Aperture domenicali, svolta in arrivo? Proposta di legge della Lega per lo stop

L'apertura domenicale delle attività commerciali torna ad essere un tema caldo. La maggioranza infatti ha studiato in commissione Attività produttive un disegno di legge che ne prevede massimo 4 l’anno . Il testo ora arriverà alla Camera dove inizierà il suo iter prima di diventare, eventualmente, legge

06 settembre 2018 | 17:00
La prima firmataria del disegno di legge è la leghista Barbara Saltamartini; il testo è composto di due soli articoli e abroga i due che hanno liberalizzato le aperture dei negozi e in particolare l'articolo 31 del cosiddetto "Salva Italia" varato dal governo Monti, che aveva introdotto su questo fronte la massima autonomia da parte degli esercizi.



Il testo attuale dice che “le attività commerciali (...) e somministrazione di alimenti e bevande sono svolte senza il rispetto di orari di apertura e di chiusura, dell'obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell'esercizio”.

E il nuovo testo, cosa dice? Chiusura obbligatoria di domenica con il compito di studiare un nuovo regolamento che spetterà a Comuni e Regioni. Tra le regole, un numero massimo di aperture che non dovrà superare le 8 nell’arco dei dodici mesi.

"Le regioni, d'intesa con gli enti locali - spiega il ddl - adottano un piano per la regolazione degli orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali di cui al comma 1 che prevede l'obbligo della chiusura domenicale e festiva dell'esercizio. Nel piano adottato ai sensi del comma 4 sono individuati i giorni e le zone del territorio nei quali gli esercenti possono derogare all'obbligo di chiusura domenicale e festiva. Tali giorni comprendono le domeniche del mese di dicembre, nonché ulteriori quattro domeniche o festività nel corso degli altri mesi dell'anno".

Pronta arriva la risposta soddisfatta di Confesercenti: «Le liberalizzazioni delle aperture delle attività commerciali, introdotte dal governo Monti a partire dal 1 gennaio 2012 - si legge in una nota ufficiale - avrebbero dovuto dare una spinta ai consumi, grazie all’aumento delle opportunità di acquisto per i consumatori. Ma che non sembra essersi trasformato in acquisti reali: nel 2017 le vendite del commercio al dettaglio sono state inferiori di oltre 5 miliardi di euro ai livelli del 2011, ultimo anno prima della liberalizzazione».

«È importante - prosegue la nota - arrivare ad una revisione dell’attuale regime con una norma condivisa e sostenibile. Noi non chiediamo di stare chiusi sempre, ma di restare aperti solo quando e dove necessario, come ad esempio nelle località turistiche. Fondamentale è passare dalla deregulation totale ad un minimo di regolamentazione, ragionevole e assolutamente compatibile con le prassi europee e puntare a correggere una distorsione che ha compresso i diritti di piccoli imprenditori e di lavoratori senza alcun vero vantaggio per economia ed occupazione, visto che ha causato indirettamente la chiusura di almeno 50mila negozi».

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024