La Dop economy cresce sempre di più: +52% in dieci anni. Oggi vale 20 miliardi
La Dop economy italiana registra un valore di 20,2 miliardi di euro, con crescita del cibo Dop e Igp e stabilità nell'export, facendo registrare una crescita del 52% negli ultimi 10 anni
È stato presentato il Rapporto Ismea-Qualivita 2024, l'analisi della Dop economy italiana sui valori economici e produttivi dei settori agroalimentare e vitivinicolo Dop e Igp. Sovviene il grande Giovanni Verga che nel suo capolavoro, "I Malavoglia", fa così esprimere il protagonista Padron 'Ntoni: “Buon tempo e maltempo non durano tutto il tempo”. E davvero sembra essere questa la foto della Dop economy italiana, laddove le “perturbazioni”, se così vogliamo denominarle, sono di natura esogena e sono fondamentalmente riconducibili alle guerre in corso. Tuttavia, di fondo, la Dop economy italiana è comunque in situazione sana. Il valore alla produzione è di circa 20 miliardi di euro e di ben il 19% è il contributo dei prodotti Dop e Igp al fatturato complessivo dell'agroalimentare italiano. Il comparto food supera per la prima volta i 9 miliardi di euro, mentre il vino si attesta sugli 11 miliardi di euro.
Dop economy italiana: lo stato dell'export e i numeri di cibo e vino
Bene l'export, con i prodotti Dop e Igp leva del made in Italy nel mondo, che conferma un valore di quasi 12 miliardi di euro con tendenza positiva nei Paesi Ue. Fondamentale in tutto ciò, sorta di linfa che scorre beneficamente su tutta la Dop economy italiana la laboriosa presenza e la fervida attività dei 317 consorzi di tutela che coordinano il lavoro di oltre 194mila imprese delle filiere cibo e vino capaci di generare lavoro per quasi 850mila occupati. Soffermiamoci ancora sulla voce export che ribadiamo valere quasi 12 miliardi di euro. La crescita nei Paesi Ue (+5% circa) compensa il calo nei Paesi extra-Ue (-5% circa). Gli Stati Uniti permangono essere la prima destinazione in assoluto, con un valore che da solo pesa il 21% delle esportazioni italiane Dop e Igp. Dei suddetti quasi 12 miliardi di euro, il food contribuisce per quasi cinque miliardi e per quasi sette miliardi contribuisce il vino. Nell'ambito del cibo le categorie con le migliori performance sono formaggi, pasta e olio extravergine di oliva. L'impatto socioeconomico è vistoso: circa 194mila operatori, di cui circa 107mila nel comparto vino e circa 87mila nel comparto food.
I dati sull'occupazione nella Dop economy italiana
Il Rapporto Ismea-Qualivita 2024 approfondisce anche l'impatto della Dop economy sull'occupazione, elaborando i dati Inps sui rapporti di lavoro nella fase agricola e di trasformazione delle filiere Dop e Igp. Nel complesso si stimano circa 847mila occupati nella Dop economy italiana, di cui circa 332mila nel comparto vino e circa 585mila nel comparto cibo.
La Dop economy è virtuosamente pervasiva sul territorio nazionale. Prosegue il trend positivo nell'area Sud e Isole (+4,0%), sempre in crescita negli ultimi cinque anni, con buoni risultati soprattutto per Sardegna (+19%) e Abruzzo (+11%). Cresce anche il Nord-Ovest, trainato dalla Lombardia che supera per la prima volta i 2,5 miliardi di euro e cresce per il terzo anno consecutivo. Il Nord-Est ha risultati stabili nel complesso (-1% circa) e vale il 54% della Dop economy, con l'Emilia-Romagna che frena leggermente (-2% circa) e il Veneto che con quasi cinque miliardi di euro si conferma regione leader. Nel Centro i risultati peggiori (-4% circa) con la Toscana (-6% circa) che rappresenta la gran parte del valore economico e il Lazio unica regione in crescita (+9% circa).
Dove comprano gli italiani i prodotti Dop e Igp?
Domanda: dove compriamo i prodotti Dop e Igp? Risposta: prevalentemente nella Gdo, con un valore complessivo annuo di circa sei miliardi di euro e conseguente significativo incremento del +7% circa sull'anno precedente (con un +0,8% su base annua). Si conferma il ruolo crescente dei discount per i prodotti Dop e Igp che nel corso del 2024 superano la quota di mercato del 18%; anche il ricorso alle vendite in promozione da parte della Gdo risulta più elevato rispetto ai prodotti generici.
La Dop economy italiana, un sistema resiliente
Lucidissimo ed illuminante, rigoroso, originale e latore di spunti di riflessione quanto ha detto Mauro Rosati, direttore Fondazione Qualivita e Origin Italia. «I dati di questo Rapporto confermano che le Indicazioni geografiche italiane rappresentano un sistema resiliente, capace di affrontare con successo le molteplici sfide che il 2024 ha posto, sia in ambito climatico che commerciale. Questo risultato è sostenuto da una base occupazionale solida e dal continuo potenziamento dei 317 consorzi di tutela riconosciuti dal Masaf. In particolare, i dati relativi al Sud Italia in crescita da un quinquennio, evidenziano un rafforzamento del modello della Dop economy in quei territori, a testimonianza della capacità del settore di radicarsi e prosperare anche in contesti complessi. Guardando al futuro è fondamentale che il settore Dop e Igp, con le istituzioni italiane ed europee, rivolga la massima attenzione alle rapide trasformazioni tecnologiche nel campo alimentare e alle dinamiche evolutive dei mercati internazionali, per assicurare al sistema un livello sempre più alto di competitività e sostenibilità».
E risiede proprio qui l'ardimentosa challenge al quale è chiamato sin dall'imminente nuovo anno la Dop economy: la snella vivacità, da iniezioni di suppletiva competenza supportata, onde affrontare efficientemente ed efficacemente la realtà che evolve. In sintesi, si tratta di accrescere con la meritoria tensione al miglioramento continuo le competenze basilari, quelle connaturate al comparto, quelle basilari, ad esse affiancando le nuove competenze che devono abilitare il nuovo agire in un mondo di relazioni, di traffici e di scambi che è sia sempre più intenso e ricco, sia sempre nuovo, stante la varietà reticolare degli scenari. E così, avverse condizioni esogene a parte, ragionevolmente tornerà il bel tempo stabile.
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Alberto Lupini