Da Barcellona a Milano, il paradiso dei cocktail al Four Season

Giacomo Giannotti, il titolare toscano del “Paradiso” di Barcellona, ha deciso di presentare i suoi gioielli, signature cocktail di Gianluca Basso, nel lounge bar Stilla all'interno dell'hotel di Milano

13 marzo 2023 | 15:12
di Guido Gabaldi

La competizione “The World’s 50 Best Bars” solo sei mesi fa lo ha incoronato miglior cocktail bar del mondo, e Giacomo Giannotti, il titolare toscano dell’ormai famoso “Paradiso” di Barcellona, ha deciso di presentare i suoi gioielli in giro: eccolo quindi con la sua squadra a Milano, nella preziosa cornice di “Stilla”, il lounge bar dell’ hotel “Four Seasons” all’interno del quadrilatero della moda.  I gioielli, naturalmente, sono i signature cocktail di Gianluca Basso, il bartender italiano alla guida della mixology in quel di Barcellona: andiamo dunque a vedere da vicino cosa è stato offerto durante il party milanese.

I cocktail e il percorso

Kriptonita”:  Bareksten Botanical Gin macerato con lemongrass, Pepe di sichuan, Foglie di shiso e riboflavina, Liquore elettrico, Cordiale al pompelmo rosa, Bitter al cioccolato. Molto buono, lemongrass presente e stuzzicante, le altre componenti più sullo sfondo ma non in contrasto, anzi in dialogo.
Marco Polo”: Bareksten Botanical Aquavit infusa al pesto, Soda di zafferano. Buono ma non eccezionale, forse un po’ scontato, zafferano troppo lungo nel finale.
Sound of waves”: Bareksten Botanical Gin, Bareksten Botanical Aquavit, Cordiale al pino, Marmellata di Irish moss e limone. Bella botta alcolica, anche qui agrumi rinfrescanti e rilassanti.
Top Gun”: Bareksten Botanical Gin, Pedro Ximénez, Corteccia di quercia, Succo di limone, Mole al cacao, frutto della passione e arancia. Una vera benedizione per chi non disdegni il cocktail tendenzialmente dolce e comunque delicato, discreto, bilanciato quasi alla perfezione ma la perfezione non è di questo mondo: si poteva fare qualcosina di più sul versante colorazione? Forse stiamo chiedendo troppo alla chimica, alla fisica e alla mixologia.  


«Arrivare al Paradiso di Barcellona», ci racconta il bartender Gianluca Basso, «era da tempo il mio obiettivo. Già entrare è difficilissimo, una volta che ce la fai si parte con la gavetta: ho iniziato in sala presentando i cocktail ai clienti e poi le cose mi sono andate bene. Lavorare in quel posto significa impegnarsi per aiutare le persone a godersi la vita, svagarsi, sperimentare quella che noi chiamiamo l’esperienza Paradiso: fatta di ospitalità, qualità della miscelazione, ascolto delle esigenze e delle curiosità altrui. Non c’è solo la presentazione scenica, ‘l’effetto wow’, la scoperta di sapori insoliti: bisogna anche saper recepire le reazioni che si vedono e quelle che non si vedono. Essendo un locale famoso sai benissimo di avere tutti gli occhi addosso: ma questo capita sempre quando ti trovi a lavorare ad alto livello, credo che anche qui allo “Stilla “ del Four Seasons chi entra abbia delle aspettative ben precise, e sia pronto a criticare se qualcosa va storto. Giusto così. I clienti tornano da noi (c’è letteralmente la fila fuori all’ingresso) anche perché sappiamo come coinvolgerli, raccontandogli qualcosa delle tecniche di preparazione del suo drink e il collegamento esistente con il menu».


Gianluca, che ruolo giocano le tecniche di preparazione dal punto di vista visuale?
«Per noi sono fondamentali: il cocktail deve essere osservato, non solo bevuto, ed è importante che sorprenda il bevitore. È di certo così per il nostro ‘Supercool Martini’, con l’acqua che passa dallo stato liquido allo stato solido nel momento in cui la versiamo, e va a creare un monticello di ghiaccio nel bicchiere del Martini cocktail davanti agli occhi del cliente. Lo stesso vale per il ‘Kriptonita’, in degustazione stasera, che attrae per gli effetti luminescenti che si sviluppano quando il preparato esce dalla sua bottiglietta, al momento del servizio».
L’esperienza Paradiso, in altre parole, va a impegnare tutti i sensi, non solo il gusto: qui allo “Stilla” del Four Seasons di Milano ne abbiamo avuto qualche accenno significativo, ma forse solo un viaggio nella capitale catalana può far apprezzare a 360°  la verve artistica del patron Giacomo Giannotti e del suo team.

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Alberto Lupini


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