Anche i pizzaioli diventano maestri. Verso una legge per riconoscerne l'arte

Una proposta di legge presentata da Francesco Battistoni e Naike Gruppioni mira a creare il “Registro nazionale dei pizzaioli professionisti” per valorizzare e tutelare la figura del pizzaiolo , esclusa dalla legge Massari. Sostenuta da Confimprenditori, risponde alla lacuna evidenziata già a suo tempo da Italia a Tavola. Soddisfatto il maestro Gino Sorbillo

23 ottobre 2024 | 17:01
di Nicholas Reitano

Una proposta di legge per dare dignità e valore alla figura del pizzaiolo professionista che prevede l'istituzione del "Registro nazionale dei pizzaioli professionisti". È questo l'obiettivo del progetto bipartisan presentato mercoledì 23 ottobre alla Camera dei Deputati da Francesco Battistoni (Forza Italia) e Naike Gruppioni (Azione) e sostenuto da Stefano Ruvolo, presidente di Confimprenditori. Un'iniziativa che mira a colmare una lacuna lasciata dalla legge Massari, la quale aveva riconosciuto l'eccellenza di diverse figure dell'enogastronomia italiana come gelatieri, pasticceri, cuochi, vitivinicoltori, olivicoltori e maestri caseari, ma non i pizzaioli. Un'assenza che Italia a Tavola aveva sottolineato fin dall'inizio e che ora trova finalmente una risposta dalla politica.

Gino Sorbillo, maestro pizzaiolo e imprenditore napoletano, ospite della presentazione, si è detto soddisfatto della proposta: «È un'idea assolutamente positiva, perché è necessario un albo riconosciuto dal Ministero per la nostra professione - ha commentato a Italia a Tavola. Purtroppo, ancora oggi, per noi non esiste un attestato, un titolo ministeriale o un titolo di cavaliere. L'arte della pizza deve essere riconosciuta e iscritta per poterla tramandare agli attuali e futuri pizzaioli. Chi si avvicina, o si avvicinerà, a questo mondo non deve pensare che quello del pizzaiolo sia un mestiere di ripiego. Così come deve accadere per altri maestri dell'arte bianca, come i panettieri, che non hanno ancora riconoscimenti ufficiali».

I pizzaioli verso un riconoscimento ufficiale e un titolo di “Cavaliere”

Inoltre, viene proposta la creazione del titolo di "Cavaliere della pizza", un'onorificenza destinata ai pizzaioli che si distinguono per il loro contributo alla promozione della tradizione e dell'arte pizzaiola. «Con questa proposta di legge - spiega Battistoni - da un lato, vogliamo creare un registro che possa rappresentare la categoria professionale dei pizzaioli considerati in Italia e nel mondo come ambasciatori del nostro Made in Italy e, dall'altro, conferire un ruolo prestigioso come quello di cavaliere ad un comparto che promuove la nostra cultura, storia e tradizione».

Ma il progetto non punta solo a dare un riconoscimento formale, si impegna anche nella creazione di un quadro normativo che possa realmente tutelare i pizzaioli: «La proposta vuole offrire una tutela legislativa ai maestri pizzaioli, stabilendo alcuni principi normativi che ne valorizzino il ruolo sociale ed economico. Come è accaduto per l'arte della pizza napoletana, riconosciuta patrimonio dell'Unesco che le ha attribuito un disciplinare normativo, così, allo stesso modo, vogliamo che venga riconosciuta ai pizzaioli professionisti la loro unicità e che questa venga stabilita per legge». «Stiamo lavorando a un corso strutturato, in cui i pizzaioli possano accreditarsi ed essere valorizzati per le proprie capacità. La cucina per noi è arte, la pizza è arte, quindi bisogna indicare le caratteristiche e la formazione necessarie per tutelare questa categoria, fondamentale per il made in Italy» ha aggiunto Naike Gruppioni, intervistata da 9Colonne a margine dell'evento.

La pizza italiana è un simbolo culturale. E va tutelata

Dietro ciò c'è poi la consapevolezza che la pizza non è solo un piatto; è un simbolo culturale, un linguaggio universale che collega l'Italia al mondo intero. «Pizza - ricorda Battistoni - è la parola italiana più conosciuta al mondo e svolge una funzione di linguaggio universale che indentifica l'Italia e i maestri pizzaioli. Grazie a questa proposta di legge, oltre a tutelare l'alimento, tuteliamo un lavoratore fino ad oggi "nascosto", riconoscendone la sua qualifica professionale, proteggendone i valori storici, culturali e tradizionali e al tempo stesso, offrendo anche al consumatore un prodotto di eccellenza».

L'istituzione del registro nazionale e del titolo di "Cavaliere della pizza" non solo darebbe maggiore visibilità ai pizzaioli professionisti, ma rappresenterebbe anche uno strumento concreto per preservare la qualità e l'autenticità della pizza italiana, in un momento storico in cui le imitazioni sono all'ordine del giorno. «Con l'istituzione del registro nazionale - conclude Battistoni - potremo inserire i maestri pizzaioli direttamente nel quadro del "Food act", permettendo così al settore di promuovere, formare e diffondere il corretto metodo di produzione della pizza italiana riducendone le imitazioni e, soprattutto, promuovendo il gusto e la storia del nostro Made in Italy».

Pizzaioli: da maestri nascosti a cavalieri dell'eccellenza?

Dunque, se la legge dovesse essere approvata, non solo i pizzaioli italiani otterrebbero il riconoscimento che meritano, ma i consumatori stessi beneficerebbero di una maggiore tutela in termini di qualità e autenticità. Un passo importante per garantire che la pizza rimanga, ovunque nel mondo, il simbolo per eccellenza della tradizione gastronomica italiana.

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Alberto Lupini


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