Bonus Bellanova, la denuncia di Fipe: dopo nove mesi un quarto dei richiedenti senza aiuti
Secondo la Federazione dei pubblici esercizi, su 43mila domande per un importo totale di 330 milioni solo 211 milioni sono stati erogati. Il 25% delle imprese non ha ancora visto un quattrino. «Basta burocrazia»
12 maggio 2021 | 13:49
A nove mesi dall’entrata in vigore del Decreto Agosto, che conteneva il cosiddetto "bonus Bellanova" (dal nome dell'allora ministra alle Politiche agricole) per l’acquisto di prodotti agroalimentari locali, i contributi alle aziende sono ancora fermi al palo. Dei 330 milioni di euro richiesti dalle circa 43mila imprese che hanno fatto domanda, solo 211 milioni sono stati effettivamente erogati. Mentre il 25% delle aziende non ha ancora ricevuto un centesimo. Questo il bilancio redatto da Fipe-Confcommercio sulla manovra promossa dal Governo Conte II e che avrebbe dovuto materializzarsi a partire da gennaio.
Una posizione che ribadisce quanto già espresso dalla Federazione nei mesi scorsi. D'altronde, gli accrediti erano attesi entro la fine di gennaio quando avrebbero dovuti essere rimborsati i pagamenti dell’anticipo del 90% sugli acquisti dei prodotti agroalimentari. Ma così ancora non è. O meglio, non per tutti. In ballo, poi, non ci sono solo i 330 milioni di euro richiesti e considerati fondamentali per un settore messo in ginocchio dalle misure di contenimento del Covid-19, ma anche un plafond complessivo che raggiunge i 600 milioni di euro. Risorse che non possono essere perse e vanno subito riallocate a sostegno della filiera agroalimentare. «Migliaia di pubblici esercizi in questo momento stanno rialzando la testa ma si trovano ancora in bilico tra ripresa e fallimento. Ogni euro è prezioso, soprattutto quelli sui quali si è già fatto affidamento. Ci auguriamo che la situazione possa essere sanata quanto prima», ha rilanciato Fipe.
La protesta di Fipe: «Inaccettabile che la burocrazia fermi gli aiuti»
«Ci sentiamo presi in giro - ha commentato in una nota Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi - È inconcepibile che un provvedimento sacrosanto, emanato e finanziato per far fronte a una situazione di emergenza, rimanga bloccato dai ritardi burocratici. Il ministero delle Politiche agricole e Poste Italiane devono velocizzare immediatamente le erogazioni agli imprenditori che hanno acquistato materiali agroalimentari e che hanno diritto ai contributi promessi».Una posizione che ribadisce quanto già espresso dalla Federazione nei mesi scorsi. D'altronde, gli accrediti erano attesi entro la fine di gennaio quando avrebbero dovuti essere rimborsati i pagamenti dell’anticipo del 90% sugli acquisti dei prodotti agroalimentari. Ma così ancora non è. O meglio, non per tutti. In ballo, poi, non ci sono solo i 330 milioni di euro richiesti e considerati fondamentali per un settore messo in ginocchio dalle misure di contenimento del Covid-19, ma anche un plafond complessivo che raggiunge i 600 milioni di euro. Risorse che non possono essere perse e vanno subito riallocate a sostegno della filiera agroalimentare. «Migliaia di pubblici esercizi in questo momento stanno rialzando la testa ma si trovano ancora in bilico tra ripresa e fallimento. Ogni euro è prezioso, soprattutto quelli sui quali si è già fatto affidamento. Ci auguriamo che la situazione possa essere sanata quanto prima», ha rilanciato Fipe.
Cos'è il fondo
Come si legge nei documenti del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, sono stati stanziati 600 milioni di euro per l'acquisto di prodotti 100% Made in Italy. Le ristoratrici e i ristoratori possono richiedere contributi a fondo perduto per un minimo di 1.000 e un massimo di 10mila euro.A chi è rivolto
Possono accedere al contributo ristoranti, pizzerie, mense, servizi di catering, agriturismi e alberghi con somministrazione di cibo con i seguenti codici Ateco:- 56.10.11 (ristorazione con somministrazione)
- 56.29.10 (mense)
- 56.29.20 (catering continuativo su base contrattuale)
- 56.10.12 (attività di ristorazione connesse alle aziende agricole)
- 56.21.00 (catering per eventi, banqueting)
- 55.10.00 (alberghi limitatamente alle attività autorizzate alla somministrazione di cibo)
Quali prodotti sono ammessi
I prodotti che rientrano nel fondo ristorazione sono tutti quelli acquistati con documentazione fiscale, a partire dal 14 agosto 2020 che provengono dalle filiere agricole e agroalimentari Made in Italy. Sono inclusi:- Prodotti vitivinicoli
- Pesca e acquacoltura
- Prodotti Dop e Igp
- Prodotti che valorizzano la materia prima del territorio
Come funziona
Per accedere al bonus, bisogna presentare domanda online o presso un ufficio postale, in seguito ad acquisto, con documentazione fiscale, effettuato a partire dal 14 agosto 2020. Dopo un primo controllo, sarà versato un anticipo del 90% degli acquisti effettuati, tramite bonifico di Poste italiane. Il ristoratore deve quindi presentare la quietanza di pagamento degli acquisti fatti. Al termine di questi passaggi sarà saldato anche il restante 10% del totale del contributo concesso, sempre tramite bonifico di Poste italiane.© Riproduzione riservata
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