Da cuochi, ristoratori e hotel petizione per congelare le tasse
Al via un'iniziativa dell’Associazione Professionale Cuochi Italiani cui hanno aderito numerose associazioni del settore. Tra le richieste per rilanciare il settore lo stop del pagamento delle imposte fino al 30 dicembre
23 marzo 2020 | 17:30
Una petizione promossa da Apci, Associazione Professionale Cuochi Italiani, e sottoscritta dalle principali associazioni della ristorazione, dell’hotellerie, della pasticceria e della panificazione, per chiedere al Governo un’azione di “responsabilità” per far ripartire le attività di questi settori dopo l’emergenza da coronavirus, sotto forma di agevolazioni fiscali per tutto il 2020, a partire dal congelamento delle tasse.
Da quasi due settimane, ormai, ristoratori, pasticceri, cuochi e tutti coloro che lavorano nel settore dell’enogastronomia e dell’hotellerie fanno i conti con la chiusura dei loro locali. Il settore rischia il collasso, non solo ora, ma anche alla ripartenza, quando ci saranno da sostenere spese importanti per garantire un servizio di qualità alla propria clientela. Il comparto, che negli ultimi anni ha fatto da traino all’economia del nostro Paese, diventando anche una voce importante per generare flussi di turisti stranieri, chiede quindi con forza e unito, l’intervento delle istituzioni.
Una visione di insieme che unisce trasversalmente professionalità e competenze, raggiungendo già così un importante risultato, quello di superare gli individualismi e fare rete per supportare la ripartenza. Non meno importante, la volontà di usare questo tempo non solo per chiedere, ma anche per ascoltare tutto il territorio che ogni giorno conosce e vive la ristorazione, e capire quali siano le giuste basi da proporre al Governo per ripartire con il piede giusto.
Con questi obiettivi è stata lanciata sulla piattaforma Change.org una petizione (che ha già superato le 2.700 firme), http://chng.it/Fkx5J2HmGx, proposta da APCI – Associazione Professionale Cuochi Italiani, Cibo di Mezzo, associazione di ristoratori e produttori della zona di Brescia e del Lago di Garda e Ri.Un. – Ristoratori Uniti, associazione di ristoratori di recente nascita, sostenuta da importanti associazioni che rappresentano i diversi temi (AMPI, Anp, JRE Italia, Le Soste, Club Richemont, Pizzaiuoli Napoletani), proprio per dare voce a tutti gli operatori del settore.
I punti chiave della petizione, indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono legati sia ad azioni immediate sia alla ripartenza, a partire dalla richiesta di esonero del pagamento di tasse e contributi fino al 30 dicembre, il congelamento delle obbligazioni, la riduzione del 35% della contribuzione previdenziale sul lavoro subordinato, prevedendo crediti di imposta da utilizzare per nuove assunzioni e/o per l’impiego di lavoratori svantaggiati, la valorizzazione del Made in Italy, la creazione di tavoli di lavoro con distributori e fornitori, la detassazione di straordinari e benefits e molto altro.
L’obiettivo è quello di dare voce al settore, permettendo di superare con minori difficoltà il blocco del lavoro attuale, che tutti gli operatori hanno dimostrato di sapere accettare con grande responsabilità.
Se oggi è il momento della responsabilità, domani sarà quello della corresponsabilità, in cui il comparto sarà chiamato a ripartire con nuovo slancio, nuove regole, nuove procedure, e il Governo avrà il fondamentale compito di non lasciare allo sbaraglio le difficoltà del settore, e di fornire gli strumenti indispensabili per la ricostruzione di una parte imprescindibile del motore economico dell’intera nazione.
Cuochi Apci durante il congresso dell'associazione
Da quasi due settimane, ormai, ristoratori, pasticceri, cuochi e tutti coloro che lavorano nel settore dell’enogastronomia e dell’hotellerie fanno i conti con la chiusura dei loro locali. Il settore rischia il collasso, non solo ora, ma anche alla ripartenza, quando ci saranno da sostenere spese importanti per garantire un servizio di qualità alla propria clientela. Il comparto, che negli ultimi anni ha fatto da traino all’economia del nostro Paese, diventando anche una voce importante per generare flussi di turisti stranieri, chiede quindi con forza e unito, l’intervento delle istituzioni.
Una visione di insieme che unisce trasversalmente professionalità e competenze, raggiungendo già così un importante risultato, quello di superare gli individualismi e fare rete per supportare la ripartenza. Non meno importante, la volontà di usare questo tempo non solo per chiedere, ma anche per ascoltare tutto il territorio che ogni giorno conosce e vive la ristorazione, e capire quali siano le giuste basi da proporre al Governo per ripartire con il piede giusto.
Con questi obiettivi è stata lanciata sulla piattaforma Change.org una petizione (che ha già superato le 2.700 firme), http://chng.it/Fkx5J2HmGx, proposta da APCI – Associazione Professionale Cuochi Italiani, Cibo di Mezzo, associazione di ristoratori e produttori della zona di Brescia e del Lago di Garda e Ri.Un. – Ristoratori Uniti, associazione di ristoratori di recente nascita, sostenuta da importanti associazioni che rappresentano i diversi temi (AMPI, Anp, JRE Italia, Le Soste, Club Richemont, Pizzaiuoli Napoletani), proprio per dare voce a tutti gli operatori del settore.
I punti chiave della petizione, indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono legati sia ad azioni immediate sia alla ripartenza, a partire dalla richiesta di esonero del pagamento di tasse e contributi fino al 30 dicembre, il congelamento delle obbligazioni, la riduzione del 35% della contribuzione previdenziale sul lavoro subordinato, prevedendo crediti di imposta da utilizzare per nuove assunzioni e/o per l’impiego di lavoratori svantaggiati, la valorizzazione del Made in Italy, la creazione di tavoli di lavoro con distributori e fornitori, la detassazione di straordinari e benefits e molto altro.
L’obiettivo è quello di dare voce al settore, permettendo di superare con minori difficoltà il blocco del lavoro attuale, che tutti gli operatori hanno dimostrato di sapere accettare con grande responsabilità.
Se oggi è il momento della responsabilità, domani sarà quello della corresponsabilità, in cui il comparto sarà chiamato a ripartire con nuovo slancio, nuove regole, nuove procedure, e il Governo avrà il fondamentale compito di non lasciare allo sbaraglio le difficoltà del settore, e di fornire gli strumenti indispensabili per la ricostruzione di una parte imprescindibile del motore economico dell’intera nazione.
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