«Arte e pasticceria non hanno confini» La filosofia che guida Riccardo Patalani

16 marzo 2016 | 14:04
di Luana Locatelli
Le origini toscane e gli studi artistici influenzano quotidianamente il lavoro del Maestro pasticcere AMPI Riccardo Patalani (nella foto), che nella pasticceria che porta il nome di famiglia, propone dolci della tradizione con ingredienti del territorio. Gusto estetico e decorazioni originali danno un tocco personale alle sue creazioni. L'ingresso nell'Accademia Maestri Pasticceri Italiani gli ha permesso di consolidare le sue conoscenze e di confrontarsi con i grandi nomi della pasticceria.


«Prima di tutto ai Simposi AMPI - dichiara Patalani - si impara; spesso ci viene detto che l'Accademia non è una scuola, ma quando ci si incontra e ci si frequenta con così tante persone che nel tempo diventano amici, ma anche dei “libri viventi”, li si consulta e loro sono disposti a darti una mano o a condividere le loro idee sulla filosofia della pasticceria».

«Sulle tendenze della pasticceria se ne potrebbe parlare per una serata intera. Penso che i pasticceri debbano sempre tenere a mente due cose: la tradizione, e quindi in Italia per la Pasqua che si avvicina penso al concetto di uovo, che ancora funziona, ma dall'altra parte è bene tenere sempre un occhio bene aperto sul futuro, quindi in questo senso anche sulla moda dove l'Italia è forte. Intendo più pulizia nelle esecuzioni, per tenere vivo quel legame tra la pasticceria e tutte le altre arti che sta diventando sempre più forte, dove l'Italia è ancora forte, perché siamo la nazione dell'arte, e io ci casco sempre».


«In Accademia spesso mi danno dell'artista - conclude Patalani - certe volte penso dell'“artistoide”, e c'è una gran differenza. Innanzitutto io vengo da una cultura, e prima ancora da una città come Viareggio che è vicino a Carrara e come si dice si respira un po' di marmo di Michelangelo. Ho fatto l'Accademia di belle arti di Carrara e quindi sono accademico per la seconda volta. Per me l'arte e la pasticceria non hanno grandi confini, e soprattutto quel tipo di arte che ti prende l'anima, quando scopri che tutto il mondo dal micro al macro è legato, e quindi ogni cosa che fai nel bene e nel male, te la ritrovi sempre in quello che andrai a rifare».

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