Festa a Vico, Daniele D'Alberto tra i talenti con il piatto La Triglia e la mandorla
09 giugno 2016 | 09:27
di Monica Di Pillo
La triglia e la mandorla
E tra questi talenti a Festa a Vico c'era anche lui, l'abruzzese Daniele D'Alberto (nella foto), Chef emergente Abruzzo 2014, che vanta una lunga esperienza maturata in alcune imperdibili mete gourmand d'Italia. Daniele ha infatti lavorato per tre anni con uno degli chef più noti al grande pubblico, Gianfranco Vissani, presso il suo ristorante Casa Vissani a Baschi, in Umbria. E, dopo l'Umbria, è approdato al ristorante La Madonnina del Pescatore di Senigallia (An), nella cucina dell'estroso stellato Moreno Cedroni, dove Daniele ha lavorato per due anni.
Gennaro Esposito e Daniele D'Alberto
E così dopo l'Umbria e le Marche, lo Chef emergente Abruzzo ha deciso di tornare nella sua terra natale. E nel suggestivo borgo di Montesilvano Colli (Pe) ha aperto il suo ristorante, Br1, in società con un imprenditore della moda abruzzese, Bruno Peca. Di Br1 colpiscono la location, che regala ai suoi ospiti una vista che domina il Gran Sasso e il m are Adriatico, la cucina a vista in cui Daniele crea in diretta i suoi piatti con la sua brigata di cucina e le numerose opere di arte contemporanea, tra cui preziose installazioni, che fanno del ristorante un vero e proprio tempio del gusto a 360 gradi.
Le doti per cui Daniele ha conquistato il titolo di Chef emergente Abruzzo 2014, non sono però sfuggite neanche al collega stellato campano Gennaro Esposito, che ha voluto Daniele D'Alberto tra i protagonisti del pranzo organizzato a Torre del Saracino, per chiudere Festa a Vico. Daniele D'Alberto per stupire gli esigenti palati degli ospiti presenti all'esclusivo pranzo organizzato da Esposito nel suo ristorante stellato di Vico Equense ha proposto la “triglia” e la “mandorla”, due must della ristorazione mediterranea, fusi in un tripudio di sapori, quasi come se volesse creare un ponte da tradizione gastronomica adriatica e tirrena, utilizzando la triglia ed esaltandola con un ingrediente tipico del mediterraneo: la mandorla.
La triglia e la mandorla
«La triglia - spiega Daniele D'Alberto - viene completamente deliscata e richiusa come se fosse un libro, per poi essere impanata e fritta. La testa e le lische della triglia vengono invece usate per ricavare un ristretto di triglia, che servirà poi a dare sapidità al piatto. Nel frattempo preparo una salsa di mandorle, che servirà come base del piatto, una salsa di sedano, gli agretti, una insalatina di puntarelle che verrà condita con della colatura di alici e aceto di lampone. Poi preparo una spugna di pane inzuppata in un ristretto di mare, che faccio essiccare».
La seconda fase è quella della preparazione del piatto, che, rivela il talentuoso chef abruzzese, è la seguente: «La triglia, dopo essere stata fritta, viene impiatatta utilizzando la salsa di mandorle come base, viene accompagnata dalla salsa di sedano, che serve a rinfrescare e sgrassare il piatto, dagli agretti, dalla insalatina di puntarelle, dalla spugna di pane al ristretto di mare essiccata. Infine la triglia viene aromatizzata con della mandorla amara e una polvere di agrumi».
Un piatto dall'impatto scenico assicurato, ma, allo stesso tempo, di ottimo sapore e grande equilibrio, in grado di regalare al palato un'esplosione di gusti difficilmente dimenticabili. Anche i giochi cromatici del piatto svolgono una funzione: riproducono un piccolo fondale marino, in stanza l'habitat della triglia.
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Alberto Lupini