Daniel Canzian e il gusto di rivisitare Nel suo ristorante le primizie di Nagasaki

I prodotti di Nagasaki reinterpretati da Daniel Canzian nel suo ristorante. Dalla pasta allungata alle uova al vapore, dal baccalà alla polenta, l’esperimento ha sedotto i clienti dell’allievo di Gualtiero Marchesi

27 novembre 2018 | 12:00
di Emanuela T. Cavalca
Nagasaki è una regione situata all’estremità occidentale del Giappone: una posizione felice tra mari pescosi e terre fertili. I segreti dei suoi prodotti eccellenti sono legati alla tradizione. Lo chef Daniel Canzian, fortemente legato alla sua terra d’origine e ai suoi sapori, è l’interprete ideale dei prodotti della prefettura Nagasaki.


Daniel Canzian

Daniel Canzian fa parte di quella lunga fila di allievi di Gualtiero Marchesi, che hanno raggiunto la notorietà. Una decina d’anni vissuti accanto al grande maestro gli hanno insegnato a rispettare la cultura della sua terra d’origine.  Se si entra nel suo locale milanese in via San Marco nei suoi piatti si apprezzano i sapori di una volta cucinati con elegante semplicità. Daniel dopo avere studiato attentamente i prodotti eccellenti della provincia di Nagasaki è riuscito a interpretarli con sapienza e gusto.



Nagasaki è situata all’estremità occidentale del Giappone, grazie alla sua felice posizione, possiede terre fertili e mari pescosi, infatti è il secondo centro di produzione ittica e vanta importanti coltivazioni e allevamenti. Qui si produce Somen, la pasta allungata a mano di Shimabara: una specie di tagliolini, introdotti 350 anni fa, preparati con acque pure e farine dal contenuto di glutine medio alto. Questa regione è nota per il suo tè verde di alta qualità e condimenti, come il Ponzu, tipici della cucina giapponese.



Daniel è riuscito a reinterpretare con gusto italiano diversi prodotti della provincia Nagasaki. Abbiamo assaggiato morbide e gustose uova cotte al vapore con croccanti scaglie di Vegheet (impasto pressato di carote), presentate su un nido di fieno; deliziosi cannoli di polenta croccante, ripieni di baccalà mantecato e Shichimi togarishi. Due saporiti piatti di pasta: Goto udon, introdotta nel settimo secolo in Giappone, preparata con farina di grano duro, sale naturale e olio di camelia selvatica. Questa pasta, grazie ai maestri artigiani che garantiscono qualità eccellente, viene prodotta, seguendo antichi metodi di lavorazione.



Prodotti prelibati e rari, tanto che vengono chiamati “udon dei sogni”: confezionati con cura, suddivisi in piccoli pacchetti legati, monoporzione. Daniel li ha preparati con seppie al nero, marinate e salsa Ponzu, poi ha cucinato il secondo piatto, usando Shimabara Samen, pasta allungata a mano, condita con concentrato di pomodoro senza condimento. Alla fine? Non si poteva rinunciare a sorseggiare Sochi, distillato d’orzo e servito ben ghiacciato.

Per informazioni: www.danielcanzian.com

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