Vino, storia e gusto: Kurtisia, ristorante gourmet dell'Etna

A Santa Venerina, unisce la tradizione siciliana e l'alta cucina in un palmento settecentesco. Menu raffinati, vini dell'Etna e piatti gourmet creano un'esperienza unica tra storia, sapori e paesaggi

21 gennaio 2025 | 07:30
di Enzo Raneri

Alle pendici dell'Etna, nelle campagna di Santa Venerina (Ct), vicino all'uscita autostradale di Giarre, si trova una ridente tenuta di circa dodici ettari, già luogo di villeggiatura nel ‘700 dell'arcivescovo di Acireale (Ct) Martino Fiorini, ma che oggi viene coltivata ad uliveto e vigneto, per la produzione anche di vino, che fino a oggi è stato venduto sfuso, ma che l'attuale proprietario, Alessandro Raciti, intende imbottigliare.

I locali, che una volta erano adibiti a palmento e cantina sono stati recentemente ristrutturati per l'utilizzazione ricettiva: spaziosissimi ambienti delle varie parti del grosso palmento settecentesco, sono stati ammodernati elegantemente con la massima cura e dettaglio, senza sottrarre persino l'odore del vino. che probabilmente impregna deliziosamente qualche parete lasciata al naturale, soprattutto nella zona della ampia cantina originale.

Cosa si mangia da Kurtisia 

Tre la sono i menu di degustazione firmati dallo chef Vittorio Lizzio, tra cui poter scegliere (per almeno due persone del tavolo): Cromia (80 euro a base di pesce), Filosofia ( 70 euro a base di carne) e Radici (60 euro a base vegetale). Ed ecco i piatti assaggiati, tratti dai primi due menu:

Per cominciare, il Benvenuto dello chef ha offerto una straordinaria panoramica dello street food siciliano moderno. La proposta includeva uno Spincione palermitano con emulsione al basilico, una Panella di ceci accompagnata da maionese di verdelli, una Frittella di ceci (a mo' di panella), un Arancinetto al pistacchio e un Macco fritto panato con maionese ai capperi. Un'esibizione scoppiettante, capace di sorprendere per la qualità e la ricchezza dei sapori. La Ceviche di ricciola, invece, ha rappresentato una vera apoteosi gustativa. L'armonia tra lampone e la sua riduzione, alga wakame, alga Mauro, maionese al wasabi, croccante di pelle di ricciola e germogli vegetali ha creato un equilibrio perfetto, con una piacevolezza acida che non ha nulla da invidiare alle più raffinate interpretazioni di questo piatto. A seguire, il Beccafico di triglia ha stupito per la perfetta panatura e frittura di una triglia di fondale. Il delicato umami del pesce è stato magistralmente esaltato dal finocchio e dall'arancia, che hanno aggiunto freschezza e acidità come un contorno raffinato.

Tra i primi piatti, il Turbante di pasta all'uovo ripieno di aragosta con crema di zucca ha spiccato per la vellutata armonia di sapori. L'aragosta locale, scottata in padella, è stata accompagnata da salse e ingredienti vegetali che hanno bilanciato le sensazioni acide, creando un boccone assolutamente equilibrato. Le Orecchiette con cime di broccoli hanno invece giocato su contrasti di consistenza. La crema di broccoli e le cime sbollentate hanno dialogato alla perfezione con la salsiccia soffritta, mentre la polvere di olive nere ha regalato un'intrigante nota finale. Per i secondi a base di pesce, la Darna di pesce all'amo, preparata con un esemplare fresco di cernia, ha mostrato la maestria dello chef nella creazione di una bisque avvolgente. Il piatto è stato completato da un contorno vegetale di “trunzu di aci”, una brassicacea tipica del territorio, che ha offerto un contrasto di consistenze e sapori davvero interessante.

Sul fronte della carne, il Filetto di equino alla catanese ha omaggiato la tradizione locale. La carne, cotta sottovuoto a bassa temperatura (58°C) e poi grigliata con salmoriglio, è stata accompagnata da un'insalata di pomodorini confit, cipolla in agrodolce e ricotta di pecora salata, richiamando i sapori tipici di via Plebiscito. Infine, il Filetto di manzo a punta di coltello si è rivelato un piatto ricco e complesso. La cialdina di grano tenero ha accolto una miscela di tartufo nero delle Madonie, tuorlo marinato al cedro, maionese di capperi e zeste di arancia caramellata, offrendo un contrasto di elementi dolci e amari ben bilanciato.

Prima di passare ai dolci veri e propri, il predessert ha rinfrescato il palato con una granita al mandarino. Il primo dessert, una Panna cotta alla vaniglia, è stata impreziosita da lamponi, coulis di frutti rossi, crumble al cioccolato modicano e croccante ai frutti rossi, offrendo un finale elegante e delicato. A seguire, il Cannolo secondo kurtisia ha stupito con una cialda nera al carbone vegetale, glassata con cioccolato ai frutti rossi e farcita con ricotta vaccina arricchita da gocce di cioccolato al 72%, zeste di arancia caramellate e polvere di pistacchio. Foglie d'oro e fiori eduli hanno aggiunto una nota scenografica di grande impatto. Per concludere, le piccole coccole di pasticceria hanno rappresentato l'ultimo tocco dolce, completando l'esperienza gastronomica con raffinatezza. Kurtisia significa cortesia! Ed è quella che è stato possibile riscontrare in ogni movimento degli addetti che ci hanno assistito nel ricevere il servizio di ristorazione. Un altro esempio di novità ben riuscita.

Via Trieste 371/A 95010 Santa Venerina (Ct)
Tel +39 389 256 2739

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Alberto Lupini


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