Cassa integrazione in deroga per 2 milioni di colf e badanti
Alla misura annunciata dal Governo potrebbe accedere una buona parte delle persone che accudiscono bambini, anziani e malati. Fortemente semplificate le procedure
07 aprile 2020 | 09:37
Anche colf e badanti potranno beneficiare degli ammortizzatori sociali: nel caso fossero stati sospesi dal servizio o peggio licenziati, o in caso di malattia o quarantena, infatti, potranno accedere ad una sorta di cassa integrazione in deroga dalle procedure fortemente semplificate. Ad annunciare che il governo ha allo studio apposite misure di salvataggio per buona parte di quell'esercito di circa 2 milioni di lavoratori che ogni giorno accudiscono bambini, anziani e malati, in Italia, è il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo al termine di un video-confronto con le parti sociali, con Domina, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs, Federcolf, Fidaldo e Assindatcolf.
Un provvedimento che troverà spazio all'interno del nuovo decreto legge di aprile su cui il governo sta cercando di stringere i tempi. Ancora in bianco l'ammontare delle risorse che si renderanno necessarie; il calcolo non è semplice, sono 800mila i lavoratori in 'chiaro' registrati all'Inps i cui datori pagano regolarmente i contributi ma circa 1,2 milioni invece quelli totalmente in nero che per questo potrebbero essere inclusi in quel reddito di emergenza che il governo sta mettendo a punto in queste ore.
Ma i 3 miliardi di finanziamento di cui si è parlato in questi giorni per fronteggiare le situazioni di indigenza estreme potrebbero a questo punto, dicono i sindacati, non bastare. Quello che è certo è che il settore produce circa l’1,3% del Pil e consente allo Stato di risparmiare 6,7 miliardi per la cura e il ricovero degli anziani in struttura. Costi sostenuti dalle famiglie italiane per complessivi 7,3 miliardi di euro all’anno se si calcolano retribuzioni, tfr e contributi.
In arrivo dunque un meccanismo molto simile alla cig in deroga ma con una procedura ipersemplificata, “semplice e leggera”, non essendo le famiglie in grado di sostenere l'impatto "burocratico" previsto normalmente per questi ammortizzatori. «Già oggi, comunque, i datori di lavoro possono usufruire della sospensione dei versamenti previdenziali e assistenziali prevista dal decreto Cura Italia», ricorda la Catalfo.
Soddisfatti i datori di lavoro. «È stato un incontro molto positivo. Il Ministro ci ha ascoltato dando dignità ai lavoratori di un settore spesso trascurato», ha commentato al termine il segretario generale di Domina, Leonardo Gasparrini. Bene anche per Fidaldo.
In attesa della formalizzazione della disponibilità del governo invece i sindacati che non si sbilanciano. «Ora dobbiamo fare un passo in più, includendo tanta fragilità rimasta ai margini e costruendo certezze per tutti i lavoratori domestici», spiega il vicesegretario generale Luigi Sbarra. In linea anche la Uil: «Si deve permettere alle famiglie di sospendere la prestazione di lavoro senza dover licenziare, con un ammortizzatore sociale rapido e sburocratizzato», chiede Ivana Veronese segretario confederale Uil.
Fonte: Adnkronos
In Italia lavorano circa 2 milioni di colf e badanti
Un provvedimento che troverà spazio all'interno del nuovo decreto legge di aprile su cui il governo sta cercando di stringere i tempi. Ancora in bianco l'ammontare delle risorse che si renderanno necessarie; il calcolo non è semplice, sono 800mila i lavoratori in 'chiaro' registrati all'Inps i cui datori pagano regolarmente i contributi ma circa 1,2 milioni invece quelli totalmente in nero che per questo potrebbero essere inclusi in quel reddito di emergenza che il governo sta mettendo a punto in queste ore.
Ma i 3 miliardi di finanziamento di cui si è parlato in questi giorni per fronteggiare le situazioni di indigenza estreme potrebbero a questo punto, dicono i sindacati, non bastare. Quello che è certo è che il settore produce circa l’1,3% del Pil e consente allo Stato di risparmiare 6,7 miliardi per la cura e il ricovero degli anziani in struttura. Costi sostenuti dalle famiglie italiane per complessivi 7,3 miliardi di euro all’anno se si calcolano retribuzioni, tfr e contributi.
In arrivo dunque un meccanismo molto simile alla cig in deroga ma con una procedura ipersemplificata, “semplice e leggera”, non essendo le famiglie in grado di sostenere l'impatto "burocratico" previsto normalmente per questi ammortizzatori. «Già oggi, comunque, i datori di lavoro possono usufruire della sospensione dei versamenti previdenziali e assistenziali prevista dal decreto Cura Italia», ricorda la Catalfo.
Soddisfatti i datori di lavoro. «È stato un incontro molto positivo. Il Ministro ci ha ascoltato dando dignità ai lavoratori di un settore spesso trascurato», ha commentato al termine il segretario generale di Domina, Leonardo Gasparrini. Bene anche per Fidaldo.
In attesa della formalizzazione della disponibilità del governo invece i sindacati che non si sbilanciano. «Ora dobbiamo fare un passo in più, includendo tanta fragilità rimasta ai margini e costruendo certezze per tutti i lavoratori domestici», spiega il vicesegretario generale Luigi Sbarra. In linea anche la Uil: «Si deve permettere alle famiglie di sospendere la prestazione di lavoro senza dover licenziare, con un ammortizzatore sociale rapido e sburocratizzato», chiede Ivana Veronese segretario confederale Uil.
Fonte: Adnkronos
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