Alimenti oltre la data di scadenza Nel cestino 8 milioni di tonnellate

È quanto si butta via ogni anno in Europa secondo la Commissione Ue. Necessario dunque fare più chiarezza su data di scadenza o termine minimo di conservazione . Più conoscenza porterebbe a una riduzione degli sprechi degli alimenti confezionati, mai aperti e buttati via per paura

06 ottobre 2019 | 10:16
di Francesca Totò
Un recente studio della Commissione europea ha stimato che fino al 10% degli 88 milioni di tonnellate di rifiuti di origine alimentare generati ogni anno nell’Unione europea è da attribuire alle date di scadenza/Tmc.


Il Tmc è la data fino alla quale il prodotto conserva le sue proprietà intrinseche

Le principali categorie di alimenti che finiscono in maggiore quantità nella spazzatura, favorendo quindi lo spreco alimentare, sono frutta e verdura, prodotti da forno, carne (compreso pesce e pollame) e prodotti lattiero-caseari. Troppo spesso, infatti, ci capita di buttare alimenti confezionati e mai aperti poiché siamo indotti in confusione dalla data di scadenza. Ma allora com’è possibile combattere lo spreco alimentare, riuscendo così anche a fare un po’ di economia domestica?

Sicuramente è essenziale fare chiarezza circa le diverse diciture, riportate in etichetta, che possiamo riscontrare sulle confezioni dei diversi prodotti alimentari acquistati.

Sono proprio le espressioni “data di scadenza” e “termine minimo di conservazione (Tmc)” che inducono in inganno il consumatore, la cui attenzione viene focalizzata in gran parte dalla data riportata sulla confezione ed il suo avvicinarsi fa presupporre un pericolo più o meno imminente per la sua salute.

Il “termine minimo di conservazione” (Tmc) è la data fino alla quale, in adeguate condizioni di conservazione, il prodotto conserva le sue proprietà intrinseche. Il Tmc deve essere espresso con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il” se nella data vengono riportati giorno, mese e anno, l’alimento in sé avrà un periodo di conservazione inferiore a tre mesi. Il Tmc può essere espresso anche con l’espressione “da consumarsi preferibilmente entro fine” seguito da mese e anno nel caso in cui il prodotto risulterà mantenere le sue qualità nutrizionali, sensoriali (fragranza, profumo, gradevolezza al palato ecc.) e la sicurezza di consumo per un periodo di tempo compreso tra i 3 e i 18 mesi; oppure seguito dalla sola indicazione dell’anno, se il prodotto si manterrà inalterato e sicuro oltre i 18 mesi dalla sua data di produzione.


La “data di scadenza” è quella data entro la quale il prodotto deve essere consumato

Superato il Tmc è ancora possibile consumare in tutta sicurezza l’alimento, sebbene sia doveroso puntualizzare che tanto più ci si allontana dalla data di superamento del Tmc, tanto più lo stesso andrà progressivamente a perdere le sue proprietà nutrizionali e qualità sensoriali. Il Tmc possiamo riscontrarlo nei sostituti del pane (es. crackers, pan bauletto, etc.), aceto e bevande alcoliche, pasta secca, legumi, tonno in scatola ecc.

La “data di scadenza”, invece, è quella data entro la quale il prodotto deve essere consumato e viene indicata con la formula “da consumarsi entro”, alla quale seguirà l’indicazione della data oppure dove sarà possibile trovarla nell’etichetta. Tale data riporta in ordine giorno, mese ed anno entro cui sarà possibile consumare l’alimento. La data di scadenza è possibile riscontrarla prevalentemente nei prodotti freschi altamente deperibili come latte e alcuni formaggi freschi (es. ricotta, stracchino ecc.), yogurt, uova, pasta fresca ripiena…

Per ridurre gli sprechi è fondamentale prestare attenzione alle diverse tipologie di diciture Tmc/Data di scadenza, ma è anche indispensabile conservare in maniera idonea il prodotto acquistato favorendo così il mantenimento delle sue caratteristiche tipiche.

Per informazioni: www.tecnologialimentari.it

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Alberto Lupini


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