Académie de la Gastronomie Assegnati i premi per il 2019
Paolo Petroni, vicepresidente de l’Académie internationale de la Gastronomie e presidente dell’Accademia Italiana di Cucina, ha consegnato i premi della tradizione enogastronomica
14 maggio 2019 | 10:45
di Emanuela T. Cavalca
Il Prix au chef de l’Avenir è stato assegnato a Mirko di Mattia (Ristorante Livello 1-Roma). Si tratta di un giovane promettente che vanta esperienze in ristoranti importanti della capitale. La sua caratteristica? Una cucina rispettosa della tradizione dal guizzo creativo.
Il Prix au Chef Pâtissier è andato a Nicola di Lena (ristorante Seta-Mandarin Oriental Milano). Di origini pugliesi, ha frequentato la scuola alberghiera a Matera e spesso passava le vacanze in Sicilia. Così nella sua arte mescola gusti e tradizioni diverse. Consigliamo a tutti di fare una colazione al Mandarin per gustare le sue brioche siciliane.
A Francesco Cioria (Ristorante San Domenico), il Prix au Sommelier. Francesco vanta numerosi riconoscimenti, tra l’altro è stato nominato nel 2016 “Miglior sommelier d’Italia” (Best Italian Wine Awards). Pur non rinnegando il valore della sua esperienza all’estero, preferisce “giocare in casa”, perché si sente a suo agio al San Domenico.
Allan Bay (giornalista e scrittore) ha ricevuto il Prix de la Littérature Gastronomique. Chi non conosce la sua penna? Dal 1995 collabora con il “Corriere della Sera” e ha pubblicato una serie di libri di enogastromia. Ha iniziato la sua carriera giornalistica in questo settore quando i ristoranti di livello erano da contare sulle dita, per fortuna da qualche anno la cultura culinaria è cresciuta e sta vivendo il suo “momento d’oro”.
Il Prix Multimedia è andato a Edoardo Raspelli (già vincitore del premio Personaggio dell’anno di Italia a Tavola nel 2014), che per anni ha condotto alla Rai la trasmissione televisiva “Melaverde”, un programma di grande successo. È sempre stato un innovatore, non solo è un grande osservatore critico. A suo dire, purtroppo la cucina della ristorazione si è omologata, i «piatti sono diventati identici, perché vengono usati gli stessi colori e polveri», non solo le «scuole alberghiere non hanno molti soldi e curano poco la preparazione nel servizio in tavola». Anzi per usare le sue parole «il servizio langue». Come non si fa a non dargli ragione?
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Alberto Lupini