 - Milano, 26 dicembre 2017) è stato un cuoco, gastronomo e ristoratore italiano. I suoi funerali si terranno venerdì 29 dicembre alle ore 11 nella Chiesa Santa Maria del Suffragio a Milano. Marchesi riposerà accanto ad Antonietta e ai suoi cari nel cimitero di San Zenone Po, in provincia di Pavia.



Viene unanimemente considerato il fondatore della "nuova cucina italiana", ed è a parere di molti lo chef italiano più noto nel mondo e che sicuramente ha contribuito allo sviluppo della cucina italiana, ponendo la cultura culinaria italiana tra le più importanti del mondo. Un lavoro in cui lui ha sempre portato cultura vera, a partire dalla musica, sdoganando negli anni la tradizionale figura del cuoco che non usciva dalla cucina.

Nato a Milano da una famiglia di ristoratori di San Zenone al Po, in provincia di Pavia, grazie alla quale muove i primi passi in ambito gastronomico e nella ricerca del proprio, personale percorso culinario. Nel dopoguerra si trasferì in Svizzera, dove perfezionò la sua conoscenza frequentando, dal 1948 al 1950, la scuola alberghiera di Lucerna. Rientrato in Italia, rimase per alcuni anni nell'albergo familiare, per proseguire il suo perfezionamento a Parigi. Nel 1977 fondò il suo primo ristorante nel capoluogo lombardo, ottenendo nel 1978 il riconoscimento della stella dalla Guida Michelin, e nel 1986 ricevette, primo ristorante in Italia, il riconoscimento delle tre stelle della guida francese. Al riconoscimento della Guida Michelin fecero seguito il riconoscimento di commendatore nel 1991 conferito dal presidente Francesco Cossiga.

Tra i suoi allievi che oggi riscuotono molto successo si possono ricordare, Mirella Porro, Enrico Crippa, Carlo Cracco, Antonio Ghilardi, Ernst Knam, Karsten Heidsick, Lucia Pavin, Alessandro Breda, Andrea Berton, Paola Budel, Pietro Leemann, Paolo Lopriore, Michel Magada, Vittorio Beltramelli, Marco Soldati, Antonio Poli, Davide Oldani e Daniel Canzian, l’unico ad aver coperto anche il ruolo di executive chef del Gruppo Marchesi.

Nel giugno 2006 ha fondato ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana con sede in Colorno (Parma); ne è stato rettore fino al settembre 2017 quando è entrato nella Presidenza del Comitato Scientifico. Ha fondato la Italian Culinary Academy a New York.

Il 19 marzo 2010, in occasione dei suoi ottant'anni, nasce la Fondazione Gualtiero Marchesi che ha come missione la diffusione del bello e del buono in tutte le arti, dalla musica alla pittura, dalla scultura alla cucina.

Nel 2017 gli è stato attribuito alla Camera dei Deputati il Premio America della Fondazione Italia USA.

Fra i numerosissimi riconoscimenti ci piace ricordare l’Award conferitogli da Italia a Tavola nel 2013 per la sua importante attività di rinnovamento della Cucina italiana.

Fra le molte associazioni a cui era iscritto ricordiamo Euro-Toques, di cui è stato uno dei fondatori.

Oltre al recupero della semplicitá e di alcuni piatti della tradizione, negli ultimi anni ha fatto notizia a livello internazionale la sua contestazione con la Michelin. Nel giugno 2008, Marchesi contesta infatti  il sistema di attribuzione dei punteggi della Michelin, e "restituisce" le stelle, contestando il sistema di votazione della guida, e affermando di voler ricevere solo commenti e non punteggi. Come risultato, nell'edizione 2009, "sparisce" il ristorante di Marchesi, rimanendo citato come il ristorante dell'albergo in cui ha sede, senza nessuno dei commenti voluti da Marchesi.

Gualtiero Marchesi è sempre stato appassionato d'arte, fin dai suoi esordi nell'arte culinaria e in cucina. Conosce Aldo Calvi, pittore e poeta, che rafforza il suo amore per l'arte in modo definitivo. In quegli anni conosce anche sua moglie, musicista e futura maestra di Gualtiero nell'arte sonora. Il giovane Gualtiero si rende conto che quello che realizza nella musica può applicarlo anche alla cucina: «Smetto di suonare perché devo creare una cucina nuova, inconcepibile per il nostro paese; è ora di rivoluzionare le portate, la presentazione, la carta dei vini. Questo è un momento fondamentale, è la rivoluzione culinaria postmusicale!». Nella primavera del 2010 si inaugura a Milano, al Castello Sforzesco, una mostra a lui dedicata, che ripercorre i passi e i momenti della sua esperienza, fra arte, cucina e successo internazionale, coronante il percorso di un uomo che ha motivato tutti gli chef italiani di oggi.

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Alberto Lupini


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