Col nuovo Codice Appalti per la ristorazione collettiva non cambia nulla, anzi ...
Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Codice Appalti per i lavori, le forniture e i servizi pubblici per dare seguito alla semplificazione dei contratti ma, per le mense non è una soluzione ai problemi
Resta in bilico la ristorazione collettiva: nonostante il nuovo Codice Appalti sia stato approvato dal Consiglio dei ministri - come da previsione - le misure economiche previste tagliano fuori di fatto il settore provato ormai da quasi un anno da forti aumenti dei costi di energia e materie prime alimentari. Una condizione che sta mettendo le aziende del comparto in ginocchio, tanto che all’inizio del mese le associazioni di categoria si dichiaravano pronte a scendere in piazza per accendere i riflettori su un settore che svolge un servizio essenziale per scuole, ospedali, Rsa e centri di assistenza.
La decisione del Consiglio dei ministri
Ora il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Codice Appalti per i lavori, le forniture e i servizi pubblici per dare seguito alla ben auspicata semplificazione dei contratti, un passaggio importante per la ripresa e lo sviluppo della crescita del Paese.
Rimane, purtroppo, fortemente penalizzato il settore dei servizi, a cui non è riconosciuta la revisione prezzi per i contratti in essere e di fatto anche per quelli a venire, visto l’introduzione di un sistema con franchigia che mal si adatta al settore dei servizi. Per i servizi di ristorazione collettiva, che da tempo denunciano il mancato riconoscimento dell’aumento dei costi sostenuti, si profila una crisi strutturale, che sta già producendo la non partecipazione a gare che interessano il servizio delle mense in scuole e ospedali.
«Abbiamo chiesto a gran voce, per mesi - afferma il presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli - che venissero varate misure urgenti per fronteggiare la crisi imminente e apportate modifiche al Codice Appalti capaci di distinguere i contratti di lavori pubblici da quelli dei servizi. Nonostante le tante rassicurazioni avute, rileviamo la mancanza di disposizioni risolutive, una condizione che comporterà gravi ripercussioni per aziende e lavoratori in un settore che svolge servizi essenziali e di pubblica utilità. Rimane ferma la volontà di scongiurare tavoli di crisi volti alla gestione di politiche di riduzione del lavoro e dei lavoratori, motivo per cui l’introduzione di una misura specifica che garantisca il principio di equilibrio economico per i contratti in corso per il servizio delle mense pubbliche è più che auspicata».
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Alberto Lupini
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