Arroganza dei manager, un'attitudine da sconfiggere
L'arroganza è il fattore predominante che non permette di conoscere sé stessi e se non si conosce sé stessi è ben difficile poter avere un successo continuativo e poter capire i propri errori
L'arroganza di tanti manager è fonte di innumerevoli problemi per il manager stesso, per il suo personale e per l'azienda che dirige. L'arroganza è il fattore predominante che non permette di conoscere sé stessi e se non si conosce sé stessi è ben difficile poter avere un successo continuativo. Gli arroganti che in determinati momenti hanno successo pensano di sapere tutto e pertanto ricevono pochissimi feedback da collaboratori e colleghi. Pensano di essere infallibili, perfetti sino a quando la loro carriera incontra delle difficoltà per loro insormontabili. A quel punto restano soli ad affrontare quelle difficoltà che non riescono a superare.
Arroganza, una scelta che non paga
Una persona arrogante che riesce a capire che nel suo comportamento c'è qualcosa che non va bene, la prima cosa che dovrebbe fare è di organizzare una analisi anonima a 360 gradi della opinione che i suoi superiori, i suoi colleghi di pari livello ed un gruppo di dipendenti hanno di lui. Valutare i risultati dell'analisi e mettersi in gioco lavorando in quelle aree comportamentali che non gli permettono di guidare il suo gruppo con armonia e consenso. Il coinvolgimento del team è cruciale per una azienda di successo. Se il Direttore arrogante pensa di essere così bravo ed infallibile non ha bisogno di mettere a disagio le persone meno “capaci” di lui ma deve essere più aperto con loro e metterle a loro agio.
Non possiamo cambiare tutti i collaboratori che vogliamo e che comunque non saranno mai al 100% di come vorremmo; pertanto, la capacità di creare un gruppo di lavoro affiatato che non abbia paura di un confronto con il direttore è cruciale per il successo dell'albergo. È importante che l'arrogante nel cercare di migliorare se stesso riveda completamente non solo il suo modo di parlare ma anche quello non verbale, spesso l'arrogante negli incontri/riunioni è impaziente, tende a sbuffare, guarda in altre direzioni, minimizza ed interrompe le persone mentre cercano di esporre il loro punto di vista. Se ritenete che quello che dico è vero e se anche parzialmente vi riconoscete in questo comportamento, fate in modo di avere un “amico” che vi corregga quando sbagliate e vedrete che i miglioramenti non tarderanno ad arrivare.
Diamo l'opportunità ai collaboratori di parlare senza venire interrotti, facciamo loro domande perché si spieghino meglio, sollecitiamo idee nuove in contrasto con le nostre, non andiamo alle riunioni con preconcetti. Prendiamo qualche secondo di tempo per rispondere e facciamo una o due domande aperte per far capire che siamo interessati e che vogliamo capire a fondo il loro punto di vista.
Caro Arrogante, scendi dal piedistallo e lavora con umiltà con i tuoi collaboratori. Questa è l'unica formula di successo a lungo termine.
L'arroganza non paga!
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Alberto Lupini