Cartelle esattoriali, cosa fare tra sospensioni e rateazioni
Scaglionata la temuta ondata di cartelle - pari a circa 50 milioni di atti in tutta Italia - è possibile chiedere la rateazione: quando e come riprendere i pagamenti e dilazionare i debiti fiscali scaduti o in scadenza
A causa del permanere dello stato di emergenza, sanitaria ed economica, la temuta ondata di cartelle predisposte dall’Agenzia Entrate Riscossione e da notificare ai contribuenti – pari a circa 50 milioni di atti in tutta Italia – è stata, dunque, scaglionata con il recente provvedimento del Governo: gli invii partiranno da marzo 2021 e proseguiranno nell’arco dei 12 mesi successivi.
Nel frattempo, come ricorda laleggepertutti.it, c’è stata anche una proroga per le cartelle che erano già pervenute ai contribuenti prima dell’inizio della pandemia e non erano state saldate: i termini di versamento degli importi scaduti sono sospesi fino a fine febbraio 2021 e i pagamenti pregressi dovranno essere recuperati entro il mese di marzo. Va di pari passo il blocco dell’attività di riscossione, che comprende fermi amministrativi, pignoramenti e ipoteche: nel medesimo periodo è vietato notificarne di nuovi e sono congelati quelli avviati in precedenza.
Si può chiedere la rateazione
Ma chi non è in grado, a marzo 2021, di versare tutte insieme le somme fino a quel momento sospese può chiedere la rateazione: adesso le condizioni per ottenerla sono più tolleranti e si può beneficiare della soglia di tolleranza aumentata fino a 10 rate non pagate. Possono rientrare in questo ambito, e senza sanzioni, anche coloro che erano già decaduti da un precedente piano di dilazione o da una qualsiasi delle tre edizioni della rottamazione delle cartelle: una possibilità eccezionale di rimettersi in carreggiata.
Sospensione fino a quando?
La sospensione delle cartelle esattoriali riguarda sia i termini di versamento degli atti già pervenuti ai contribuenti (cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento affidati all’Agente della riscossione) sia l’invio di nuovi atti ai contribuenti. Per le cartelle già arrivate tutti i termini di versamento sono sospesi fino al 28 febbraio 2021. Il precedente termine del 31 gennaio è stato infatti prorogato di un mese con l’ultimo Decreto Legge emanato dal Governo.
Quando arriveranno le nuove cartelle esattoriali?
È stato prorogato fino al 28 febbraio 2021 lo stop alle notifiche dei nuovi atti di accertamento predisposti dall’Agenzia delle Entrate, tranne che nei casi di indifferibilità e urgenza. Dunque, gli invii partiranno dal 1° marzo 2021. L’Agenzia avrà un periodo di tempo di 12 mesi, fino a tutto febbraio 2022, per trasmettere gli atti impositivi che altrimenti sarebbero scaduti il 31 dicembre 2020. Le notifiche ai contribuenti avverranno in questo arco temporale.
Quando riprendere i pagamenti di quelle sospese?
La regola base è che i pagamenti sospesi dovranno essere effettuati, in unica soluzione, entro il mese successivo al termine del periodo di sospensione: dunque per le cartelle esecutive alla data dell’8 marzo 2020 (prima dell’inizio dell’emergenza Covid-19), e anche di quelle i cui termini utili per versare il dovuto sono scaduti durante il periodo emergenziale, occorrerebbe pagare tutti gli importi pregressi, accumulati e scaduti, entro il 31 marzo 2021.
Ma c’è la possibilità di evitare questa scadenza e di ottenere il rinvio dei pagamenti, dilazionando nel tempo le somme dovute.
Come dilazionare i debiti fiscali scaduti o in scadenza
Per tutte le cartelle di pagamento in scadenza nel periodo di sospensione, o scadute prima del suo inizio, come anche per quelle che arriveranno da marzo 2021, si può chiedere la rateazione del debito.
Le domande presentate nel corso del 2021 avranno una “tolleranza” di 10 rate non pagate, anziché 5. Perciò anche ritardando i pagamenti fino al massimo di 10 rate, anche non consecutive, non si incorre nella decadenza dal piano.
Inoltre viene aumentata da 60mila euro a 100mila euro la soglia al di sotto della quale non occorre dimostrare una situazione di difficoltà economica. Così il piano di dilazione sarà accolto automaticamente e il contribuente potrà decidere la durata del piano di rientro, fino a 120 rate mensili.
La domanda di rateazione può essere presentata, con queste nuove e più favorevoli condizioni rispetto all’ordinario regime, durante tutto il 2021.
Come bloccare pignoramenti e fermi amministrativi per cartelle non pagate
Per chi ha cartelle già scadute e non ancora rateizzate è opportuno presentare la domanda entro il 31 marzo 2021, cioè entro il termine in cui altrimenti occorrerebbe saldare il dovuto, per evitare l’avvio di procedure di recupero da parte di Agenzia Entrate Riscossione a partire da aprile.
La domanda di rateizzazione accolta, infatti, blocca l’instaurazione della riscossione coattiva, come i pignoramenti, e delle misure cautelari, come i fermi amministrativi, a partire dal momento in cui viene pagata la prima rata.
Già decaduto da una rateazione o rottamazione: cosa fare?
Chi alla data del 8 marzo 2020 era già decaduto da un precedente piano di rateazione potrà chiedere nel 2021 una nuova dilazione ed ottenerla senza dover versare prima le quote scadute. È un’importante deroga rispetto alle disposizioni ordinarie dovuta all’eccezionale emergenza Covid-19.
Grazie al Decreto Ristori anche coloro che erano decaduti nel 2019 dalla rottamazione delle cartelle potranno essere ammessi al piano di rientro rateale e così dilazionare il debito residuo senza penalizzazioni negli importi e nei termini. Si potrà beneficiare anche dell’allungamento fino a un massimo di 10 rate non pagate per impedire la decadenza dal nuovo piano.
Per chi invece non è decaduto dalla rottamazione ter o del saldo e stralcio, i termini di pagamento originariamente fissati al 10 dicembre 2020 sono slittati al 1° marzo 2021. Le scadenze delle rate successive del piano non subiscono variazioni.
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Alberto Lupini
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