Avere il green pass è un atto di buon senso, anche in pasticceria

È giusto che il green pass sia obbligatorio per il cliente ma anche per noi che lavoriamo. È una questione di coscienza, di rispetto per chi ci sta intorno. Ora è tempo di pensare al Natale e ai dolci da preparare

05 ottobre 2021 | 08:00
di Angelo Musolino

È finita la stagione estiva, caratterizzata da mancanza di personale e green pass. Bilancio positivo e comunque proficuo dopo le chiusure per Covid. E a proposito delle nuove norme, è giusto che il green pass sia obbligatorio per il cliente che resta dentro al ristorante al massimo per tre ore, ma anche per noi che ci lavoriamo tutto il giorno. Ritengo che averlo sia un atto di buon senso. È una questione di coscienza, di rispetto per chi ci sta intorno. Noi abbiamo a che fare giornalmente con i clienti, manipoliamo il loro cibo, stiamo sempre a contatto con le persone. Occorre dare sicurezza a tutti e riportarci alla normalità per sconfiggere questo brutto virus.

Adesso inizia una nuova stagione che, per noi pasticceri, è già proiettata al Natale con la preparazione di tutte le specialità e i dolci, quelli tipici di ogni regione e quelli che ormai sono nazionalizzati come il panettone. Con tutto il direttivo Conpait (Confederazione pasticceri italiani) stiamo ragionando sul rilancio di nuove proposte, ma anche sul mantenimento delle tradizioni che poi rappresentano anche il nostro bagaglio formativo. Le ricette ormai utilizzate in questi anni e il mix di novità golose paradossalmente potrebbero apportare, nel nostro ambito, un valore aggiunto. Un segnale di volontà e convincimento che, attraverso passione e lavoro, può essere valorizzato e utilizzato anche nella quotidianità di qualsiasi cittadino.

 

 

Ecco perché insistiamo sulla formazione continua dei giovani che possono aiutare tutto il comparto. Credo fermamente che il lavoro maggiore, prima ancora che sulla preparazione dei dolci, sia quello sulle giovani leve. Con loro e con le nostre esperienze si può far crescere, ulteriormente, un mondo - quello dei pasticceri - che non vuole fermarsi. Non smettiamo di inculcare passione e valori. Da qui l’esortazione a guardare con fiducia all’immediato futuro: la Conpait ci crede e il cammino intrapreso finora va in questa direzione. In tutta Italia, regione per regione, ormai lo scambio di idee, progetti e visioni continue è senza soste, senza risparmi. Insieme, così, si vince la partita. Proposte, qualità, formazione, passione e tradizioni: su queste traiettorie i pasticceri sono pronti alla sfida.

 

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Alberto Lupini


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