Valori, vantaggi, visioni e un cuoco con le scarpe sporche di terra, vicino sempre più al mondo dell'agricoltura che ne valorizza le biodiversità. Sono i concetti e le tre “V” che stanno alla base del manifesto Cuoco 3.0 lanciato oggi da Firenze dalla
Federazione italiana cuochi (Fic) e firmato anche dal direttore di Italia a Tavola
Alberto Lupini (
nella foto in basso a sinistra).
Un manifesto, presentato in anteprima al Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dopo che oltre 300 cuochi hanno sfilato da piazza della Repubblica a piazza della Signoria a conclusione della 28ª edizione del Congresso nazionale della Fic che si è tenuto alla Stazione Leopolda in concomitanza con l'evento
Food and Wine in Progress. Un manifesto che non vuole essere una provocazione fine a se stessa, ma la base una professione, come quella del cuoco, che guarda avanti.
Tre V per il Cuoco 3.0. «V come Valori, prima di tutto sociali, perché il cuoco ha delle responsabilità nei confronti del consumatore, ma anche verso i produttori di materie prime. Valore anche promozionale, perché il cuoco può far conoscere un territorio attraverso i piatti e le sue eccellenze», commenta
Rocco Pozzulo (
nella foto) presidente della Fic presente alla manifestazione in piazza della Repubblica a Palazzo Vecchio per consegnare il documento al sindaco di Firenze, Dario Nardella.
Le “V” hanno anche «Valore gustativo - continua Pozzulo - perché non ci dimentichiamo che dobbiamo creare emozioni nelle persone. “V” come vantaggi economici per tutta una filiera che va oltre quella dell’agroalimentare, e vantaggi sociali, perché creiamo posti di lavoro e opportunità anche per i più giovani, in un momento in cui ce n’è bisogno. “V” come visioni, quelle che stimolano ogni giorno la creatività mossa dalla professionalità dei cuochi di oggi, che guardano a ieri pensando a domani».
I cuochi aperti a tuttiE su queste basi è stato scelto «di aprire il Congresso per la prima volta a tutti perché è il momento di uscire dalla cucina del ristorante e prendere per mano il consumatore accompagnandolo a conoscere la passione e insieme la complessità della nostra professione». Secondo il presidente Pozzulo, «la categoria guarda al futuro in un costante work in progress. Ragion per cui i 16mila iscritti si impegnano a dare il loro contributo professionale per far si che la professione di cuoco diventi sempre più una attività a beneficio dell'economia nazionale e del benessere del consumatore in una ottica di sostenibilità alimentare».
Cuoco con le scarpe sporche di terraInsomma, sempre per dirla con il presidente Pozzulo, «il cuoco 3.0 è un cuoco sempre più vicino al mondo dell'agricoltura e come un contadino che si sporca le scarpe di terra». E quindi «è un cuoco che valorizza le biodiversità alimentari del proprio territorio e mette in evidenza il vero patrimonio della cucina italiana che è alla radice del nostro lavoro. Il cuoco non inventa, ma crea piatti». Il manifesto del cuoco è stato presentato come detto nell’ambito di Food and Wine in Progress, la manifestazione che da domenica 8 a martedì 10 novembre ha ospitato alla Stazione Leopolda di Firenze oltre 10mila visitatori, oltre 500 cuochi che hanno partecipato al Congresso “Cuoco 3.0” della Fic, ma anche 200 sommelier e oltre 150 produttori vitivinicoli toscani messi insieme nelle Eccellenze Toscane di Ais.