Cocciuto, inconfondibile, adorabile Pietro D’Agostino si racconta

01 ottobre 2016 | 17:35
di Clara Mennella
Difficile rispondere alla domanda: «Ama di più la Sicilia Pietro D’Agostino (nella foto), oppure è la Sicilia che ama di più questo chef?», qualsiasi sia la risposta, la verità è che questo è un amore a doppio senso, totale e assoluto. La Sicilia lo adora e Pietro ricambia diventando uno degli ambasciatori più rappresentativi della cucina isolana, quella però più moderna e internazionale, i suoi piatti sono di incantevole semplicità, di una creatività concreta mai estrema ma originale e trasversale, piace senza se e senza ma a tutti.


Pietro D'Agostino

Pesce, pomodoro e verdure fresche sono i pilastri del suo lavoro, insieme ai pistacchi, al limone, alla ricotta e a tutti gli ingredienti tipici siciliani che ha utilizzato e utilizza sempre anche quando si sposta per i continenti, facendoli recapitare in qualsiasi parte del mondo. E di paesi ne ha visitati parecchi, costruendosi un bagaglio di sapere che contamina appena i suoi piatti, che ha dato struttura alla sua professione, ma che non ha mai distratto D’Agostino dalla sua linea ideale che lo ha portato a creare alcuni indimenticabili piatti-signature, come la “Passeggiata per la Sicilia”.

Nato a Taormina, D’agostino è stato un vero enfant prodige, vivendo il periodo della sua vita dai 21 ai 31 anni in viaggio per l’Italia e l’estero, fino a quando decide di mettere le radici lavorative aprendo “La Capinera” proprio sul lungomare della sua città, scegliendo una suggestiva palafitta con una terrazza mozzafiato dalla quale si vedono le stelle e sulla quale si è accesa anche la Michelin, stella della ristorazione. Poco distante, in città alta, ha dato il via anche ad uno spazio-cucina, il Pietro D’Agostino Cooking Lab, fucina di idee, progetti, scuola per adulti e bambini e Centro di educazione alimentare.


Da bambino cosa sognavi di diventare?
Sin da bambino, timido e di poche parole ho capito che da grande avrei voluto fare il cuoco, così ho cominciato a frequentare l’Accademia culinaria.

Il primo sapore che ti ricordi.
Pane e pasta fatti in casa, le primizie dell’orto, la salsa che cuoceva per ore nei pentoloni, il pesce fresco acquistato all’alba.

Qual è il senso più importante?
L’olfatto per me è il primo dei cinque sensi.

Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Sono sincero non ricordo nessun piatto che mi abbia messo in difficoltà.

Come hai speso il primo stipendio?  
Quando ho avuto la prima disponibilità economica ho acquistato un biglietto aereo per Londra… e così ho continuato per anni, girando il mondo.

Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Gioco in casa, la Pasta alla Norma, il buon pesce azzurro e la caponata con quel sapore unico in agrodolce.

Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Aromi e spezie, conservati con cura e utili in ogni preparazione.

Qual è il tuo cibo consolatorio?
Una buona cassata dal gusto delicato.

Che rapporto hai con le tecnologie?
Buono.

All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
La pasta al pomodoro, ma anche una pasta aglio, olio e peperoncino.

Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
La persona giusta.

Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
“Cifre e costellazioni amorose di una donna” di Joan Mirò.

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
“Il cielo in una stanza”, quando comincio a cucinare ho davvero la  sensazione che non ci siano più pareti  e mi sento altrove.


Ristorante La Capinera
via nazionale 177 - 98039 Taormina-mare loc. Spisone (Me)
Tel 0942 626247 - Cell 338 1588013
www.pietrodagostino.it

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