Il Codacons scrive ai Prefetti «Si torni nelle spiagge libere»

L’associazione ha chiesto che si monitori la situazione delle concessioni balneari che occupano il 50% delle coste italiane e che si intervengo duramente in caso di violazioni

07 agosto 2020 | 12:25
Con un’istanza alle prefetture di tutta Italia, il Codacons solleva la questione dell’accesso alla spiaggia e chiede ai Prefetti della penisola di garantire immediatamente, in favore della collettività, il diritto alla fruibilità delle spiagge libere su tutto il territorio italiano, anche attraverso “interventi correttivi e sanzionatori nel caso di inosservanza dei limiti già disposti dalla normativa nazionale, regionale e comunale tra le aree concesse a soggetti privati e gli arenili liberamente fruibili”. L’Associazione, in caso di accertate violazioni, ha chiesto inoltre ai Prefetti di emettere ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi e, in caso di ulteriore inosservanza, di trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica territorialmente competente per abusiva occupazione di spazio demaniale e inosservanza di limiti alla proprietà privata.


Codacons duro sulle spiagge libere

Il problema sollevato dall’Associazione è vecchio di decenni, ma ciò nonostante – incredibilmente – non gli è mai stata data soluzione. Neanche in vista di questa estate, e nonostante la domanda di spiagge libere (complice la crisi economica) sia in rapida ascesa. Anche quest’anno, insomma, trovare un posto libero dove prendere il sole liberamente e gratuitamente è difficilissimo: aumentano, infatti, le concessioni balneari, che a oggi interessano oltre il 50% delle spiagge italiane. Senza contare che l’8% delle coste non risultano balneabili, perché il mare è inquinato.



«Adesso basta - dice il presidente Carlo Rienzi - anche alla luce della difficoltà economica delle famiglie, bisogna garantire ai cittadini la possibilità di scegliere spiagge libere e gratuite. Bisogna intervenire con fermezza per risolvere tutte le situazioni illegali o abusive, ripristinando la funzione pubblica e sociale di quelle spiagge e quelle coste che oggi risultano inaccessibili e occupate».

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Alberto Lupini


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