Alta cucina al Castello di Spilimbergo Frutto della filosofia di Marco Talamini
Il luogo è unico, il Castello di Spilimbergo (Pn). Qui ha sede il Ristorante La Torre, guidato da Marco Talamini, membro di Euro-Toques, e Massimo Botter in sala. Una location che equivale a una marcia in più
24 giugno 2018 | 14:10
di Gabriele Ancona
Marco Talamini
Il Castello ha un impatto scenografico notevole, che viene però completato e ulteriormente valorizzato dal duo Talamini-Botter. «Massimo - precisa Marco Talamini - è qui dal 1993. Io l’ho raggiunto nel 2000. Ormai sono 18 anni».
Nato a Cortina d’Ampezzo (Bl) nel 1960, Marco Talamini ha frequentato la scuola alberghiera di Falcade, sempre nel Bellunese, per poi spostarsi da una cucina all’altra in lungo e in largo per l’Italia e l’Europa. Nel 1987 torna in Veneto, dove apre ad Asolo (Tv) il Ristorante Bacco Tabacco, che dopo nove anni gli varrà una stella Michelin, confermata l’anno successivo (1997) nel nuovo ristorante di Padova. Ma Talamini vuole allargare gli orizzonti e si mette di nuovo in viaggio. Vola alto e approda a Spilimbergo con alle spalle anche l’esperienza nelle cucine di Peck e di Sadler. Nel castello si è impegnato, passo dopo passo, a traghettare La Torre da una ristorazione buona e dignitosa a una di livello superiore.
«Con una particolarità. Proporre una cucina raffinata, ragionata e curata - spiega il membro Euro-Toques - a prezzi equilibrati. Direi che ci siamo riusciti. La guida Ristoranti d’Italia 2018 del Gambero Rosso ci ha premiati nella sezione Miglior rapporto qualità/prezzo». Tradotto in cifre, il menu degustazione, il più caro e articolato (sei portate), è proposto a 60 euro. E se si aggiunge il percorso di vini al calice studiato da Massimo Botter, il conto si ferma a 80.
Marco Talamini elabora una cucina di ricerca che segue le stagioni. La carta viene comunque rinnovata ogni cinquanta giorni mantenendo fissi tre piatti, che cambiano con la stagionalità.
In questi giorni punti fermi, per esempio, sono il Frico morbido con la regina di San Daniele e l’Orzotto mantecato con erbette rosse e formaggio Asìno.
Riso Venere, asparagi e cappesante
Tre è comunque un numero ricorrente nel suo intendere la cucina. «Applico con rigore la filosofia del tre. Nel piatto - sottolinea - non deve regnare la confusione. Quindi, un solo elemento portante con altri due che lo esaltano. E poi tre consistenze e tre sapori».
Cucina da vertice, immediata e comprensibile, a prezzi contenuti. Servita in un castello. Cosa volere di più!
Foto: Riccardo Moretti
Per informazioni: www.ristorantelatorre.net
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