Il Covid cancella le assunzioni I ristoranti temono per 10mila posti
I dati dell'Inps riferiti al mese di aprile sono impietosi: in Italia i nuovi contratti sono crollati dell'83%. Non va meglio nel comparto dei pubblici esercizi, dove tanti stagionali hanno perso il posto
23 luglio 2020 | 11:25
Crollano in Italia i numeri dell’occupazione: soltanto ad aprile sono stati l’83% in meno i contratti firmati nel Paese a causa dell’emergenza coronavirus. Il Covid ha messo in ginocchio l’economia e ancora oggi sono tanti i lavoratori a tempo determinato (in particolare gli stagionali) che non si sono visti rinnovare i loro rapporti di lavoro.
I dati resi noti questa mattina dall’Inps fotografano la situazione al 30 aprile 2020, tuttavia l’onda lunga della crisi economica sta interessando ancora oggi migliaia di lavoratori, soprattutto nel comparto dell’accoglienza e, più in generale, in quello del turismo. Previsioni recenti della Fipe parlano ancora di un rischio per 10mila dipendenti nel solo comparto della ristorazione, dove sarebbero a rischio chiusura 2.500 imprese.
Per quel che riguarda i numeri diramati oggi dall’Osservatorio sul precariato dell’Istituto di Previdenza, le assunzioni attivate dai datori di lavoro del settore privato nei primi quattro mesi del 2020 sono state 1 milione e 493 mila. «Rispetto allo stesso periodo del 2019 la contrazione e` stata molto forte (-39%) ed e` risultata particolarmente rilevante nel mese di aprile (-83%), ancor piu` del mese di marzo (-45%) per effetto dell'emergenza legata alla pandemia Covid-19 e le conseguenti restrizioni (obbligo di chiusura delle attivita` non essenziali) nonche´ la piu` generale caduta della produzione e dei consumi». L'Istituto spiega come tutte le tipologie contrattuali siano state interessate ma "in maniera nettamente accentuata" cio` vale per le assunzioni con contratti di lavoro a termine".
La differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni in termini tendenziali, il cosiddetto saldo annualizzato delle posizioni di lavoro, è "divenuto negativo a febbraio (-29.000) ed e` rapidamente aumentato a causa della caduta dell'attivita` produttiva conseguente all'emergenza sanitaria, passando a -279.000 a marzo e raggiungendo, a fine aprile, il valore di -610.000 posizioni di lavoro, rispetto al 30 aprile 2019". Così l'Inps nel suo Osservatorio. «L'impatto del Covid-19 ha fortemente interessato i contratti a termine, accentuandone le tendenze, gia` in essere, alla flessione. Il saldo dei rapporti a tempo determinato ad aprile 2020 e` risultato pari a -499.000», spiega l’Inps.
Tornando al turismo, se non ci fosse stata la pandemia, a luglio le imprese del settore avrebbero dato lavoro a più di un milione e mezzo di lavoratori dipendenti. Per Federalberghi a giugno, nel comparto ricettivo, sono andati persi circa 110 mila posti di lavoro stagionali. Per i mesi estivi sono a rischio 140 mila posti di lavoro temporanei. Una volta terminata la cassa integrazione, dovranno attendersi conseguenze anche sui contratti a tempo indeterminato. Basti considerare che, nel mese di maggio, le ore di cassa integrazione autorizzate per i lavoratori degli alberghi e dei ristoranti sono state 136,8 milioni, equivalenti a circa 800mila full time.
Assunzioni in calo nei primi 4 mesi del 2020
I dati resi noti questa mattina dall’Inps fotografano la situazione al 30 aprile 2020, tuttavia l’onda lunga della crisi economica sta interessando ancora oggi migliaia di lavoratori, soprattutto nel comparto dell’accoglienza e, più in generale, in quello del turismo. Previsioni recenti della Fipe parlano ancora di un rischio per 10mila dipendenti nel solo comparto della ristorazione, dove sarebbero a rischio chiusura 2.500 imprese.
Per quel che riguarda i numeri diramati oggi dall’Osservatorio sul precariato dell’Istituto di Previdenza, le assunzioni attivate dai datori di lavoro del settore privato nei primi quattro mesi del 2020 sono state 1 milione e 493 mila. «Rispetto allo stesso periodo del 2019 la contrazione e` stata molto forte (-39%) ed e` risultata particolarmente rilevante nel mese di aprile (-83%), ancor piu` del mese di marzo (-45%) per effetto dell'emergenza legata alla pandemia Covid-19 e le conseguenti restrizioni (obbligo di chiusura delle attivita` non essenziali) nonche´ la piu` generale caduta della produzione e dei consumi». L'Istituto spiega come tutte le tipologie contrattuali siano state interessate ma "in maniera nettamente accentuata" cio` vale per le assunzioni con contratti di lavoro a termine".
La differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni in termini tendenziali, il cosiddetto saldo annualizzato delle posizioni di lavoro, è "divenuto negativo a febbraio (-29.000) ed e` rapidamente aumentato a causa della caduta dell'attivita` produttiva conseguente all'emergenza sanitaria, passando a -279.000 a marzo e raggiungendo, a fine aprile, il valore di -610.000 posizioni di lavoro, rispetto al 30 aprile 2019". Così l'Inps nel suo Osservatorio. «L'impatto del Covid-19 ha fortemente interessato i contratti a termine, accentuandone le tendenze, gia` in essere, alla flessione. Il saldo dei rapporti a tempo determinato ad aprile 2020 e` risultato pari a -499.000», spiega l’Inps.
Tornando al turismo, se non ci fosse stata la pandemia, a luglio le imprese del settore avrebbero dato lavoro a più di un milione e mezzo di lavoratori dipendenti. Per Federalberghi a giugno, nel comparto ricettivo, sono andati persi circa 110 mila posti di lavoro stagionali. Per i mesi estivi sono a rischio 140 mila posti di lavoro temporanei. Una volta terminata la cassa integrazione, dovranno attendersi conseguenze anche sui contratti a tempo indeterminato. Basti considerare che, nel mese di maggio, le ore di cassa integrazione autorizzate per i lavoratori degli alberghi e dei ristoranti sono state 136,8 milioni, equivalenti a circa 800mila full time.
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Alberto Lupini
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