Alessandra Baruzzi: Chef uomo o donna... In cucina contano le competenze

03 dicembre 2015 | 16:13
di Alberto Lupini
Parlando di cuochi nella maggior parte dei casi si pensa a una figura maschile. Gran parte del “merito” è da imputare senza dubbio alla televisione, che ha elevato a star molti chef nazionali e non solo. Sebbene oggi il ruolo della “donna cuoco” sia in fase di rivalutazione, c’è ancora molto lavoro da fare. Alessandra Baruzzi (nella foto), coordinatrice di Lady Chef, compartimento della Federazione italiana cuochi, coglie l’occasione del congresso di Firenze per puntare i riflettori sull’importanza di una figura femminile in cucina.

«Il congresso Fic - dice Alessandra Baruzzi - ha rappresentato per noi cuochi italiani e per la Federazione in generale un’occasione per ripartire. Riunendoci siamo stati in grado di dare vita a quella che noi stessi definiamo una nuova era per la Fic, nella quale oggi anche le donne chef possano vantare un’ampia visibilità. Le donne chef iscritte alla Fic oggi sono circa 3mila, un numero cospicuo rispetto agli anni passati».



Un successo meritato quello delle professioniste della cucina, che nel settore della ristorazione hanno imparato a distinguersi per la loro professionalità e per altrettanta capacità.

«Il comparto in cui lavoriamo richiede sempre più professionalità e conoscenze - continua la Baruzzi - a partire dalla scelta delle materie prime, fino alle nuove tecniche, come le cotture per esempio. Noi donne chef ci siamo impegnate con determinazione e serietà per rispondere in maniera esauriente a questa domanda sempre più forte. E ora possiamo definirci, seppur ancora in poche, delle vere professioniste: non solamente quelle associate alla Fic, ma tutte le donne in generale che hanno fatto della buona cucina la loro filosofia di vita».

Inserirsi in un mondo “di uomini” non è stato facile per le cuoche che oggi ammiriamo mentre dirigono la cucina di un ristorante. È stata una sfida importante, al termine della quale però la “donna cuoco” è riuscita a ottenere un’uguaglianza gerarchica con l’uomo, abitualmente visto come la star in cucina.

«Al giorno d’oggi - conclude Alessandra Baruzzi - un cuoco è tale, che sia uomo oppure donna, sia per professionalità che per esperienza. Perfino a livello contrattuale non esistono più differenze, o qualora ci fossero dipenderebbero più dal luogo in cui si lavora o dal numero di componenti della propria brigata. Alcune difficoltà persistono, ad esempio è difficile imprimere nell’immaginario pubblico l’idea di uno chef donna, così come è per noi più impegnativo conciliare le due realtà lavoro e famiglia, ma di strada ne abbiamo fatta e i risultati si vedono».

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Alberto Lupini


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