Viaggio tra i borghi d’Italia Acqualagna, capitale del tartufo

Un itinerario tra natura, cultura ed enogastronomia. Dai giri in bici nella Riserva Naturale Gola del Furlo, attraverso reperti romani e chiese, per terminare con fiere e musei sul tartufo

16 novembre 2020 | 09:38
di Tiziano Argazzi
Acqualagna (l’antica Pitinum Mergens) è un affascinante borgo marchigiano di 4.300 abitanti, che tutt’Italia conosce come la “capitale del tartufo”. Distesa lungo l’antico tracciato della via Flaminia, nell’entroterra della provincia di Pesaro e Urbino, è circondata dalla Riserva Naturale della Gola del Furlo, dai territori della Comunità Montana di Catria e Nerone, dalla città rinascimentale di Urbino e dall’Adriatico, che dista una quarantina di chilometri. La bellezza dell’ambiente circostante e l’aroma del tartufo fanno di Acqualagna un luogo speciale e per certi versi unico.


La Gola del Furlo

Un giro in bici per le bellezze naturali attorno al borgo
L’intero territorio è immerso nella Riserva della Gola del Furlo, un paradiso di oltre 3.600 ettari dove la ricchezza del paesaggio e le bellezze naturalistiche si uniscono, per dare vita ad uno straordinario scrigno ricolmo di storia, natura, cultura e biodiversità. Un luogo straordinario e ricco di emozioni, con tanti sentieri naturalistici, molto spesso pianeggianti ed adatti a tutti. Percorsi che invitano a piacevoli escursioni (a piedi o in bici), per ammirare le vette del Catria e del Nerone, i monti più alti della zona, le verdi acque del fiume Candigliano che si insinua tra le pareti rocciose della Gola, le antiche gallerie scavate da Etruschi e Romani e la “Grotta del grano”, una grande nicchia nella roccia, modellata nei millenni dal potente lavoro di erosione del Candigliano. Questo riparo sotto roccia pare fosse già frequentato in epoca preistorica, come testimoniano i reperti (frammenti di ciotole, tazze e recipienti di terracotta usati per cuocere e conservare il cibo) attualmente conservati nel Museo di Preistoria “Paolo Graziosi” di Firenze.


La diga del Furlo

Con una bici a pedalata assistita, noleggiabile pure in loco da Marche and Bike, si riesce ad affrontare, senza fatica, anche le prime salite del Monte Pietralata, circondati da uno scenario suggestivo in cui si alternano boschi, pareti rocciose e prati. I più allenati riescono ad arrivare fino ai ruderi del Castello di Pietralata ed alla vicina chiesetta dedicata alla Santissima Trinità.

Ad Acqualagna sono tanti i tesori storico-artistici che ne testimoniano l’antico passato e che, per buona parte, sono arrivati indenni fino a noi. Con un paio di giorni a disposizione si riesce a vederle tutte, con calma, per apprezzarne l’intatta bellezza.

Il panorama dal monte Pie Tralata

Reperti romani, chiese e santuari
Si può iniziare dall’Abbazia di San Vincenzo, detta anche del “Furlo” o di “Pietra Pertusa”, una preziosa costruzione in stile romanico, dove soggiornarono anche San Romualdo (nel 1011) fondatore dei Camaldolesi e San Pier Damiani (nel 1042).  Edificata alla fine dell’VIII secolo, sulla riva sinistra del Candigliano, a tre chilometri da Acqualagna, è dedicata a San Vincenzo, vescovo dell’antica diocesi di Bevagna, da tempo soppressa ed accorpata a quella di Spoleto. La chiesa attuale, in stile romanico, fu riedificata nel XIII secolo dall'abate Bonaventura. All’interno un bel presbiterio sopraelevato, con al centro una stretta scalinata. Ai lati due aperture che conducono alla cripta. Le pareti sono impreziosite da affreschi quattrocenteschi, raffiguranti la Madonna con Bambino, San Vincenzo ed altri Santi. All’esterno, sul lato destro, si trova la casa parrocchiale, già adibita a casa colonica e costruita sulle fondamenta dell’antico monastero. La posizione, nei pressi di uno dei più suggestivi passi appenninici, ne fa una meta attraente anche per il magnifico paesaggio che la circonda.

Nelle immediate vicinanze si può ammirare l’imponente Fortezza sul Candigliano, un lungo viadotto di età augustea. Di pregio storico archeologico anche i resti monumentali dell’antica consolare Flaminia costruita dai Romani nel III secolo a.C. e le due Gallerie: la prima, lunga un centinaio di metri (ancora oggi utilizzata per il traffico veicolare) fu costruita nel 76 d.C. dall’imperatore Vespasiano, per consentire un più agevole attraversamento degli Appennini, dal versante Adriatico a quello Tirrenico; l’altra, di appena otto metri, presumibilmente scavata dagli Etruschi, è visibile in tutto il suo splendore dalla via Flaminia.


Panorama su Acqualagna

Nel centro storico di Acqualagna, a pochi passi dal Municipio, si consiglia una visita alla Parrocchiale di Santa Lucia. La chiesa, dedicata alla patrona del paese, è di antica fondazione ma, nel corso dei secoli, ha subito numerosi restauri, l’ultimo nel XIX secolo. Nelle sei nicchie sono ancora visibili parti di affreschi risalenti al XVI secolo. Lungo via Roma merita una tappa anche la Chiesa del Corpus Domini, una piccola struttura a navata unica risalente al XV secolo.

Infine tra Acqualagna ed il Furlo si trova l’interessante Santuario della Madonna del Pelingo. Tra i suoi tesori uno splendido dipinto del XV secolo della Madonna con Bambino posto sopra l’altar maggiore.


Cucina a base di tartufo

Acqualagna, capitale del tartufo
Come si è detto, Acqualagna è conosciuta come capitale italiana del tartufo fresco tutto l’anno. Infatti grazie al clima ed al tipo di terreno si possono trovare le quattro principali varietà di tartufo (bianco, marzuolo, nero pregiato e scorzone) durante l’intero anno. Poi nelle tre fiere che si svolgono annualmente (la più importante è la Fiera nazionale del tartufo bianco di cui quest’anno
si doveva svolgere la 55ª edizione, rinviata all’anno prossimo a causa del Covid-19) viene commercializzato oltre il 70% dell’intera produzione nazionale del prezioso fungo ipogeo.


Un cercatore di tartufi

Nel centro, in piazza Mattei 1, c’è anche l’interessante Museo del Tartufo, assolutamente da vedere. La struttura è attrezzata con tecnologie digitali e realtà virtuali, per raccontare il mondo del tartufo, attraverso un approccio polisensoriale ed interattivo. Una coinvolgente “truffle experience” tra mappe olfattive, teatro virtuale, libreria digitale e food tasting. Il tartufo non è soltanto un prodotto prezioso della terra, ma un mondo antico fatto di storia, racconti, leggende e alchimia. Per tutte queste caratteristiche il museo si proietta nel nuovo filone degli “Experience Museum” e si distingue per la sua duplice funzione: educativa e di promozione economica e turistica.


Il museo del tartufo

Mangiare e dormire
Ad Acqualagna ci sono diversi locali (ristoranti, trattorie ed osterie) di buon livello, dove concedersi un’esperienza unica con il tartufo protagonista assoluto. Menu gustosi adatti a soddisfare qualsiasi palato, dal visitatore gourmet al turista che cerca un’offerta più economica per sé e per la propria famiglia. Nel centro della cittadina marchigiana, in via Mochi 11-13, si consiglia l’Osteria del Parco per degustare il tartufo con vari abbinamenti, per la gioia del palato.

Per dormire si può provare l’Hotel “Antico Furlo” nel cuore del paradiso naturale della Gola del Furlo.

Per informazioni: www.acqualagna.com

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Alberto Lupini


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