Cibo Nostrum, oltre 20mila presenze Un festa della cucina con mille cuochi

14 giugno 2017 | 10:24
di Gabriele Ancona
«Oltre 20mila presenze registrate, 150 postazioni di cuochi che hanno impegnato circa mille professionisti, 50 cantine rappresentate, di cui 30 dell’area Etna, e un incremento del 300% della raccolta fondi per la ricerca sul morbo di Parkinson, perché Cibo Nostrum sostiene con determinazione la causa della solidarietà». Così Rocco Pozzulo, presidente Federazione italiana cuochi, al termine della 6ª edizione della manifestazione che dall’11 al 13 giugno si è svolta tra Zafferana Etnea (Ct), Giardini Naxos e Taormina (Me). Il momento di massimo impatto, anche mediatico, della grande festa della cucina italiana è stato il Taormina Cooking Fest. Lungo i 2.100 metri di Corso Umberto I si sono celebrati in diretta centinaia di show cooking, un vero G7 della gastronomia italiana e un momento spettacolare di promozione del Made in Italy in una Taormina affollata dal turismo internazionale.



«La nostra cucina parla a tutto il mondo», ha commentato il bistellato Ciccio Sultano patron del ristorante Duomo di Ragusa Ibla e neo membro Euro-Toques. Nel suo corner troneggiava un mastodontico tonno rosso da 217 kg (pescato nel Mediterraneo con ami e palangari) affilato dal maestro Alfio Visalli. Una passerella di ricette e di materie prime di alto profilo, a partire proprio dalla bottarga di tonno di Ciccio Sultano, ha solcato la dorsale di Taormina. Una manciata di testimonianze: Spaghetti freddi all’acqua di pomoro, gambero di nassa al profumato al coriandolo e aria di conchiglie; Ricciola, burrata, pomodoro e pesto; Crema di ricotta di bufala, crema di carote sferificata e tartufo; Sgombro e schiacciatina di ceci.



Cibo Nostrum è stato anche un momento di incontro, a tu per tu, con i protagonisti della cucina italiana. Di grande stimolo il confronto con Marco Sacco, due stelle Michelin del Piccolo Lago di Mergozzo (Vb), che ha presentato il Movimento gente di lago, che vuole valorizzare la ricchezza delle acque interne, un patrimonio inestimabile. «A questo proposito - ha commentato Sacco - è necessario pianificare e sostenere strategie gestionali che assicurino il corretto equilibrio tra la salvaguardia delle risorse ittiche, la loro promozione gastronomica come una tra le infinite ricchezze culinarie del panorama italiano e i benefici economici derivanti dal loro utilizzo. L’acquacoltura è un ottimo esempio di scelta lungimirante». Coerente con il tema di Cibo Nostrum, ha presentato nell’ambito del workshop un Sandwich mare-lago rappresentato da sarda, misultin (agone essiccato), pane, maionese di misultin e liquirizia fresca.


Rocco Pozzulo

Su questa linea anche il convegno organizzato in collaborazione con il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca: “Pesca sostenibile, acquacoltura e cucina consapevole: il pesce azzurro e le specie eccedentarie”. Abbiamo 8mila chilometri di coste, è stato sottolineato, e dobbiamo valorizzare tutte le nostre specie di pesce azzurro, il pesce per antonomasia, solitamente poco commercializzate nel mercato ittico e sui banchi delle pescherie.

«Bisogna imparare - ha precisato Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo e beni culturali - a raccontare il pesce azzurro come si è fatto con il vino. In quest’ottica si valorizzano i beni del Paese e l’alimentazione - va ribadito - è un moltiplicatore di esportazione». Le ha fatto eco Giuseppe Castiglione, sottosegretario alle Politiche agricole: «Tutelare il nostro mare e il nostro pescato significa favorire la sostenibilità ambientale. Un obiettivo che ci vede alleati con la Federazione italiana cuochi, impegnata nella promozione dei valori del pesce azzurro, digeribile e ricco di minerali. Un alimento che fa bene ai bambini».



«Dobbiamo portare il pesce azzurro nelle scuole primarie - ha precisato Rocco Pozzulo - elaborando con i Ministeri un progetto di formazione dedicato ai giovani. Ma anche nei ristoranti, per incentivarne il consumo, il menu dovrebbe presentare almeno una ricetta a base di questa materia prima eccezionale». Nel corso del convegno è stato inoltre ricordato che oltre il 50% del pesce azzurro proviene da acquacoltura. Che il pesce da acquacoltura moderna sia uguale a quello di mare è ormai opinione comune.

Cibo nostrum si è infine spostato alle pendici dell’Etna, dove presso la cantina Cusumano è stato siglato il Patto Etneo tra cantine, cuochi, sommelier e produttori di pesce azzurro. Un manifesto per sviluppare e rappresentare al meglio il patrimonio etneo a livello ambientale, storico e culturale. Festa finale a pochi chilometri, tra il versante nord dell’Etna e il parco dell’Alcantara. Qui ha sede la cantina di Cottanera, azienda vincola guidata dalla famiglia Cambria: 110 ettari in continuità (un unicum in quest’area), di cui una sessantina a vigneto (Nerello Mascalese, Carricante, Catarratto).



La degustazione ha visto sfilare vini di alta gamma, frutto di un intenso e appassionato lavoro in vigna e cantina. Nell’ordine, Metodo Classico Brut 2012 (100% Nerello Mascalese), Etna Bianco Doc Contrada Calderara 2015 (100% Carricante), Etna Rosato Doc (100% Nerello Mascalese), Etna Rosso Contrada Feudo di Mezzo (100% Nerello Mascalese). In chiusura, Etna Rosso Doc Riserva 2011 Contrada Zottorinoto (100% Nerello Mascalese) con affinamento di 24 mesi in botte di rovere francese e successivamente altri 24 in bottiglia.
 
Per informazioni: www.cibonostrum.eu

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